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Visualizzazione dei post da settembre, 2024

La soluzione finale

  Immaginiamo di vivere in una di quelle villette a schiera che punteggiano (e ingombrano) i panorami di molte località italiane (e non solo). Vicini di qua, vicini di là, vicini avanti e vicini dietro: al massimo un giardinetto privato di pochi metri quadri. Immaginiamo che tutti, dico tutti, i vicini facciano di tutto, ma proprio di tutto, per mandarci via dalla nostra villetta ed appropriarsi della nostra proprietà, che ci considerino intrusi, e quindi ci gettino l’immondizia nel giardino, ci aizzino contro cani, gatti ed altri animali, si introducano nottetempo per farci danni, aggrediscano qualche familiare, o anche peggio, con il dichiarato obbiettivo di farci sloggiare da lì, per mandarci il più lontano possibile. Noi ovviamente reagiamo, cerchiamo di contrastare gli aggressori, ma la nostra vita sarebbe comunque un inferno, immersa in un conflitto perenne ad intensità crescente, anche se nel frattempo qualche nostro amico ci fornisse sì materiale per difenderci ed anche per off

Il Centro, ancora ... è tempo di migrare

  Lo so, sono noioso e ripetitivo, ma resta sul tappeto la questione del Centro ... Un’Araba Fenice, una chimera, un luogo dell’anima, una dannazione, un mito, … “Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare” . Settembre, andiamo. Si rimescolano le carte, per l’ennesima volta, e tutti i malati di politica cercano un nuovo senso per quello che succede. Gli altri, giustamente, pensano ad altro: e non manca la materia … Adesso c’è chi dice che il Centro è morto, che non c’è spazio al Centro, che  “o di qua o di là” , che era così evidente …, che  “tertium non datur” , come nella migliore tradizione aristotelica. E invece no. Qui si confonde l’offerta politica con la domanda, la composizione dell’elettorato con la struttura dei partiti politici che dovrebbero interpretarlo, intercettandone i bisogni. Le famose “praterie” al Centro ci sono per davvero, le elezioni si vincono per davvero al Centro, è sempre stato così e così sempre sarà nelle democrazie comp

Sete di giustizia ...

  La signora (si fa per dire …) di Viareggio che con il SUV ha schiacciato uno scippatore contro una vetrina, come una mosca fastidiosa, per riprendersi la borsa rubata, e poi se ne è andata senza neanche degnare di uno sguardo il malcapitato moribondo (che infatti di lì a poco è morto davvero) non è purtroppo un caso isolato di follia vendicativa. Le cronache sono da anni piene di giustizieri fai-da-te, che godono peraltro dell’appoggio esplicito, e anzi del favore, di una parte non piccola del nostro sgangherato quadro politico e anche della cittadinanza che ad essa fa riferimento. Tabaccai, gioiellieri, gestori di pompe di carburante, comuni cittadini, per carità qualcuno davvero esposto più di altri alla piccola delinquenza, hanno riempito le cronache di gesti a volte efferati di ritorsione contro delinquenti che avevano aggredito loro e/o i loro beni. Hanno certamente reagito ad una offesa recatagli da un violento, sul quale si è scaricata la loro reazione, in modo spesso sproposi

Per chi ancora sogna di riformare l'Italia .

  Quando Matteo Renzi, più di una dozzina di anni fa, piombò nel quadro politico nazionale, lo fece cercando di scalare il Partito Democratico, ovvero il partito più grosso, certamente egemone, del centrosinistra. Il PD (in quel periodo era Segretario Pier Luigi Bersani e il berlusconismo volgeva ormai alla fine) non attraversava uno dei suoi momenti migliori: si era liberato in fretta del suo fondatore Walter Veltroni, reo di avere preso la miseria del 35% (!!) alla prima elezione utile, nel 2008 e, dopo qualche vicissitudine, si era affidato al tenutario della famosa Ditta, costituita da impenitenti ex-comunisti e solidi ex-democristiani. In quel frangente Renzi non propose di costruire un nuovo Partito, moderato e riformista, centrista, come si direbbe adesso. No, scalò il partito principale del centrosinistra. Neppure gli andò bene subito ma, complice la disastrosa gestione delle elezioni del 2013 da parte di Bersani, a fine di quell’anno riuscì a diventare Segretario, pressoché a