Fino a prova contraria, viviamo in una “economia di libero mercato” . Con tutte le cautele del caso, “libero mercato” significa “libero mercato” e, se pure non fosse proprio libero libero, almeno così tenderebbe ad essere. Ha regole, limiti, trattati, consuetudini, anche tensioni e difficoltà, ma è sostanzialmente “libero”, nel senso che è basato su domanda e offerta, che gli scambi non sono osteggiati ma favoriti, che se ne prevede la reciprocità, che ci si fa liberamente concorrenza, che insomma NON sia come nel film (già ricordato) di Troisi e Benigni, dove si doveva pagare “un fiorino” ogni volta che si passava davanti al doganiere. Quella scena a suo tempo (1984) fece molto ridere, proprio perché rappresentava un assurdo palese, una caricatura paradossale di una società ancora legata alla legge del più forte. Oggi invece c’è ben poco da ridere. È arrivato un signore alla Casa Bianca, dall’aspetto improbabile e dai modi molto poco urbani, che ha deciso di usare la ...
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