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Visualizzazione dei post da novembre, 2022

"Tout va très bien, Madame la Marquise..."

  Tutto procede liscio e senza scosse in questa stanca fine di novembre … Il solito disastro ambientale causato dalla solita presenza di costruzioni abusive laddove dovrebbero esserci solo boschi di contenimento (il condono di Conte, Di Maio e Salvini nel 2018 e la chiusura dell’Unità di Missione “Italia Sicura”, creata dal governo Renzi, dovrebbero da soli bastare a seppellire carriere politiche così nefaste …), il solito sciacallaggio del  “Capitano-che-non-ne-azzecca-più-una”  il quale, pur di dire qualcosa prima degli altri, annuncia morti  “a rampazzo”  come fossero  exit-poll , e poi la solita improntitudine senza vergogna né senso del ridicolo dell’Avvocato del Popolo, che ora rivendica come suo merito i famigerati, sempre irrisi e miserabili 80 euro di Renzi (a cui lui ne aggiunse 20 e adesso Meloni forse altri 10…), e nel contempo sostiene che l’art. 25 del suo decreto su Ischia, intitolato, guarda un po’  (G.U. del 19/11/18) “Definizione delle procedure di condono” , in realt

La Storia siamo noi

  Si dice sempre che la Storia la scrivono i vincitori. Questo vorrebbe dire che le (eventuali) ragioni dei perdenti non sarebbero tenute nella dovuta considerazione quando si tramandano le vicende umane. È indubbio che se, mettiamo il caso, Hitler e il Terzo Reich avessero vinto la seconda guerra mondiale, tutto il dopo sarebbe stato diverso ed anche le analisi storiche sarebbero state altre. Ciononostante, la realtà è ciò che è effettivamente avvenuto e quindi l’esercizio del “se” risulta forse letterariamente interessante ma di sicuro storicamente vano. Lo stesso dicasi per l’eventuale Storia che gli ipotetici vincitori avrebbero potuto scrivere. Hitler e il Terzo Reich hanno perso e noi adesso quella sconfitta analizziamo e giudichiamo. Anche Stalin, con tutta l’esperienza comunista sovietica, ha indubbiamente perso, ma siamo sicuri di analizzare e giudicare questa sconfitta con la stessa forma mentale? Insomma, questi orribili totalitarismi del Novecento sono stati entrambi sconfi

Angioletti o diavoletti?

  Per il giovane (ora non più tanto …) e rampante Massimo Giannini, onnipresente e onnipontificante direttore de La Stampa (e forse prossimo di Repubblica) sono  il Gatto e la Volpe  di collodiana memoria. Per Natalia Aspesi, storica (ultranovantenne) firma della stessa Repubblica e ineguagliabile icona dell’eleganza borghese illuminata e femminista di Milano, sono  Bibì e Bibò , i gemelli terribili di un popolare fumetto d’antan. Non può sfuggire l’evidente opposta accezione dei nomignoli. Un risvolto oscuro e truffaldino nel primo caso, una frizzante allusione alle marachelle impunite dei due discolacci nel secondo caso. Di chi parliamo? Avrete capito che parliamo di  Carlo Calenda  e  Matteo Renzi  (citati in stretto ordine alfabetico) e avrete capito che la loro azione politica può essere, come in effetti avviene, letta in modo diametralmente opposto, pur nell’ambito di quella che dovrebbe essere la sinistra “classica” (qualsiasi cosa ciò possa significare). Dunque, grossolani truf

Si fa presto a dire: "Pace!"

  Le due manifestazioni di sabato scorso a Roma e a Milano mostrano con allarmante chiarezza lo stato di paurosa confusione che regna sovrano, a sinistra, a destra, di qua, di là. Tutte le persone normali aborrono la guerra e desiderano la pace: solo gli squilibrati e i più cinici businessmen del settore possono amare la guerra e aborrire la pace. Ciò detto, evidentemente non abbiamo detto niente perché, aldilà dell’enunciazione generica di principi condivisibili ma del tutto vuoti di significato politico, l’applicazione pratica passa da azioni radicalmente diverse e soprattutto non conciliabili, come dare o meno armamenti, sanzionare ed isolare gli aggressori. Ho già avuto modo di ricordare che negli anni Settanta la pace nel Vietnam significava senza infingimenti il ritiro degli Americani, cosa effettivamente avvenuta nel 1975. Così fu per i Sovietici dall’Afghanistan, o gli Alleati occidentali dall’Iraq. Significava cioè che una parte, l’invasore, doveva cedere e girare i tacchi per

Il gioco si fa duro ...

  Lo so, continuo a non farmi gli affari miei ma, da cittadino riformista che vorrebbe vedere, persino toccare, una reale, ragionevole alternativa a questa destra imperante, non posso non allargare lo sguardo dal mio particolare al più generale stato dell’opposizione. La parte politica che ho scelto, il cosiddetto Terzo Polo (spero che gli venga presto trovato un nome migliore …), si sta attrezzando: con un percorso un po’ “cauteloso”, ma si sta attrezzando. Sono chiari i leader (checché ne dicano i media, interessati solo a seminare zizzania), è chiaro il programma, è ben visibile il gruppo dirigente; non è ancora chiara la forma che assumerà il partito, ma credo che in poche settimane anche questo aspetto sarà definito. Ma il PD? Dov’è il PD? Cosa pensa di fare? Dove vuole andare? Chi lo rappresenta? Possibile che l’unica strada individuata come percorribile sia un iter congressuale che durerà quasi sei mesi, mentre Meloni e Salvini fanno di tutto per lasciare, seppur in modo maldest