Qualche anno fa ci ritrovammo all’improvviso tutti esperti di immunologia, discettavamo di epidemie e di vaccini come vecchi cattedratici in pensione, impartivamo con severità patenti e giudizi ai virologi, immunologi, biologi, che avevano invaso le nostre televisioni nelle interminabili giornate di lockdown. Sembrava che nessuno avesse fatto altro nella vita se non osservare vetrini al microscopio, alla ricerca di virus, antivirus, vaccini, RNA messaggeri e simili piccolezze (nel vero senso …). Fortunatamente, c’era chi invece esperto lo era veramente e, mentre noi ci dedicavamo al cazzeggio epidemiologico, davvero inventava, sperimentava, produceva, e infine diffondeva i miliardi di dosi che ci hanno fatto superare, in tempi molto brevi (rispetto alle esperienze passate), una crisi che avrebbe potuto mettere in ginocchio tutta l’umanità. Per fortuna o, meglio, per merito esclusivo della scienza, c’è anche un mondo di adulti, che lavora seriamente e non si perde in chiacchiere. Adesso il mondo si è riempito di esperti di geopolitica, di commercio estero, di macro e microeconomia, che pontificano a manetta su tariffe, dazi, contro-dazi, surplus commerciali, inflazione, recessione, stagnazione, ed altre simili evenienze. Manca solo il ricorso alla moviola … Ci ha pensato l’intrattenitore-in-chief della Casa Bianca a lanciare questo nuovo gioco per la primavera-estate, e quindi prepariamoci a mesi di concioni dottissime, diffuse in ogni bar, su argomenti che non sarebbero proprio alla portata di tutti. Così va il mondo …! Io, nel mio piccolissimo, come consigliavo di non pontificare su Covid e vaccini, ora metterei in guardia dal pontificare su dazi e contro-dazi. E affermo con convinzione che chi pensa di avere le idee chiare sull’argomento, in un momento come questo, sta bluffando sfacciatamente. Non invidio affatto chi istituzionalmente adesso si trova a dover prendere decisioni, Dio solo sa con quale e quanta coscienza: mi limito a sperare che, come per i vaccini c’era (anche) gente preparata a gestire la risposta, anche adesso, da qualche parte, qualcuno a mente fredda e lucida sappia almeno che direzione prendere. Pretendere soluzioni rapide mi pare davvero fuori luogo. Una guerra commerciale così, in un mondo globalizzato ed iper-informatizzato come l’attuale, nessuno l’ha mai sperimentata, forse neanche ipotizzata come scenario, per cui cercare di divinare le conseguenze delle azioni e delle possibili reazioni è cosa da far “tremar le vene e i polsi”. Temo che dovremo rassegnarci ad attendere, per vedere come il complesso sistema mondiale e delle sue relazioni reagirà, quali nuovi equilibri troverà, se li troverà, con quanti tentativi, e quali conseguenze dovremo sopportare. Non sarà divertente, temo …! Ciò non toglie però che non si possa (e non si debba) cercare di capire cosa sta succedendo e in quale contesto si stia sviluppando tanto trambusto. Bisognerebbe a mio parere cercare di distaccarsi almeno un po’ dalla temperie del momento, per individuare nella Storia qualche linea di fondo intellegibile. L’umanità, da che esiste (e sono decine e decine di millenni …), non è mai stata ferma; si è sempre mossa, continuamente, senza sosta. Sempre ha cercato altre terre, altre opportunità, sempre ha cercato contatti con altri pezzi di umanità. Spesso scontrandosi, provocando guerre ferocissime, cercando di sottomettere altra umanità, di esercitare potere, compiendo anche crimini indicibili. Mai c’è stata stasi, quiete, fin da quando i sapiens si muovevano dall’Africa verso nord e verso est, a quando Alessandro Magno partì dalla Macedonia per arrivare in India, o Annibale scavalcò le Alpi con gli elefanti, o Cesare invase le Gallie. E pure nel sonnacchioso Medioevo orde di cosiddetti barbari sciamarono a sud, Marco Polo andò a piedi fino al Catai portando e riportando merci e prodotti, e poi Colombo partì senza sapere di preciso dove andava; ma da allora i grandi navigatori scoprirono tutti i mari e tutte le terre del mondo, e anche oltre il mondo, arrivando fin sulla Luna o inviando manufatti ai confini (ma quali confini …?) della nostra conoscenza. Un continuo movimento, mai arrestato perché inarrestabile, mosso da curiosità, necessità, voglia di scambiare merci e prodotti, di conoscere genti diverse, di mescolare etnie, culture, usi e costumi. Soprattutto voglia di migliorare la propria vita e quella della propria discendenza. Tutto ciò è francamente impossibile da negare, per chiunque. Questa propensione al progresso è una costante universale, proprio come quelle della fisica. Non c'entrano ottimismo e pessimismo. Eppure, eppure … Eppure, arriva un signore, un miliardario, non si sa quanto vero o millantato, con un buffo ciuffo giallo e un ghigno da fumetto di quart’ordine e, insieme ad altri miliardari, alcuni invasati, alcuni semplicemente opportunisti, riesce a convincere qualche decina di milioni di persone che invece no, tutto si può fermare, tutto si può bloccare, merci, persone, idee, desideri, ambizioni, sogni, tutto, nell’illusione (per molti persino in buona fede) di un impossibile ritorno ad una mitica età dell’oro, quando ognuno bastava a se stesso, chiuso in se stesso, scioccamente proteggendo lo status quo (infatti si chiamava protezionismo …). “Stupido” – è stato detto. “Criminale” – si potrebbe dire, viste le conseguenze per così tanta gente. “Io sono il più forte e il mio potere è il più forte … ci sarà pace e benessere per tutti” – afferma, agitando il ciuffo giallo e il pennarello nero. Ma il mondo, caro Trump, non va al contrario, checché ne dicano i tuoi fan nostrani come Salvini e Vannacci, il dentifricio non rientra nel tubetto, la gente continua a muoversi, perché non può e non vuole più farne a meno, le merci a girare, le idee a circolare, sempre più, e grazie proprio a quella tecnologia messa a punto da chi oggi vorrebbe usarla per fermare e controllare tutto. Non funzionerà. E lo sanno per primi proprio loro, che non funzionerà. Ma ci sarà tanto casino nel mondo, quello sì, e nel casino qualcuno guadagna sempre tanto, specie se il casino lo genera ad arte. Finché dura …! Poi, prima o poi, tutto rientrerà in quei binari che partono dal Pleistocene per arrivare ai giorni nostri. Hai voglia a mettere dazi, ad alzare muri, a minacciare deportazioni in Albania, …, la globalizzazione è inarrestabile come è inarrestabile il destino dell’essere umano, la cui natura è creare, capire, viaggiare, porre domande e cercare risposte. È sempre stato così e, se dalle caverne siamo arrivati fino all’intelligenza artificiale, vuol dire che questo percorso non ha alternative. Può conoscere strappi, intoppi, diversioni, sobbalzi, ma poi prosegue, come fa da oltre 100.000 anni. Allora, buon lavoro a quegli adulti che devono restare lucidi e prendere decisioni; speriamo le prendano giuste, o almeno non sbagliate, e che il più velocemente possibile ci rimettano sulla via maestra. Il transitorio non sarà confortevole ma, d’altronde, la Storia confortevole non lo è mai stata. Noi, il nostro compito è restare svegli e vigili, se vogliamo vedere come va a finire. Never give up, si dice da quelle parti. E lo disse anche Winston Churchill, nell'ora più buia …
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