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Visualizzazione dei post da ottobre, 2021

Che tempo che fa

Attenzione: la lettura di questo articolo potrà indurre gesti apotropaici di vario genere, come sfregamenti, corna, scongiuri o simili. Chi è particolarmente sensibile passi ad altra lettura e tanti auguri. Se un giorno gli astronomi facessero sapere al mondo che un grosso meteorite, mai osservato prima, è in rotta di collisione con la Terra e predicesse ora giorno mese anno luogo e conseguenze (presumibilmente catastrofiche) dell’impatto, sono sicuro che tutti ci preoccuperemmo moltissimo, anche se quella data fosse fissata tra, diciamo, una ventina d’anni e non l’anno successivo. Sono sicuro che nessuno rimarrebbe insensibile, che anzi si potrebbe scatenare il panico e che comunque, come nei migliori film catastrofici di Hollywood, si aprirebbe un’immediata collaborazione tra le maggiori potenze per mettere a punto un mezzo capace di neutralizzare la minaccia. Verrebbero messe in cantiere missioni spaziali, preparati missili atomici, deviatori gravitazionali e chissà quant’altro part

Giochi proibiti

Orrendo spettacolo quello andato in scena in Senato durante la discussione del DDL Zan, purtroppo finita con l’accantonamento del provvedimento, ormai rimandato a chissà quando. Si sono spese molte parole per analizzare, capire, prevedere sviluppi, posizionarsi, ma a me la cosa pare tragicamente semplice. Una parte del PD, quella massimalista, quella più conservatrice, quella responsabile del fallimento del progetto originario del PD, quella che considera Conte  “riferimento dei progressisti” , insomma quella che viene comunemente chiamata  “la Ditta” , ha volutamente e cinicamente affossato la legge sull’omotransfobia, cercando una temeraria prova di forza chiaramente destinata alla sconfitta, per poi buttarne tutta la responsabilità su Renzi e Italia Viva, che quella prova avevano in tutti i modi cercato di scongiurare. Insomma, è la risposta al tentativo in atto di staccare il PD dall’abbraccio mortale con i cinque stelle. Le parole del vicesegretario Provenzano, riferimento di quel

Draghi nella Rete

Con la solita folgorante e sintetica lucidità Mario Draghi, intervenendo a proposito del Regolamento UE sui servizi digitali, ha detto:  "Ciò che è illecito offline deve esserlo anche online" . Sembrerebbe del tutto ovvio, puro buon senso, ma purtroppo non lo è affatto. È vero, piano piano, ma troppo piano, sta crescendo la consapevolezza che la rete non è quel luogo fatato, avulso dalla normale realtà, un po’ hippie, che ci siamo abituati a considerare, a partire dai tempi eroici di quasi trenta anni fa. Ma non basta affatto. La Rete è sempre più parte integrante della nostra vita e noi ci siamo dentro ben oltre il collo. La Rete è un pezzo di mondo dove si vive, si comunica, si compra, si vende, si fanno o si perdono soldi, si fa politica, … inutile stare lì a rimpiangere i tempi dei telex e dei fax, per chi se li ricorda ancora. Però è triste constatare come la Rete è e resta anche una giungla, una suburra, spesso anche una fogna a cielo aperto dove vige la legge del più i

Whatever it takes

Sicché la destra ha vinto le elezioni, ha conquistato città e paesi, ha pienamente convinto l’elettorato, malgrado una campagna elettorale drogata dei cattivi mass media, che hanno tanto insistito su episodi del tutto marginali e folkloristici come l’assalto fascista alla CGIL, le piazze urlanti dei No Green Pass, il tentativo di bloccare i porti ed altre amenità del genere… Non è andata proprio così? Però lo hanno affermato a muso duro le due migliori promesse della politica italiana, la meglio gioventù che marcia tronfia verso il potere … E se vi pare che le cose siano andate in tutt’altro modo, ebbene vuol dire che soggiacete anche voi al disegno delle Nuove Élite Mondiali. Mal ve ne incolga …! Questa gente, abituata a mentire sapendo di mentire, a recitare parti in commedia, non si preoccupa di offrire letture immaginifiche e paradossali di eventi politici che pure non lasciano molto spazio ad equivoci. Ma tant’è, i maggiorenti della destra e del populismo sono talmente compresi ne

Elicotteri, quanti e talk show

Anni fa la polizia locale di uno Stato americano decise di avviare una sorveglianza speciale di un tratto autostradale nel quale avvenivano molti incidenti. Decisero di usare un elicottero per sorvolare e sorvegliare il tratto interessato. Dopo qualche settimana, si accorsero con grande stupore che gli incidenti erano aumentati, e di parecchio. Analizzarono i casi nel dettaglio e scoprirono che moltissimi di quegli eventi erano stati causati da guidatori distratti dalla presenza dell’elicottero, che volteggiava sulle loro teste. Un importante corollario del Principio di Indeterminazione di Heisenberg, base di tutta la fisica quantistica, dimostra come sia impossibile osservare un fenomeno senza influenzarlo e quindi modificarlo. L’atomo, una volta illuminato per poterlo esaminare, non è più quello di prima. Tutta la fisica moderna ha acquisito ed ingloba tale considerazione. La fisica … Per venire alla nostra vita di tutti i giorni, sarebbe opportuno che quanto sopra (l’atomo per i più

Le mutande

  Fulminante la vignetta di Sergio Staino su La Stampa di oggi …! E’ proprio così. Qualcuno (dirò poi chi) sta caricando un provvedimento amministrativo logico, perfino banale come il Green Pass, di significati impropri, metapolitici, meta culturali, metaforici, … Se uno riuscisse a staccarsi un attimo dalla parete, vedrebbe il quadro sotto la sua vera luce. Non c’entra nulla il vaccino, non c’entra nulla il presunto e ridicolo “attacco alla democrazia”, c’entra solo l’infantile, irrazionale protesta contro la mamma che ti dice di metterti la maglia di lana quando fa freddo. Protesta solo perché te lo dice … nulla di più. Tutte le società, da che esistono, si basano su innumerevoli limitazioni delle libertà personali che permettono il loro funzionamento. Sono tantissime, pensiamoci un attimo e non faremo fatica a trovarne centinaia, migliaia. Compreso quella che ci consiglia di coprirci le frattaglie, senza chiedere allo Stato di comprarci le mutande... Senza quelle limitazioni, vivrem

Chi vota e chi no ...

Per una volta, dopo le votazioni sembrano essere tutti d’accordo, da destra a sinistra: tutti fortemente preoccupati per l’alto (sempre più alto) numero di persone che a votare non ci va proprio. Disaffezione per la democrazia, sfiducia nella politica, individualismo spinto, menefreghismo, disagio sociale, disistima per partiti e candidati, sono queste le motivazioni che vengono solitamente indicate. Motivazioni che peraltro ingolosiscono i partiti, che vedono la possibilità di pescare in quel bacino, sempre più appetibile, i consensi per vincere. Conclusione: bisogna lusingare, rassicurare, convincere il cittadino astenuto e spingerlo ad esprimere il voto per la propria parte … Ma siamo sicuri che abbia senso adottare strategie specifiche per pescare voti nel mare dell’astensionismo? Premetto che per una corretta analisi del fenomeno dell’astensione elettorale a mio parere servirebbero la competenza e gli strumenti di un Massimo Recalcati, l’insigne psicoanalista, da sempre molto atte

La rivoluzione di ottobre

“Finora abbiamo fatto l’impossibile, adesso faremo il necessario”  – così parlò l’Elevato (al secolo Giuseppe Grillo, detto Beppe, ex-comico ed aspirante oracolo), lasciando al colto pubblico e all’inclita guarnigione l’onere dell’interpretazione. In realtà bastava una sola parola, che a molti milioni di trepidanti spettatori sarebbe apparsa doverosa:  “Scusate!” . E invece ci tocca ancora assistere, elezione dopo elezione, all’agonia di un Movimento che si sfarina, anzi evapora, sempre più velocemente, mentre intorno c’è chi fa di tutto per nascondere la dura realtà, e il vapore generato aiuta l’occultamento, che di per sé sarebbe una fatica improba. Mentre si scolora anche il mito del truce Capitano che, in preda a violente crisi isteriche, col volto arcigno di chi fa molto sul serio ma che in realtà se la sta facendo addosso, spara anatemi sconclusionati contro il Governo di cui fa parte ed il suo Presidente del Consiglio, manco questi fosse un Giuseppe Conte qualunque (e infatti il