Conversando in ottimo inglese con una giornalista di Fox News, rete americana molto di destra, la nostra Presidente ha recentemente espresso con disarmante semplicità il seguente concetto: “La destra vince perché parla dei problemi della gente. La sinistra è ideologica ed utopistica, è lontana dalla realtà e quindi perde”. Concetto populista, banale, trito e ritrito, certo, d’altronde Giorgia è una leader populista, ma anche molto diretto, oltre che vero e falso allo stesso tempo. Vero che la destra parla al popolo, dice quello che il popolo vuol sentirsi dire, ma è anche vero che i suoi atti spesso sono indirizzati solo ad un certo pezzo di popolo: se si strizza l’occhio al balneare, al tassista, all’evasore, si incontra certo il favore di quel popolo, ma gli altri? Gli altri seguono per emulazione, sperando di raccogliere briciole di favori e privilegi. È così che si mettono insieme 12 milioni di voti e pure un Governo … finché dura, finché il famoso popolo non si accorge di non essere affatto al centro delle attenzioni della classe politica e cambia cavallo, purché sia sempre un cavallo populista, anzi più populista ancora … cinquestelle, Lega, Fratelli, ... Ma è vero anche che la sinistra spesso appare ideologica ed utopista, che ha la puzza sotto il naso, che preferisce battaglie ideali anche se perdenti, e che ha pochissima capacità (e volontà) di manovra politica. Quindi la storia di una destra populista e sovranista ma popolare opposta ad una sinistra massimalista, movimentista ma inconcludente, ha davvero fondamento ed è una pacchia per i pasdaran dell’uno o dell’altro campo. Infatti la schematizzazione di Meloni è “il” problema capitale: descrive due facce di una medaglia fatta solo di chiacchiere e comunicazione, di propaganda e di inconsistenza politica. Quella storia va ribaltata, va riscritta e raccontata di nuovo, quella vecchia va sostanzialmente buttata nel cesso della Storia. I problemi che abbiamo davanti sono di tale portata che, senza la competenza, la determinazione, la capacità di programmazione ed un metodo prossimo a quello scientifico, non potranno neppure essere scalfiti. Una democrazia evoluta deve uscire da questo film e cambiare registro. Né il massimalismo né il populismo sono compatibili con una democrazia moderna, una democrazia che resista all’autoritarismo e si regga sulla consapevolezza dei cittadini. Questo non vuol dire che spariscono le differenze politiche, ma che queste devono misurarsi sui temi concreti di intervento sulla società. Ridurre tutto a tifo da stadio, umorale, irrazionale, malmostoso, che si parli di economia, di politica internazionale o di cene al Twinga, è un favore a chi vuole uccidere la democrazia. Massimalisti e populisti non sono in grado di affrontare i problemi con metodo scientifico: cercano solo il consenso facile per poter fare sostanzialmente quello che vogliono. I riformisti si propongono cambiare il mondo e, un po’ alla volta, possono anche farlo, purché non partecipino alla corrida. Aggiungiamo che l’involuzione dei media, sempre più orientati a fomentare contrasti che a informare e fare chiarezza, ci sta facendo precipitare tutti in un vortice di settarismo, di paranoia, di sospetto, di diffidenza, che sono funzionali solo al mantenimento dello status quo. Così le parole di Giorgia suonano persino lucide ed efficaci, anche in inglese: un Governo che traccheggia e perde tempo da quasi un anno pare essere un buon Governo, e invece è un disastro sostanziale, specie dopo avere visto all’opera Mario Draghi. Un Governo che si commuove ma non agisce, che cerca i likes e non le soluzioni, che non è capace di ribadire all’altra Giorgia, quella di Giffoni affetta da eco-ansia, che il suo futuro se lo deve scrivere da sola, e che altre generazioni prima di lei hanno dovuto affrontare dilemmi almeno altrettanto gravi: andare in montagna a combattere o restare acquattati, emigrare in America o restare, lavorare a quindici anni o studiare, cedere all’avventurismo della lotta armata o prepararsi per cambiare il mondo. Cose così … e hanno scelto. Un Ministro con le palle (scusate l’espressione vetero sessista, ma a settant’anni non ho voglia di cercare giri di parole) avrebbe espresso concetti simili, invece quello si è unito al pianto in favore di telecamera. Populismo in purezza … e tutti a cliccare. Questo Governo va incalzato da vicino sulle cose, sulle proposte, sugli emendamenti, approfittando del fatto che non è composto di fulmini di guerra e che spesso i suoi esponenti pasticciano e non sanno che pesci prendere. La Presidente è stata chiara e pure sincera con Fox News: spetta a noi ribaltare quel punto di vista e non serve affatto continuare a farci le pulci l’un l’altro, secondo le vecchie e consolidate regole della sinistra perdente. Questa opposizione è litigiosa oltre ogni limite, in ogni sua componente, in ogni occasione: sento davvero il bisogno di tenere saldamente i piedi per terra e vorrei che tutti quelli di buona volontà si sforzassero in tal senso. Altrimenti il Grande Partito Riformista resterà una di quelle utopie, per la quale la cara Giorgia ci prenderà pure per i fondelli … Contenti noi …!
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