L’hanno vista chiedere al portinaio, al panettiere, al salumaio, poi all’edicolante, infine al tramviere ed al tassista; quindi fermare persone a caso per la strada, nei bar (dal marciapiede, ché non si può entrare), alle fermate del bus, sul suo tacco 12, col tubino ed il labbro prominente. A tutti le stesse domande, insistenti, assillanti, martellanti, ossessive: “Ma Draghi sta facendo meglio o peggio di Conte?”, e poi “Draghi è di destra o di sinistra?”, “Che differenza c’è tra Draghi e Conte?”, infine, ammiccando, “Draghi è più o meno charmant di Conte?”. Domande di poco senso pratico, visto che ormai al Governo c’è Draghi e non più Giuseppi, ma evidentemente c’è un tarlo che rode ... Qualcuno degli interpellati s’è preoccupato, qualcun altro s’è seccato, qualcun altro ancora s’è addirittura alterato, ma che maleducato! Niente da fare: tutti tempestati invano dalle stesse domande, fino a piombare nello studio televisivo di La7 e assillare i poveri malcapitati ospiti, non solo giornalisti, ma anche virologi, matematici, scrittori, attori, sportivi, chiunque, tutte persone che per bon ton si sentono tenute a rispondere gentilmente, seppur vagamente, ben consce che ormai l’ossessione sfiora toni patologici. Ma cosa ci vuoi fare? È Lei che ha il microfono dalla parte del manico. È pure vero che trova anche degli aficionados della solita compagnia di giro, nostalgici, sconsolati, un po’ lividi, pronti ad assecondarla nel martellamento e così, tutti insieme, si raggruppano in una specie di banda “arancione” che, invece dell’Hare Krsna coi tamburelli e i campanellini, intona il mantra delle fatali domande, brandendo microfoni e telecamerine. È evidente che questi non hanno superato lo shock, che sono tutti sotto forte stress, che non riescono a farsene una ragione, e così vanno nel mondo: “laggiù li vedi ancor danzanti, che più che gente sembrano foulards” e “non ci sono parole per spiegare e intuire” (cit. Paolo Conte – Madeleine). Draghi? Conte? Conte? Draghi? Ma che c’avrà di più questo qui, così algido e professionale? E fa pure lo spiritoso … come si permette? E dire che andava così bene quell’altro, così simpatico, così affabile, così benevolmente familiare per le casalinghe di Voghera ma anche di Cerignola; ma perché, destino crudele, perché ce l’ha portato via? Maledetto! IL Maledetto! L’Innominato innominabile! Che sprofondi all’inferno! Insomma, questa manfrina va avanti da un mese e non pare destinata a finire in fretta. E se Draghi non parla è perché non sa cosa dire; ma poi parla e pare un oracolo, pure simpatico, mannaggia; ma chi si crede di essere, con questa prosopopea da banchiere centrale? Manco un tweet, manco una diretta Facebook, una storia su Instagram: non c’ha i followers, e manco un esercito di bot e di troll che gli coprano le spalle. Ci guarda con un sorrisino … calmo, tranquillo, serafico, ironico. Dio, non lo sopporto più! La Signora è sull’orlo di una crisi di nervi: punta il dito sul cameraman più vicino, lo perfora con lo sguardo e gli chiede: “Rapido! Chi è il più bello del reame? Draghi o Conte?” Il pover’uomo barcolla, tentenna: sa che se risponde Draghi, si gioca il posto. Dovrebbe rispondere Conte, ma invece spegne la telecamera e fugge via terrorizzato, cercando scampo dallo sguardo dardeggiante della Signora, che invano lo insegue brandendo un microfono. È finita: non resta che Il Punto di Paolo Pagliaro.
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