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Visualizzazione dei post da maggio, 2022

Caro Enrico, ti scrivo ...

Caro Enrico, so bene che scrivere a chi non c’è più può sembrare un logoro esercizio retorico, ma nel tuo caso è improprio dire che  “non ci sei più” . In occasione del centenario della tua nascita, appena trascorso. abbiamo potuto constatare quanto la tua sia una presenza ancora molto viva, che travalica i tuoi tanti estimatori politici e si allarga in un vero e proprio  “sentimento popolare” , che forse davvero  “nasce da meccaniche divine” . Certo, ci sono ventenni che balbettano (nel bel documentario di Walter Veltroni) indecisi se eri un mafioso o un magistrato, un politico (destra, sinistra, fa niente…) o un giornalista, ma è fuori dubbio che la tua figura abbia segnato e continui a segnare un mondo, un’epoca, una quindicina d’anni tra i più densi della nostra Repubblica. Anni in cui la nostra travagliata vicenda politica ha cercato di prendere una piega più congruente con la storia degli Stati Occidentali, democrazie aperte caratterizzate dall’alternanza dei partiti al potere, s

Il campione

Semplificare ad ogni costo le cose complesse, magari banalizzandole, è specialità di ogni populista che si rispetti (quindi non mia), ma a volte anche complicare i problemi, col solo scopo di renderne difficilissima la soluzione, è un’operazione da masochisti. A nessuno può sfuggire l’estrema delicatezza delle elezioni che si svolgeranno in Italia al massimo entro un anno da oggi. Dico al massimo, perché nella masochistica volontà di complicarsi la vita, qualcuno potrebbe ambire a chiudere la legislatura in anticipo e votare a ottobre, fregandosene della legge finanziaria, della situazione geopolitica, dei progetti del PNRR e di altre cosucce del genere, sperando di lucrare qualche decimo di mezzo punto sul suo più diretto concorrente che, badate bene!, non è quello dell’altro campo (destra o sinistra che sia), ma il più vicino potenziale concorrente. È un triste esercizio di alchimia elettorale, che ha già fornito innumerevoli dimostrazioni di alta letalità. Io credo che invece in pol

Il botulino

Nella mia precedente newsletter ho fatto un po' di ironia sulle contraddizioni che una parte della sedicente sinistra si trova a vivere in questo travagliato frangente. Forse ci sono riuscito, forse no. Vorrei però comunque mettervi a parte di un  sequel  del dibattito, che mi pare possegga una forza ed una chiarezza tali da renderlo ancora più efficace. Il mio amico e compagno Sergio Staino ha inteso riprendere il discorso, rivolgendo il testo che segue ad un ipotetico “compagno ed amico”, uno della “Pace Proibita”. Lo fa con un’onestà ed un’efficacia che vorrei poteste apprezzare, come ho fatto io. Caro A., come direbbe Amleto, ci sono più cose che ci uniscono tra cielo e terra di quanto entrambi si riesca ad immaginare. E’ un po’ troppo sommario e, quindi, superficiale, separarci ferreamente come generazioni: sia la mia che la tua, cioè quella dei miei figli, presentano al loro interno una miriade di letture e orientamenti diversi e una miriade di posizioni spesso profondamente

Al gran ballo della Pace Proibita

Dobbiamo essere grati al redivivo e sempre roboante Michele Santoro per averci organizzato, con un unico grande colpo da maestro, la Mostra dell’Antiquariato della sedicente sinistra “contro”, quella “vera”, originale, insostituibile. Sedicente perché se la cantano e se la suonano, fin da quando l’Unione Sovietica sopravvisse a Stalin e protrasse la sua agonia per altri quarant’anni, tra lo sconforto di decine di milioni di persone che furono costrette a subirne il giogo. Un campionario di relitti d’epoca, una specie di ritrovo di auto storiche e preziose rarità da collezione, una nostalgica Millemiglia della politica del Novecento, che ha raggruppato il fior fiore dell’inconcludenza nazionale, del fallimento storico, dell’intellighenzia rivoluzionaria. Da Fiorella Mannoia a Moni Ovadia, dalla turbo-filosofa Di Cesare al professore Montanari (il “Tomaso-con-una-emme-sola”), dalla sardina Cristallo alla proto-sardina Guzzanti, dall’ex-Sindaco guerrigliero De Magistris alla vicesindaca C

Riformismo vs. populismo

  Grande la confusione sotto il cielo di maggio …! Non bastava la guerra, il cambiamento climatico, la crisi energetica, la pandemia (e chissà che non arrivino anche le cavallette …), in questo turbolento frangente ci tocca pure occuparci e preoccuparci dell’Avvocato Giuseppe Conte e delle sue acrobatiche contorsioni dialettiche, un kamasutra politico volto a cercare una qualche posizione presentabile ad un’opinione pubblica sempre meno attratta dalla sua “pochette” e dal suo forbito eloquio da azzeccagarbugli di paese. Avendole provate tutte (Salvini, i sovranisti, gli immigrati coi decreti sicurezza, i dubbi sull’euro, i gilet gialli, e poi Zingaretti, Bettini, il “punto di riferimento fortissimo…”, i navigator, le lotterie, NO TAP e poi SI TAP, NO TAV e poi SI TAV, Macron o Le Pen chissà…, infine il “fenomeno” Orsini, nuovo vate dal pensiero laterale, …) adesso ci prova con il pacifismo da quattro soldi: armi difensive e non offensive ( ma de che? che vor di’?  dicono a Roma), Dragh