Caro Michele, debbo riportare verbatim le parole che hai appena pubblicato sulla tua posta del Venerdì: “Venendo a Draghi: io mi sentivo un elettore del governo giallo-rosso, con tutti i limiti del caso, e non mi sento un elettore di questo governo, che è frutto di una lecita alchimia istituzionale (ha i voti in Parlamento), non certo di un risultato elettorale. Ma non posso non vedere e non sentire che il prestigio di Draghi poggia su solide basi. Quando parla, di solito poco, è preciso e semplice, il contrario del politicante. È un uomo di centro, laico anche se credente. È un uomo di mercato, eccome, ma anche un uomo di Welfare. Un democratico legalitario. Un forte e credibile europeista. Una specie di Prodi conservatore, ammesso che i conservatori se ne accorgano. E dunque penso che sarebbe il leader ideale di un centro-destra finalmente civilizzato.” Non ho saltato neanche una virgola. E resto di sasso … Perché mi sento improvvisamente diverso, estraneo, tagliato fuori da una storia che credevo comune, che mi pareva comune, e che invece ora, alle soglie dei miei (e anche tuoi, tra un po’…) settant’anni, mi proietta violentemente da un’altra parte. E non so più quale! Io credevo di avere una storia ed anche una pratica di sinistra (tessera del PCI di Berlinguer, voto sempre, disciplinatamente, alla filiera PCI/PDS/DS/PD in ogni tipo di elezione e referendum, fondazione e militanza nel PD, il partito lungamente atteso, desiderato, mai compiuto, strapazzato dalle sue infinite traversie, infine grato a Matteo Renzi per quanto ha fatto e fa ancora …). Ahi! Qui si apre la prima faglia: infatti oggi io sostengo l’azione di Italia Viva e sono riconoscente a Renzi per avere indirizzato abilmente ed efficacemente la politica di questo Paese, fino a Mario Draghi, in un frangente molto complesso e delicato. Ma a parte questo “grave difetto”, mai mi ha nemmeno sfiorato l’idea di poter sostenere un qualsiasi centrodestra, fosse anche “finalmente civilizzato”, e per un fatto quasi antropologico, sul qual adesso non serve che mi dilunghi. Credimi, è così e tanto basta. Ora scopro che uno come te, una specie di fratello coetaneo culturale e politico, con un percorso ideale non dissimile dal mio, ed in più dotato di mezzi intellettuali nonché di successo e popolarità incommensurabili ai miei, si sente elettore del Governo Conte2 (tu lo chiami gentilmente giallo-rosso, ma era il Conte2, che veniva dopo il Conte1 con Salvini), ma non del Governo Draghi. Cioè, elettore del Governo nato dall’emergenza di fermare le mire agostane del Capitano, guidato da un improbabile “avvocato del popolo”, con Bonafede, Azzolina, Arcuri, il prof. Mimmo “Navigator” Parisi, arrivato dal Mississippi “a miracol mostrare”, con “incapaci” o “miracolati” (Beppe Grillo dixit), e non di quello dell’italiano più apprezzato al mondo da tempi immemorabili, che sta ottenendo risultati strabilianti, e tutti fortemente politici, mica tecnici o emergenziali …, con l’aiuto di un pugno di collaboratori eccellenti del calibro di Colao, Cingolani, Franco, Cartabia, Giovannini, … Anzi, tu dichiari, “papale papale”, che Draghi sarebbe ideale per un “centro-destra finalmente civilizzato”. E io mi perdo, vado nel pallone. Ma allora, chi sarebbe adatto al centrosinistra, Che Guevara, Allende oppure, più prosaicamente, Bertinotti, Bersani, Zingaretti, Bettini, Provenzano, oppure addirittura Giuseppe Conte, improbabile “punto di riferimento del progressismo europeo”? Che razza di centrosinistra hai in mente, con quali riferimenti politici e culturali, forse Corbyn, Sanders, Ocasio-Cortez, Elly Schlein? Quale elezione puoi mai pensare di vincere con persone (tutte rispettabilissime, per carità!) così? Quando mai governerai un Paese occidentale negli anni Venti del Terzo Millennio? Tu, in sostanza, e scusa se azzardo una interpretazione temeraria, ti auguri che uno come Draghi sia il leader di un centro-destra del tutto teorico, solo perché questo ti permette di coltivare un assurdo sogno utopistico di una sinistra idealista ed inconcludente, che sta all’opposizione, comoda, tranquilla, magari a discettare e far convegni, tanto a scavare nella merda e guidare la baracca ci pensa uno bravo come Mario Draghi, ma con un centrodestra civilizzato! Eh, no, Michele, no! Troppo comodo! Direi persino “irresponsabile”. Governare, e cambiare un Paese, richiede non “anime belle” ma anime capaci, competenti, altamente professionalizzate, guidate da sani principi democratici e civili. Possibilmente e sperabilmente di sinistra. Ma in ogni caso “maggioranze”: altrimenti fai solo opposizione ed a governare ci pensano gli altri. E il Paese così lo cambiano gli altri, e a modo loro. Io credo che la sinistra debba avere la capacità di aprirsi, di allargarsi, di diventare maggioranza, includendo anche incerti ed indecisi, od anche pencolanti dell’altro campo; debba sapere accogliere istanze ampie, e non rinchiudersi in una ridotta di utopisti acchiappanuvole. La sfida è quella. E uno come Mario Draghi oggi è il più attrezzato per farvi fronte, inutile girarci intorno. Anche se non viene dalle sezioni del PCI o dagli oratori dei gesuiti, ma dalla scuola di Federico Caffè. E scusa se è poco. Su Wikipedia c’è ancora scritto che Mario Draghi si è definito un “socialista liberale”. E tu vuoi regalarlo alla destra? Forse stai scherzando ed io non ho capito niente. Vorrei che fosse così. Perché se non così fosse, dovrei constatare “definitivamente” che la sinistra non governerà MAI nulla, nemmeno un condominio, e quella che di tanto in tanto “casualmente” va al Governo, come Obama, Biden, o come fecero Blair, Palme, … Renzi …, è una destra camuffata. Spietati poteri forti, nel loro migliore travestimento, organizzati per imbrogliare i poveri scemi come me che ci cascano come pere cotte. Scusa, ma a settant’anni non posso accettarlo. Non mi capacito di come possa accettarlo tu… Con (un po’ dubbioso) affetto, Ernesto Trotta Torino |