Quando un rapporto va a rotoli difficilmente si può rimediare … Si arriva alla crisi quasi mai per caso, ma spesso perché è finito l’interesse reciproco e soprattutto perché non si vuole più spartire il futuro con una persona che è divenuta insopportabile. Vani sono normalmente gli interventi degli entourages interessati: spesso peggiorano la situazione e soprattutto radicalizzano i dissidi, senza dare contributo alcuno alla risoluzione della crisi in atto. Gli stakeholders solitamente conoscono solo quello che la coppia ha permesso loro di conoscere, spesso in modo asimmetrico tra i partner, col che le possibilità di incomprensione, o di equivoco, o addirittura di mistificazione dolosa, crescono in modo esponenziale. La crisi si avvita sempre più su se stessa, fino al collasso definitivo, nel (spesso finto) rammarico generale. È finita così perché così doveva finire! Si sugella lapidariamente. E si passa oltre. Ovviamente i cocci, le macerie, restano in capo agli interessati ed ai loro più stretti sodali, e col tempo vengono rimossi … Nel decorso di una crisi, che ho cercato di descrivere brevemente, si può tentare, a volte, di inserire un elemento “professionale”: si chiama “terapia di coppia” e, se correttamente praticata da specialisti terzi ed esperti, può avere qualche piccola probabilità di successo. Piccola, molto piccola, però … Serve ovviamente un terapista bravo, “uno molto bravo”, di fiducia della coppia, estraneo al rapporto, paziente, tenace, disinteressato. E che può fare il bravo terapista, prima di constatare l’eventuale fallimento, riscuotere la parcella e passare ad altra coppia di clienti? Io non ho titolo, non sono uno specialista, sono un volgare metal-meccanico, quindi mi guardo bene dal fare il saccente ma, avendo passato la settantina, di crisi ne ho viste un bel po’. E in qualcuna mi è anche capitato di essere chiamato ad intervenire. La prima cosa da fare è a mio parere sentire gli interessati, anche separatamente, e poi metterli, con il loro consenso, uno di fronte all’altro perché si parlino, si dicano liberamente quello che pensano, dimenticando, se possibile, la presenza del terapista. Non è facile, ma se il terapista è bravo, può stimolare con molto tatto il confronto e assistere agli sviluppi. È possibile che dopo un po’ la sua presenza sia trascurata, a tutto vantaggio della chiarezza e della franchezza della comunicazione. Magari finisce a urli, accuse, improperi? Il bravo terapista si sarà ovviamente premurato di far sparire suppellettili e vasellame dallo studio, in modo da limitare i rischi connessi, ma è più facile che, magari tra le urla, qualche elemento di dialogo possa affiorare, qualche chiarimento possa venire fuori e magari anche qualche barlume di progetto futuro, specie se c’è la prole. Il terapista può provare a sottolineare i punti in comune, indicandoli come germi per la ricostruzione di un rapporto corretto. può tentare di coinvolgerli nella gestione del futuro, può reiterare le sedute comuni. Può provare .., che riesca non è affatto scontato, anzi. Ma per la salute dei contendenti può essere positivo essersi detti con chiarezza cose che prima si era sempre e solo mandato a dire. Magari alcune cose diventano più chiare, alcune asprezze si possono stemperare, qualche accusa rivedere … chissà. E poi, il futuro … i figli. Dopo il fallimento della terapia di coppia non c’è più nulla da fare. Meglio se i due contendenti tronchino qualsiasi relazione e si distanzino il più possibile. Il tempo non lenisce certe ferite, semmai stratifica, ma se subentrano nuovi progetti la vita può andare avanti ancora con soddisfazione. Certo che se i due sono costretti dai fatti della vita a continuare a frequentare lo stesso ambiente tutto si complica non poco. Si rischia di coinvolgere altre persone, di costituire gruppi di pressione, di influenza, insomma delle “correnti”, con tutto quel che segue. A quel punto la strada è segnata: è nato un nuovo partito di sinistra, subito pronto per una bella scissione…! Professore Recalcati, ci metta una buona parola Lei, che è certamente “uno molto bravo”! Per la parcella non si preoccupi, c’è il 2 per mille. P.S.: chiedo scusa ai professionisti veri ...
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