Per capire, e restarne insieme sbalorditi, il livello di imbarbarimento raggiunto dallo scontro politico all’interno dell’area di centrosinistra, è davvero illuminante l’episodio che vado brevemente ad illustrare. Bologna, città storicamente di sinistra, nella quale il Sindaco Merola va a scadenza, voterà ad ottobre. Erano previste primarie, dalle quali si pensava dovesse uscire la candidatura “ufficiale” di Matteo Lepore, Assessore nell’attuale Giunta e molto legato al Sindaco PD uscente. Primarie di conferma, diciamo … A scompaginare le previsioni arriva però la candidatura di Isabella Conti, popolarissima Sindaca (eletta con oltre l’80% dei voti) di San Lazzaro di Savena, famoso per l’omonima Fiera, quella di Guccini, dove tra ragazzi e ragazze si giocava alla “merola”, ma sotto gli occhi lubrichi della vecchia – la “merola” dei miei “quaglioni”! –, nostalgica dei “pezzoloni” della sua gioventù, ma ora acconciatasi a più prosaici “fittoni” (insomma, chi non se la ricorda, se la cerchi su YouTube …). La possibile candidatura alle primarie (di coalizione) della Sindaca è stata annunciata al Segretario Letta da Matteo Renzi; Conti correrà a capo di una lista “civica”, per raccogliere il massimo dei consensi riformisti. La candidatura ha suscitato molto rumore, vista l’ottima fama della Sindaca, ed anche adesioni trasversali, molte anche all’interno del PD stesso. Le probabilità che vinca non sono affatto trascurabili … Le primarie diventano così una vera competizione tra due linee politiche abbastanza diverse, ma ben ancorate al mondo del centrosinistra. Bene, che vinca il migliore! Tutto a posto? Manco per niente. La reazione di Lepore è stata spiazzante e sprezzante: “Abbiamo respinto Salvini, respingeremo anche Renzi”. Azz! “Firmato Diaz”, si direbbe, e non Matteo Lepore. Eppure, con un magistrale colpo doppio, il nobile condottiero cerca di annullare l’identità dell’avversaria (che diventa Renzi tout court, mica Isabella Conti …) e paragona un contendente alle primarie con Salvini che, come tutti sanno, sta da tutt’altra parte politica e in Emilia ha già preso una batosta memorabile, col contributo di TUTTO il centrosinistra, per una volta miracolosamente unito. Non so a voi, ma a me questa cosa ha colpito molto, mettendomi addosso una tristezza infinita e dandomi nel contempo il segno del degrado culturale, direi quasi morale, raggiunto in certi ambienti di quello che doveva essere il punto di raccolta e di sintesi delle differenti anime della sinistra italiana. Che peccato! Al momento della fondazione di Italia Viva, ebbi a scrivere che essa nasceva da due fallimenti, quello del PD come lo aveva pensato Veltroni, e quello del referendum del 2016, momento topico del masochismo di sinistra. Speravo di essere smentito, ma purtroppo ... Ormai una parte, poco consistente ma molto rumorosa, del PD è convinta di essere l’unica depositaria della Suprema Verità Politica e considera tutti gli altri un unico antagonista, che va dalla Meloni a Renzi, ma anche a Marcucci, o Guerini, o Tinagli, anche fino a Letta stesso. E mi chiedo se abbia senso continuare questa manfrina un po’ ipocrita, questo balletto in cui “Mackie Messer ha un coltello, ma vedere non lo fa”. È evidente che una parte del PD non brama altro che formare una forza populista “di sinistra”, con Giuseppe Conte alla guida e rimasugli di cinquestelle, cercando di acquisire egemonia su tutta l’area. Bettini, D’Alema, una parte dei media, più un mazzo di “rigorosi” intellettuali in cerca di visibilità mediatica, sono ormai oggettivamente fuori dalle logiche di un riformismo moderno occidentale ed inseguono i fumi di un populismo giustizialista, assistenzialista, vagamente tardo-stalinista. Cosa possiamo farci? Come si può fare affidamento su questi per un qualsiasi programma riformista? Lo chiedo a tutti, anche al PD, che rischia di pagare un prezzo molto alto, il più alto, a questa folle deriva. Io sono sicuro che il famoso popolo del PD, quello ormai mitico delle Feste, dei Circoli, dei quartieri, anche stanco e disamorato, non sta con loro: quella gente, perché è gente, positiva, pragmatica, concreta, vuole un’unità di intenti che sarebbe nei fatti, se lasciassimo al loro destino i nostalgici della Ditta Novecento & C. Ne guadagneremmo tutti, perché daremmo una formidabile accelerata ai processi di cambiamento della nostra società. Il Recovery Plan, con Draghi che dirige l’orchestra e garantisce con la sua reputazione di fronte all’Europa ed al mondo, offre un’opportunità meravigliosa che non si può e non si deve perdere. Davvero dico questo con la morte nel cuore, perché io al PD ho creduto, ho contribuito a farlo nascere (col mio piccolissimo, insignificante contributo), ed anche con la nascita di Italia Viva ho stupidamente pensato che si potesse allargare l’offerta e fare un utile gioco di squadra. Invece no. Ci sono soggetti irriducibili alle dinamiche di una forza democratica; gente per la quale non c’è differenza tra Isabella Conti e Matteo Salvini, gente che non ha mai guardato la faccia delle persone alle quali fanno riferimento, ai valori per i quali combattono. No: tutto uguale, tutti contro, tutti fuori linea. Sono gli epigoni di una “sinistra” (le virgolette indicano distacco dalla sinistra normale) inconcludente, nociva, nemica dell’emancipazione della società, affezionata solo agli schemi mentali che la guidano da mezzo secolo e oltre, incurante dei danni provocati al Paese. Vogliamo costruire davvero una sinistra moderna, riformista, pragmatica, solidale, “migliorista”, lasciando al loro destino queste forze indisponibili a mettersi in discussione? Se poi bisognerà allearcisi per governare, ebbene lo potremo pure fare, ma il timone non bisogna mollarlo. Mai.
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