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Visualizzazione dei post da agosto, 2023

Terapia di coppia

  Quando un rapporto va a rotoli difficilmente si può rimediare … Si arriva alla crisi quasi mai per caso, ma spesso perché è finito l’interesse reciproco e soprattutto perché non si vuole più spartire il futuro con una persona che è divenuta insopportabile. Vani sono normalmente gli interventi degli  entourages  interessati: spesso peggiorano la situazione e soprattutto radicalizzano i dissidi, senza dare contributo alcuno alla risoluzione della crisi in atto. Gli  stakeholders  solitamente conoscono solo quello che la coppia ha permesso loro di conoscere, spesso in modo asimmetrico tra i partner, col che le possibilità di incomprensione, o di equivoco, o addirittura di mistificazione dolosa, crescono in modo esponenziale. La crisi si avvita sempre più su se stessa, fino al collasso definitivo, nel (spesso finto) rammarico generale. È finita così perché così doveva finire!  Si sugella lapidariamente. E si passa oltre. Ovviamente i cocci, le macerie, restano in capo agli interessati ed

Il tempo dei truci

  Ma perché gli americani non scoppiano a ridere fragorosamente davanti alla ormai famosa foto segnaletica di Donald Trump? Perché in tutto il mondo se ne discute come se fosse una cosa seria? Non basta guardare ...? E come può Trump pensare di costruirci su una campagna elettorale? Infine, come è ridotta la più grande democrazia del mondo, se la foto di un buffone col ciuffo finto e un ghigno esagerato può essere scambiata per un “piano di battaglia”, una dichiarazione di intenti, in democratiche elezioni? In un mondo appena “normale” una foto così sarebbe per il soggetto ritratto la definitiva tomba di ogni illusione; uno che con lo sguardo truce pensa di convincere gli elettori e spaventare gli avversari finirebbe messo in un angolo e al massimo compatito per la sua pochezza mentale e per le sue fissazioni.  “Lo scemo del villaggio”,  insomma. Non è così. Né in USA e nemmeno qui da noi, a giudicare dalla faccia sempre truce di Matteo Salvini e da quella esaltata di Giorgia Meloni in

Offerta speciale

  Due al prezzo di uno: tipica promozione da supermercato … Ed eccola qui l'offerta: tutti a sottolineare che la nostra (ahinoi!) Presidente si trova davanti ad un bivio, che presto dovrà scegliere, che non potrà mantenere a lungo una doppiezza neo-togliattiana ( guarda te che irunia … !, cantava Davide Van De Sfroos) tra la Meloni di lotta e quella di governo. Ma figuriamoci! Tra la borgatara della Garbatella, adusa alle esagerazioni da comizio, con la voce roca e lo sguardo fiammeggiante, idolo di bande di nostalgici, carichi di astio e di sete di rivalsa verso il presunto “pensiero unico” che li avrebbe emarginati per decenni, e l’aspirante giovane statista che deve dividersi tra i vertici internazionali, europei e mondiali, i tavoli di mediazione con le parti sociali e persino con l’opposizione e i periclitanti rapporti con i suoi irrequieti alleati. Quale prevarrà? La  “sora Giorgia”  o la Presidente Meloni? Orbán o Thatcher? Semplice: le avremo sempre tutte e due, al prezzo d

Caro Senatore ...

  Caro Senatore Renzi, vengo subito al punto. Di certo non dico nulla di nuovo se constato che su tutti i social network e anche sui commenti agli articoli che ti riguardano nei maggiori organi d’informazione, gli interventi dei lettori/utenti sono in larga parte (molto oltre il 50%, a occhio) terribilmente negativi nei tuoi confronti. Non critici o problematici, proprio negativi, anzi distruttivi. Non perdo tempo a dettagliare, perché senz’altro ne sarai già ampiamente edotto. Vero è che il campione statistico dei commentatori è assai poco significativo, ma è comunque allarmante una così continua, insistente, violenta, gratuita salva di insulti vari, pregiudizi, luoghi comuni, fake news, tormentoni, sempre gli stessi, accumulati e stratificati nel corso dei non pochi anni ormai passati dal tuo ingresso sulla scena politica nazionale. Non importa se dietro alla canea ci sia o meno qualcosa di organizzato, tipo Bestia, o simile: l’effetto è comunque devastante. Aggiungo che il tono degl

Vogliamo i Generali!

  Le “farneticazioni” (il povero Crosetto  dixit ) del Generale Tal-dei-talacci stimolano qualche riflessione aggiuntiva, da fare prima che un nuovo e più piccante argomento balzi sulla scena. Da giorni tutti ne parlano, tutti sono scandalizzati, chi condanna l’enormità delle sue affermazioni, chi al contrario denuncia l’umiliazione inferta ad un fedele servitore dello Stato, che ha solo, con supremo sprezzo del pericolo (nonché del ridicolo …) osato riportare candidamente, in un libro autoprodotto, le sue eccentriche idee. Ovvio che uno che si esprime in quei termini susciti perlomeno dibattito, tanto più in un mondo dove si dibatte e ci si divide su tutto, dalla guerra in Ucraina al granchio blu … Il dibattito però dovrebbe almeno rispettare la logica e non sfarfallare liberamente nei cieli empirei della fantasia. Qualcuno ha voluto sottolineare che dalle parti nostre l’espressione del pensiero è libera: cosa sacrosanta, indiscutibile, ma bisognerebbe aggiungere che non lo è “a presc

... qua fuori è un brutto mondo ...

Generali fanatici che farneticano peggio di Tognazzi in  “Vogliamo i colonnelli”  (M. Monicelli, 1973), Presidenti del Consiglio che scappano (nottetempo?) in Albania, olandesi assassini braccati, alla macchia nel Cuneese, benzina che costa quasi tre euro al litro (tra un po’ si venderà a bicchieri come il Sauvignon …), leghisti irrequieti e borbottanti, con un capo che  “odia l’estate” , come Bruno Martino, improbabili ed inutili raccolte di firme “alla grillina” prima maniera, bei tempi …, toast tagliati a metà con supplemento e lettini d’oro al Twinga, caldo africano che va, che viene, che infuoca le strade, le spiagge e le menti, temporali che travolgono tutto quello che trovano, e qualcuno passa Ferragosto nel fango. Così scivola agosto, verso un settembre che non promette nulla di buono per nessuno e che non sarà  “il mese del ripensamento sugli anni e sull’età”  (F. Guccini, 1972). … qua fuori è un brutto mondo … No, perché nel frattempo russi e ucraini si scambiano droni amiche

Soli contro tutti

  Mala tempora currunt , dicevano gli antichi romani. E  currunt  più veloci di Verstappen…! Gli ultimi provvedimenti del Governo hanno persino trovato l’entusiastico appoggio nella finta opposizione delle sinistre populiste varie ed assortite (rossi, verdi, gialli, in tutte la sfumature). Un’assurda manovra sui profitti pregressi (dico, pregressi … altro che  pizzo di Stato !) delle banche, eseguita a Borse aperte, contro ogni logica, con effetti devastanti sulle quotazioni (dieci, dico dieci, miliardi volati via in un giorno anche dalle tasche dei piccoli risparmiatori azionisti …). Roba che anche uno studente fuoricorso dal primo anno di economia sa che non bisogna fare, perché in ogni caso si dà il tempo ai mercati per analizzare il provvedimento e agire di conseguenza, senza isterie. Qui addirittura hanno annunciato una cosa e poi l’hanno corretta, spaventati dagli effetti nefasti provocati. E qualcuno bene informato potrebbe avere realizzato utili notevoli, vendendo prima e ricom

Il moderato

  Copio il lemma da Treccani: Di cosa o di manifestazione: contenuta entro giusti limiti, e in genere non eccessiva. Riferito a persona: che si tiene lontana dagli eccessi. In politica: di chi si mantiene in una posizione di centro, lontano da ogni estremismo, ma in realtà su posizioni tendenzialmente conservatrici. Chiaro, no? Forse no. Perché qui si continua ad inseguire il famoso  “centro moderato”  come fosse la Terra Promessa, come se fosse la pietra filosofale, la panacea, il toccasana che da solo risolve e sana i mali atavici del nostro Paese. Siamo sicuri? E in pratica, che vuol dire? Come si traduce nella vita di tutti i giorni? Pagare le tasse moderatamente? Senza esagerare? Una sanità che funziona moderatamente bene? Ti curano ma non del tutto? Una scuola che fornisce un’istruzione moderata, non eccelsa, così così? Un livello di occupazione moderato, né troppo né poco? Diritti moderati, senza esagerare? Un solo divorzio, un solo aborto, un solo compagno/a gay nella vita, ma

Il Polo s'è rotto ...

  L’incipiente ed ormai inevitabile collasso definitivo del Terzo Polo (pare sia imminente anche la separazione dei gruppi parlamentari) segna un altro brutto e triste momento nella storia del riformismo. L’ennesimo tentativo di avviare un progetto concreto, non elitario, ambizioso, di soggetto politico riformista e democratico è naufragato, come tanti altri, come sempre. Sarebbe interessante coinvolgere l’esimio professor Recalcati nell’analisi del perché ciò avvenga, così sistematicamente, se per motivi legati alle persone, alla cultura politica, alla storia, alla maledizione di Montezuma o a malefici influssi astrali, o perché proprio l’idea del progetto è sbagliata alla radice, perché  “… dal legno storto di cui è fatto l’uomo…”  (E. Kant). Ora però vorrei ragionare sulle conseguenze che tale disastro avrà sul quadro politico italiano (e non solo … Macron non sarà contento). Paradossalmente, il Polo che nasceva per combattere il finto bipolarismo bi-populista rischia invece di raff

Giorgia on my mind

  Conversando in ottimo inglese con una giornalista di  Fox News , rete americana molto di destra, la nostra Presidente ha recentemente espresso con disarmante semplicità il seguente concetto: “La destra vince perché parla dei problemi della gente. La sinistra è ideologica ed utopistica, è lontana dalla realtà e quindi perde”. Concetto populista, banale, trito e ritrito, certo, d’altronde Giorgia è una leader populista, ma anche molto diretto, oltre che vero e falso allo stesso tempo. Vero che la destra parla al popolo, dice quello che il popolo vuol sentirsi dire, ma è anche vero che i suoi atti spesso sono indirizzati solo ad un certo pezzo di popolo: se si strizza l’occhio al balneare, al tassista, all’evasore, si incontra certo il favore di quel popolo, ma gli altri? Gli altri seguono per emulazione, sperando di raccogliere briciole di favori e privilegi. È così che si mettono insieme 12 milioni di voti e pure un Governo … finché dura, finché il famoso popolo non si accorge di non