Anni fa la polizia locale di uno Stato americano decise di avviare una sorveglianza speciale di un tratto autostradale nel quale avvenivano molti incidenti. Decisero di usare un elicottero per sorvolare e sorvegliare il tratto interessato.Dopo qualche settimana, si accorsero con grande stupore che gli incidenti erano aumentati, e di parecchio. Analizzarono i casi nel dettaglio e scoprirono che moltissimi di quegli eventi erano stati causati da guidatori distratti dalla presenza dell’elicottero, che volteggiava sulle loro teste. Un importante corollario del Principio di Indeterminazione di Heisenberg, base di tutta la fisica quantistica, dimostra come sia impossibile osservare un fenomeno senza influenzarlo e quindi modificarlo. L’atomo, una volta illuminato per poterlo esaminare, non è più quello di prima. Tutta la fisica moderna ha acquisito ed ingloba tale considerazione. La fisica … Per venire alla nostra vita di tutti i giorni, sarebbe opportuno che quanto sopra (l’atomo per i più colti, l’elicottero per tutti gli altri …) costituisse un costante monito per giornalisti, cronisti, conduttori e stregoni dei media, sempre pronti a catapultarsi nelle situazioni più scabrose, in nome del sacrosanto e peraltro indiscutibile “diritto di cronaca”. Lampante esempio sabato sera su La7 – In onda, a conduzione De Gregorio e Parenzo, i quali mandano allo sbaraglio presso il porto di Trieste una giovane cronista con l’operatore. C’è aria di smobilitazione dopo il flop del supposto e fallito “venerdì nero”: restano probabilmente i portuali più arrabbiati, più irriducibili, quattro gatti, ad elevato tasso alcoolico, poco inclini al dialogo ed ai ragionamento politici. Tant’è che presto l’atmosfera si surriscalda con grave rischio fisico per la giornalista e l’operatore che, giustamente spaventati, riescono a stento a tenere la situazione sotto controllo. Bene, anzi, male. Ecco la dimostrazione di come un fenomeno in palese remissione, con evidenti segni di sconfitta e cedimento, venga di colpo riattizzato dalla presenza, del tutto inutile, di telecamere e microfoni. È evidente che in assenza di telecamere la situazione al porto sarebbe stata persino sonnacchiosa e dovrebbe essere altrettanto evidente che giornalista e operatore lì non esercitavano alcun diritto di cronaca, ma involontariamente “provocavano” i fatti per realizzarne la cronaca. Capisco la delicatezza del discorso, Il diritto di cronaca, la libertà d’informazione, … ma chi gestisce i media, se avesse come missione solo quella di informare, dovrebbe sempre tenere nella massima considerazione questo effetto “deformante”. Invece pare che sia esattamente il contrario. Si mandano le telecamere dove si sa che queste accenderanno gli animi, si insegue un politico che si sa non dirà nulla, col solo scopo di far vedere che non vuol parlare, si cercano i soggetti più bizzarri perché questi possano essere diventare argomento per commenti e forse anche essere assurti a paradigma. Sarò naif, ma per me questa è “disinformazione” bella e buona e mi aspetterei almeno dai media più “avveduti” maggiore coscienza e maggiore disponibilità ad aprire un dibattito su questi aspetti. Più che naif, devo però dire che mi sento proprio un po’ scemo. Nessuno ha la benché minima voglia di affrontare il discorso. Meglio creare i “fenomeni”, pompare l’aspettativa di un “venerdì nero” che tutti, tutti, sapevamo non essere nell’ordine delle cose probabili, amplificando le posizioni più estreme e marginali, l’intervista all’ingegnere “olistico” (ma de che?) che insulta Segre, e trattando quindi il pubblico come un gregge al quale propinare qualsiasi pastone. Creare la tensione, l’attesa, stuzzicare gli istinti peggiori, far serpeggiare il panico, … Il rigore dell’informazione pare essere del tutto assente, anche nei media di maggior prestigio. Si vuole il colpo ad effetto. Ultimo esilarante esempio: la manifestazione antifascista dei sindacati in piazza San Giovanni a Roma ha raccolto 100.000 partecipanti per La Stampa, 200.000 per la Repubblica. Stesso editore, stessa linea editoriale; stesso target di lettori (più o meno): un fattore 2 (dico due) per valutare lo stesso fenomeno. Numeri a caso, buttati lì: ché poi semmai erano in 70-80.000, visto che la Piazza misura meno di 50.000 metri quadrati … Tutto questo sfugge anche alla fisica quantistica … Non bastava dire che i partecipanti erano “tantissimi” e far parlare le immagini?
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