Orrendo spettacolo quello andato in scena in Senato durante la discussione del DDL Zan, purtroppo finita con l’accantonamento del provvedimento, ormai rimandato a chissà quando.Si sono spese molte parole per analizzare, capire, prevedere sviluppi, posizionarsi, ma a me la cosa pare tragicamente semplice. Una parte del PD, quella massimalista, quella più conservatrice, quella responsabile del fallimento del progetto originario del PD, quella che considera Conte “riferimento dei progressisti”, insomma quella che viene comunemente chiamata “la Ditta”, ha volutamente e cinicamente affossato la legge sull’omotransfobia, cercando una temeraria prova di forza chiaramente destinata alla sconfitta, per poi buttarne tutta la responsabilità su Renzi e Italia Viva, che quella prova avevano in tutti i modi cercato di scongiurare. Insomma, è la risposta al tentativo in atto di staccare il PD dall’abbraccio mortale con i cinque stelle. Le parole del vicesegretario Provenzano, riferimento di quella corposa corrente del Partito, sono state chiarissime e senza equivoci. Di fronte al voto segreto andato male, ha sparato accuse immotivate, indimostrabili, del tutto arbitrarie, che fanno persino a pugni con la matematica, senza un minimo di pudore né ritegno. Pura cattiveria. Rino Formica diceva che la politica è “sangue e merda”. Qui manca il primo, per fortuna, ma della seconda c’è grande abbondanza. Pur di azzoppare l’avversario politico, col quale non si è capaci di attivare una discussione politica, si emettono sentenze dalle quali tracima solo astio, rancore, disprezzo, e nessuna considerazione di sostanza, se non quella, davvero formidabile, che Renzi è di destra. A proposito, anche Draghi è di destra, per molti di quei signori lì. In realtà tutti quelli diversi da loro sono di destra: era così anche sotto Stalin … Ma che è di destra glielo dicono da anni, da quando il reprobo ha sfilato loro il controllo del Partito, il giocattolo che ritenevano di avere conquistato per sempre facendo fuori il fondatore Veltroni, sfilato ottenendo per due volte il consenso popolare di oltre il 70% del voti di alcuni milioni di elettori di centrosinistra. Imperdonabile. Lo hanno visto governare, lo hanno subìto, hanno schiumato rabbia quando toccava santuari fino ad allora intoccabili, come le banche popolari, la magistratura, il sindacato, gli insegnanti, quando faceva approvare il Jobs Act, le unioni civili (con la fiducia, il temerario!) e una riforma costituzionale con la quale si erano baloccati per decenni, senza concludere nulla; hanno aspettato il momento buono e al referendum lo hanno affondato. Operazione degna di menti raffinatissime. Peccato che il fellone, uscito dalla porta, sia rientrato dalla finestra, pilotando tutti i momenti più salienti della legislatura nata nel 2018: prima impedendo che il PD si sottomettesse al M5S trionfante, poi stoppando il Salvini del Papeete, infine propiziando la sostituzione di Conte con Draghi, cosa che solo Marco Travaglio continua a gabellare per Conticidio, come se stessimo meglio prima. Questa infernale macchinazione, condotta con spregiudicatezza, senza vergogna, ha immediatamente nascosto la tragica sostanza del fatto: una legge che serviva ai cittadini ora non c’è più e chissà quando ci sarà. La si poteva approvare a luglio, con le modifiche proposte da Ivan Scalfarotto e accettabili da larga parte del Parlamento, ma si è atteso il momento buono per usarla come una clava e spaccare una volta in più il centrosinistra. Dalla vicenda emerge con forza l’inadeguatezza del Segretario Letta, che in televisione da Fazio solo domenica sera aveva aperto al dialogo ed è poi stato brutalmente sconfessato due giorni dopo. E anche lui se la prende con Renzi che, colmo dei colmi, era pure in Arabia per una conferenza fissata da mesi. Ed è su questo che si è focalizzato il “mainstream”, lo “spin”, ben rappresentato dal Grande Inquisitore Corrado Formigli che, con una sommaria requisitoria televisiva, ha stabilito un nesso inscindibile tra la bocciatura del DDL Zan e l’Arabia Saudita. Bontà sua. Insomma, in tutto questo casino chi ha pagato e pagherà sono i cittadini che attendevano una legge che li tutelasse, e sono rimasti delusi. Ma di quelli non frega niente a chi vuole solo distruggere e non costruire. Chi conosce certa sinistra sa bene che preferisce, anzi adora, perdere, per potersi dichiarare vittima di qualche suo supposto nemico. Molto comodo, perché assumersi responsabilità positive è del tutto fuori dalla sua cultura. Mala tempora currunt…
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