Un pericoloso banchiere cripto-renziano, annidato prima nel board della BCE ed adesso Presidente della Société Générale in Francia, tale Lorenzo Bini Smaghi (qualcuno lo ricorderà quando, una decina di anni fa, oppose una certa resistenza a uscire dal board della BCE per far entrare un francese e dare spazio al futuro Governatore Mario Draghi – insomma un tipino bello tosto, che sa il fatto suo e che risolse la situazione direttamente al telefono con l’allora Presidente Sarkozy), dicevo Bini-Smaghi ha rilasciato a Repubblica un’intervista sul nostro Recovery Plan, che pare scritta, per contenuti ed anche per i toni niente affatto diplomatici, proprio dall’insopportabile rompipalle di Rignano. Uno stampo e una figura, come si dice. Leggetela, se non ci credete. Si aggiunga l’austero ed autorevole quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ), che qualche giorno fa si preoccupava che in Italia i soldi del Next Generation EU potessero finire in distribuzioni clientelari invece che in investimenti per la crescita, ed avanzava dubbi sulle capacità espresse dal Governo. Insomma, l’Europa, il mondo, ci guarda … Certo che questo diavolo d’un Renzi deve avere amici proprio dappertutto … sarà la Spectre, sarà la Massoneria come diceva De Bortoli, sarà George Soros, Angela Merkel o Joe Biden, certo che questo sospetto, che il Governo Conte non sia affatto adeguato alle necessità urgenti del paese Italia, e quindi anche dell’Europa che si accinge a darci un mare di soldi, si sta pericolosamente diffondendo. Il Recovery Plan, anche in versione rivista, non pare offrire a nessuno grandi garanzie. Le pregresse esperienze dell’Italia nella gestione dei fondi europei neppure. E non parliamo delle competenze espresse dal Governo … Ma qui sono tutti tranquilli: basta trovare quattro o cinque responsabili costruttori e tutto si aggiusta. Soprattutto basta liberarsi dell’Innominabile e poi Travaglio garantisce che tutto andrà a posto. Non ne siete convinti? Male, molto male: è peccato non credere a Rocco Casalino, alla CEI poi, è proprio peccato mortale. Preferiamo sentire Mastella invece che Bini-Smaghi, Il Fatto Quotidiano invece che la FAZ. Abbiamo già dimenticato i sorrisini di Merkel e Sarkozy a Cannes nel 2011; di lì a poco l’invincibile Cavaliere fu costretto a sloggiare e ci beccammo Monti con tutta la sua austerità. Anche in quella occasione il PD bersaniano si accodò, si accodò tanto a Monti da regalare qualche milionata di voti agli emergenti e trionfanti cinquestelle (la famosa vittoria-non vittoria). Ma questa è storia. E purtroppo anche in quella occasione il PD non fu capace di esprimere una sua autonoma ed efficace linea riformista. Oggi è uguale, e la base più avveduta del PD ne è perfettamente consapevole. Il PD si accoda a Conte ed ai cinquestelle e litiga con Renzi, come se la causa del male fosse chi il male lo denuncia con vigore. Di prudenza si muore, di indecisione pure. Il PD era nato con ben altre ambizioni; ora pare che voglia solo tirare a campare, lasciando l’iniziativa a figuri senza storia, senza cultura, senza un progetto organico, ma con tante buone maniglie (dalla Curia alla destra americana) e tanta presa sui gangli del potere del vecchio sistema Italia. Non so a voi, e dico soprattutto al PD, ma a me vedere ancora, nel 2021, Mastella e signora dettare condizioni con un linguaggio criptico, antico, fatto di “do ut des”, fa venire i brividi. Va bene che è gennaio, ma quando vedremo una primavera italiana? |