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Visualizzazione dei post da dicembre, 2021

Draghi nel mirino

I cultori della politica romanzata, ovvero quasi tutti i commentatori politici più in vista, incapaci di reggere la tensione spasmodica dell’attesa naturale degli eventi, devono a tutti i costi creare la notizia tutti i giorni, anche quando la notizia non c’è o comunque non rappresenta granché. Si sa, l’industria dell’editoria ormai vive solo di finto sensazionalismo, di continui improbabili scoop rivolti ad un pubblico che, come un drogato, chiede emozioni sempre più forti. Prima o poi finiremo in overdose e dio sa cosa potrà succedere delle nostre fragili democrazie. L’ultimo evento che ha messo in fibrillazione la comunità degli analisti o sedicenti tali è stata la conferenza stampa di fine anno di Mario Draghi. Il Presidente ha parlato a lungo, ha risposto a tutte le domande, non si è risparmiato, e ha parlato chiaro, mica per ellissi o metafore. Malgrado ciò i cultori della politica romanzata si sono superati nel cercare, trovare, decrittare e divulgare al volgo ignorante tutta un

Due pesi e due misure

Scorro i titoli (titoli, non titoloni, salvo rare eccezioni …) dedicati dai media allo sciopero generale del 16 scorso e ritrovo in molti di essi parole ed aggettivi che mi suonano familiari: “inopportuno”, irresponsabile”, “incomprensibile”, “non era il momento”, “il narcisismo di Landini” (questo l’ho scritto persino io …). Leggo, e mi torna in mente un anno fa, quando in questi stessi giorni si stava concretizzando la sfida di Renzi a Conte con la minaccia, poi attuata, di dimissioni dei Ministri e conseguente crisi di Governo. Anche allora, e per tutto il mese di gennaio seguente, fu un continuo martellamento di “irresponsabile”, “inopportuno”, “incomprensibile”, “ego smisurato” (di Renzi), eccetera eccetera. Ci ricordiamo bene, no? Poffarbacco, mi son detto! (così, con fare deamicisiano …). Ma guarda un po’, due atti politici di rottura, uno sciopero e una crisi, ad un anno di distanza, etichettati (e bollati) con gli stessi termini, nello stesso modo. E praticamente dagli stessi

I duellanti

È un vecchio film (1977) di Ridley Scott, il suo esordio alla regia, tratto da un romanzo di Joseph Conrad. Nella Francia napoleonica due ufficiali (e gentiluomini …) si rincorrono per anni, scontrandosi e duellando ogni volta che possono. Le origini del dissidio sono lontane e sempre più sfumate, quasi si perdono nei decenni, ma i due rigidi militari continuano a cercarsi, e trovarsi, sforzandosi di regolare definitivamente la loro questione d’onore. Keith Carradine e Harvey Keitel danno corpo ai due baldi e irriducibili avversari, tra divise, cavalli, spade, pistole e sangue: non importa chi alla fine prevarrà, importa la strenua resistenza all’idea di pacificarsi, che impedisce loro di trovare un ragionevole piano d’intesa. L’importante, comunque, è che nessuno ci lascia la pelle. Il finale è incruento. Renzi e Calenda: duellanti da tempo, per motivi assolutamente irrilevanti, ma molto persistenti. Militerebbero entrambi nello stesso esercito, quello dei riformisti liberali e democr

Sciopero ...!

Si rimane quasi senza parole di fronte all’incredibile proclamazione di uno sciopero generale di otto ore (ovvero il massimo possibile, prima dello sciopero ad oltranza e della rivoluzione …!) da parte di due sindacati su tre (la CISL infatti ha lasciato la faticosa incombenza alla CGIL ed alla subalterna UIL, ripiegando su una innocua manifestazione al sabato pomeriggio). Incredibile ma vera, seppure l’operazione sia palesemente sovra-dimensionata, sproporzionata e definitivamente fuori scala rispetto al momento. Gli scioperi generali non sono cosette: non sono  flash mob  convocati sui social tra amici e sodali per qualche pur nobile motivo contingente, e poi si va tutti a prendere un aperitivo ... Una volta con gli scioperi generali si facevano cadere governi (Rumor nel 1970), si mobilitavano masse immense di lavoratori per obbiettivi alti, era un’estrema forma di lotta che non poteva restare senza conseguenze, pena la perdita totale di credibilità da parte di chi l’avesse proclamat

Il grande spettacolo del Quirinale

L’elezione del Presidente della Repubblica avviene di regola ogni sette anni ed è uno dei momenti salienti della vita della nostra polis . Non c’è da stupirsi che l’evento susciti interesse, che se ne discuta, che si facciano congetture e previsioni. Sarebbe ben strano che in un giorno di fine gennaio un migliaio di parlamentari si desse improvvisamente convegno a Montecitorio e zitto zitto eleggesse un tizio che per sette anni  “è il Capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale” , facendo da garante della Costituzione! Tutte le nomine pubbliche sono casi politici, anche quelle delle partecipate minori, figuriamoci questa! Aggiungiamo che per l’elezione non c’è un “metodo” codificato: ci sono alcune regole, molto semplici, c’è una prassi, ma non è prevista, che so, una campagna elettorale, un’escussione di curricula di candidati, un dibattito preparatorio, nulla di tutto ciò. È solo stabilito (art. 83 e seguenti della Costituzione) che il Parlamento, integrato dai Rappresentanti de

Piccoli terrapiattisti crescono ...

Casomai qualcuno ancora nutrisse dei dubbi, il recente rapporto del CENSIS (mica uno spara-sondaggi qualunque …) ha confermato che l’Italia è un Paese di creduloni un po’ fessi, ma che si credono molto furbi (come d‘altronde tutti quelli un po’ fessi …). Guai a generalizzare, ma quando un buon 10% non crede all’allunaggio del 1969, o un 5,8% crede che la Terra sia piatta come un pizza quattro stagioni (che in effetti sono davvero quattro …), c’è poco da stare tranquilli. Ovvio che il 5G è figlio di Satana (19,9%), che il Covid è un’invenzione di Bill Gates e della Spectre-Big Pharma (5,9%) e il vaccino è inutile (10,9%)! Vero è che si tratta di minoranze, ma sono minoranze corpose, mica quattro bontemponi annebbiati da troppi spritz a stomaco vuoto. Sarà che non potrò mai dimenticare quella notte di luglio passata davanti ad un televisorino da 15” in bianco e nero, seduto su una scomoda sediolina da spiaggia (casa di mare …) a guardare immagini sfocate che arrivavano da un altro mondo,