Che cosa è lo “spin”? In inglese, “spin” significa “rotazione”. Nella meccanica quantistica, lo “spin” caratterizza lo stato di una particella. Nel tennis, è l’effetto dato con la racchetta alla palla, in modo da spingerla su una traiettoria non rettilinea. Nel moderno linguaggio della comunicazione e nella prassi politica contemporanea, lo “spin” è una pratica comunicativa che tende a modificare, selezionare, utilizzare alcune informazioni per costituire una struttura prefissata nella propaganda di un candidato, di un governo, di una lobby, … (la definizione è tratta dal sito governativo per la sicurezza). Insomma un tormentone che resta nella testa. Perché ne parlo? Perché, da settimane ormai, c’è uno “spin” molto potente che ci ha preso tutti e continua a trascinarci anche contro la nostra volontà e perfino contro la nostra razionalità. Lo “spin” in questione è quello della “crisi incomprensibile”. Lo so, ne ho già parlato ma, più andiamo avanti, più questo “spin” si fa vorticoso, avvolgente, trascinante, e non si riesce ad uscirne, siamo tutti come ammaliati da questa “struttura comunicativa“. Qualcuno, forse preda dello “spin” medesimo, potrebbe anche sostenere che non di “spin” trattasi, ma della pura verità dei fatti. “Che diamine, questa crisi è davvero incomprensibile! Lo dicono tutti!”. Ora, non voglio fare per forza l’originalone, ma io non lo penso affatto, e anzi sostengo che questo “spin” stia fortemente condizionando le possibilità di uscire dalla crisi in modo positivo. ...... Mi correggo: "abbia rischiato" di condizionare le possibilità … Perché il rischio adesso è passato. Sono le ore 21 e qualcosa di martedì … Silenzio, parla Mattarella! È appena sceso dall’elicottero e nelle mani ha un foglietto con il numero di cellulare di Mario Draghi … Lo “spin” si è fermato. La “struttura comunicativa” ha perso improvvisamente potenza e la palla non ruota più. Gioco, partita, incontro. Da domani (oggi) cambia tutto. La politica italiana non è più la stessa e va completamente ridisegnata, a sinistra, al centro, a destra, e in tutti gli altri luoghi. Adesso non si cercano più responsabili a cottimo, non si aspetta la velina di Rocco Casalino, non ci si chiede più cosa farà Bonafede. Basta “spin” ed altre amenità: si fa sul serio. E i duri (ma soprattutto i migliori) cominciano a giocare. Ora forse sarà chiaro anche ai più refrattari qual è stato il significato di quest’ultimo mese; tutto diventerà improvvisamente “comprensibile”, a chiunque. L’Italia avrà un Governo eccellente, di alto livello (il Presidente lo ha chiesto espressamente), che affronterà in modo adeguato lo spaventoso frangente che abbiamo davanti. Chi si chiama fuori (e qualcuno certamente lo farà) si prenderà una responsabilità tremenda verso se stesso e verso il Paese. Essere irrilevante e insieme schierarsi contro la ricostruzione. Tutte le forze politiche (nessuna esclusa) dovranno ripensare la loro posizione, dovranno riorganizzarsi, dovranno misurarsi con un’asticella davvero molto alta. E scommetto che, quando si tornerà a votare, il quadro politico sarà molto diverso da com’è ora. Vedremo chi sarà più pronto, chi avrà più coraggio, più capacità di interpretare una stagione che si annuncia davvero inedita. Abbiamo incaricato (grazie, Presidente!) l’italiano in assoluto più considerato al mondo (è un fatto indiscutibile) dai tempi di Leonardo da Vinci (va bene, sto esagerando, ma mica poi tanto …) e non abbiamo più scuse. Il Paese deve muoversi di conseguenza. I più avveduti lo faranno senz’altro, anche se le resistenze non mancheranno. Draghi è forte ma non onnipotente e la tendenza a “sopire, troncare” non si smorza tanto in fretta. Il tempo gioca a favore di rapidi ed efficaci cambiamenti. Non potremo cincischiare. Non servirà un nuovo “spin” ma, casomai ne servisse uno, dovrebbe essere: “forse questa è la volta buona”.
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