Ah, poter salire su un elicottero e sollevarsi verticalmente sui vortici tempestosi della nostra politica! Guardare dall’alto, cambiare prospettiva, ma non per staccarsi dalle meschinità e dalle bassezze che abbiamo intorno, che pure sono tante ...! No, sarebbe impossibile: non è andando verso l’alto che si risolve il nostro angoscioso presente. “Hic Rhodus, hic saltus!”, raccontava Esopo. Questa è la prova da superare e qui ed ora va superata. Però guardare da un’altra prospettiva ci farebbe senz’altro cogliere aspetti diversi, ci darebbe chiavi interpretative diverse, forse ci suggerirebbe anche spiegazioni diverse e ci proporrebbe nuove possibilità per andare avanti. È quello che credo debba fare, che spero stia facendo, il Presidente Mattarella, nelle cui mani e nella cui saggezza è riposta ogni speranza di venire fuori da una situazione oggettivamente difficile. Non sto qui a ripetere come e perché essa sia difficile, né come e perché si sia arrivati a tanto. Diamo per buono che il passaggio è molto delicato e che può avere conseguenze storiche sul nostro futuro di collettività, di società organizzata, di Nazione. Ma guai se il Presidente si facesse coinvolgere nelle chiacchiere, nelle allusioni, nelle tattiche, nei retroscena, nei gossip che stanno riempiendo giornali, siti, media in generale! Io credo che suo compito sia fare un grande sforzo di astrazione, staccarsi dal suolo e cercare di guardare lontano. Cosa vedrebbe, così facendo? Sicuramente vedrebbe una giungla molto intricata, ma altrettanto sicuramente vedrebbe gli obbiettivi che dobbiamo, ci piaccia o no, cercare di raggiungere: - superare gli ultimi (speriamo pochi) mesi della pandemia: vuol dire, essenzialmente, organizzare la somministrazione dei vaccini e avviare la ristrutturazione della Sanità pubblica, laddove questa ha dimostrato le sue più acute debolezze: la medicina del territorio e il rapporto Stato-Regioni;
- predisporre il Piano cosiddetto Recovery (PNRR) che, se correttamente articolato, ci permetterà di usufruire degli ingenti finanziamenti che la UE ci mette a disposizione non per buon cuore, ma perché l’equilibrio politico, economico e finanziario di tutta l’Unione non può prescindere dall’equilibrio e dalle prestazioni di un Paese con 60 milioni di abitanti e quasi il 13% del PIL dell’intera area;
- avviare la ristrutturazione della macchina istituzionale ed amministrativa dello Stato, in modo che possa gestire, supportare e portare a compimento le attività connesse al Piano.
Perdonatemi il linguaggio burocratico, ma qui non si può sfarfallare. Questo c’è da fare, pena conseguenze davvero inimmaginabili sulla nostra vita sociale, sull’economia, sulla finanza pubblica. Bene, se questi sono gli obbiettivi, pensiamo forse che dall’alto dell’elicottero si veda chi va alla ricerca dei Responsabili con il lanternino? Che si possano seguire le evoluzioni di Ciampolillo, di tal Vitale, delle signore Rossi e Lonardo in Mastella? Che si possano apprezzare le stizzose prese di posizione dell’avvocato Conte? O le felpate dichiarazioni di Zingaretti e Verini? Oppure le convulsioni preagoniche degli ex-apertori di scatolette di tonno? Oppure persino le puntute sollecitazioni di Renzi? No, credo proprio di no. Dall’alto tutte queste sono bolle di sapone che svolazzano e poi scoppiano. Dall’alto si vedrebbe solo la necessità urgente di mettere alla guida del Paese il meglio che il Paese può offrire. Subito, senza tentennamenti. Crediamo davvero che il futuro di un Conte, venuto dal nulla ed ora diventato “il punto di equilibrio più avanzato”, come dice Zingaretti (che non è Aldo Moro …), sia più importante di quegli imprescindibili obbiettivi? Non avrebbe ragione Il Presidente, una volta dato ascolto a tutti, a puntare dritto su un “dream team” di elevato profilo istituzionale, politico e tecnico (e se distogliamo un attimo lo sguardo dai telegiornali, scopriremo che le risorse di quella caratura non mancano)? Si chiamerebbe Governo del Presidente? Forse, ma non è importante il nome. Importante è che sia composto da persone degne ed autorevoli, alle quali nessuno potrebbe dire di no, se non prendendosi in chiaro la responsabilità di mandare il Paese a ramengo. I temi, i contenuti sono chiari a tutti, le soluzioni sono state esplicitate, messe per iscritto, ora vanno discusse, concordate e trasformate in azioni di governo. Scommettiamo che si aggregherebbe una bella maggioranza parlamentare? Italia Viva, che ha scommesso forte, senz’altro, ma anche il PD, che non sa come uscire da questo ginepraio, il M5S poi non ha alternative, salvo tornare sulle barricate filo-venezuelane del guerrigliero Di Battista, rinunciando per sempre ad ogni sogno di gloria. I centristi di Bonino e Calenda, se la sentirebbero di restarne fuori? Persino Berlusconi e Forza Italia, chissà, sarebbero tentati e forse dovrebbero finalmente decidersi tra diventare una destra europea oppure restare sul binario morto di una destra tardo-trumpiana. Insomma, mandare al diavolo le piccole beghe di questi giorni e puntare su una vera Rinascita del Paese. Se non ora, quando? Restano i media, gli opinionisti, i maître a penser, gli influencer così attivi verso il popolo dei social, gente che ormai pretende di decidere di cosa si parla e come se ne parla, per intenderci quelli che da oltre un mese continuano a salmodiare stancamente sulla “crisi incomprensibile”, solo perché così sanno di accarezzare il pelo al cittadino spaventato, ma non si impegnano minimamente a spiegargliela, la crisi, invece di fare finta di non capire. Sepolcri imbiancati, per interessi di bottega o per pigrizia mentale, stanno diventando parte del problema, e invece dovrebbero essere parte della soluzione. Per loro deve servire l’esempio: ovvero una classe dirigente che parla con i fatti, con gli atti di Governo, con la logica dei numeri ed il coraggio dei progetti. Sembra fantascienza, ma è tutto alla nostra portata, si può fare, non siamo senza speranza. Purché il Presidente salga sull’elicottero, guardi dall’alto e non soffra di vertigini. |