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Visualizzazione dei post da maggio, 2024

La sinistra schizofrenica

  Nei lunghissimi anni di forzata opposizione ai governi centrati sulla Democrazia Cristiana, ovvero gli anni del  fattore K  e della  conventio ad excludendum , il Partito Comunista Italiano sviluppò una notevole capacità di sfruttamento delle possibilità “interstiziali” di gestione del potere. Voleva dire infiltrare (favorire l’inserimento di …) persone di “area” dovunque fosse possibile (amministrazioni, telecomunicazioni, giornali, burocrazia, magistratura) per esercitare quel po’ di influenza e di potere che la situazione permetteva. Funzionò benone per molti anni. Nel 1970 la DC concesse la legge applicativa dell’ordinamento regionale previsto dalla Costituzione del 1948 e per la prima volta in quell’anno si votò per eleggere gli organi di governo delle Regioni. Questo significò per il PCI accedere direttamente, e finalmente, al governo, almeno nelle Regioni tradizionalmente “rosse” del Centro Italia, laddove Il PCI rappresentava, e rappresentò a lungo, una larga maggioranza degl

Sfidare la sorte

  Avvertenza: questo post è un po’ lungo. Chi si annoia può saltare al fondo … e poi tornare indietro … Sfidare la sorte è sempre pericoloso. E qui da noi l’abbiamo sfidata a lungo. Vediamo. Dopo la fine della cosiddetta Prima Repubblica, quella bloccata dalla Guerra Fredda, col  fattore K  (ovvero l’esclusione dei comunisti dal potere centrale) che cristallizzava maggioranze ed opposizioni, infine travolta da Tangentopoli, il Presidente della Repubblica ha dovuto sempre più assumere funzioni di supplenza di una classe politica fortemente screditata, tramortita, semismantellata dal micidiale uno-due che la Storia le aveva riservato: la caduta del Muro e la conseguente caduta dei partiti novecenteschi. Che si tratti di Seconda Repubblica o meno (la disputa non mi appassiona), dal 1992 in poi è cambiato tutto. Anche, e forse soprattutto, la funzione del Presidente. Un breve ripasso. Chiusa la tumultuosa avventura del “picconatore”  Francesco Cossiga , costretto alle dimissioni il 28 apri

Farsa Italia

  Come diceva il mio illustre conterraneo Ennio Flaiano:  “la situazione è grave, ma non è seria” . E come potrebbe esserlo? Si fa fatica a trovare un senso a quello che stiamo vivendo, nella quasi totale indifferenza generale. Manca un mese alle elezioni del Parlamento Europeo, quello di Bruxelles e Strasburgo, e praticamente, salvo una lodevole eccezione di cui parliamo dopo, nessuno si occupa dell’oggetto della votazione, cioè della Unione Europea e del suo futuro, ammesso che ne esista uno … Cosa c’è di serio in un candidato generale, omofobo e sbruffone, che sembra uscito da una  pochade  d’altri tempi (ricordate il colonnello Andreas Automatikos di  “Vogliamo i colonnelli” )? E cosa c’è di serio in una Premier col cappello da bersagliere, una che condannava sdegnata (quelli di destra sono sempre sdegnati, fateci caso, … anche Conte e il M5S, indubbi esponenti di destra, sempre sdegnati e vibranti di rabbia), condannava, dicevo, le  “mancette elettorali” , ma ora cerca di spacciar