Uno si chiede: “Cosa sta succedendo?”È evidente il clima elettrico, palpabile la fibrillazione: sono in atto manovre, grandi e piccole, palesi e oscure, in superficie ed in profondità. L’anno scorso di questi tempi stava emergendo la terribile inadeguatezza del governo Conte2, cosiddetto giallorosso: c’erano in giro banchi a rotelle, romantiche primule per le imminenti vaccinazioni, non c’era ancora neppure l’ombra di un PNRR, che doveva di lì a poco essere presentato a Bruxelles, e nella maggioranza qualcuno cominciava a ventilare l’ipotesi di uscire dal Governo, provocandone la caduta. Ci ricordiamo tutti come andò: il terremoto condusse alle dimissioni di Conte, la spasmodica quanto inutile ricerca di una nuova maggioranza (i famosi e mai visti Responsabili), l’incarico esplorativo a Fico, l’avvento di Mario Draghi, il Governo di semi-unità nazionale. Il tutto fu accompagnato da una martellante campagna di stampa e televisiva (per non parlar dei social) contro l’”Irresponsabile Innominato” che apriva la crisi in piena pandemia per biechi interessi personali, poltrone, posti, e chissà cos’altro. In realtà all’Italia serviva un Mr. Wolf, quello di Pulp Fiction, quello che “risolve i problemi” anche in modo spiccio, e Mr. Wolf fece efficacemente e rudemente il suo lavoro. Ora siamo di nuovo qui: dimenticati i banchi a rotelle, le romantiche primule, e con un solido PNRR, fatto da professionisti, ma tutto ancora da realizzare, ci avviamo speditamente al prossimo appuntamento istituzionale, ovvero l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica (PdR). Il Governo lavora, non senza intoppi e difficoltà, ma l’elezione del PdR non rientra nei suoi compiti. Quella spetta ai partiti, al Parlamento. E questi si agitano, fremono, e soprattutto temono che Mr. Wolf si ripresenti con i suoi modi spicci. Bisogna fermarlo, bisogna neutralizzarlo, prima che faccia altri “danni”. Cosa si intenda per “danni” è presto detto: esistere e pretendere di fare politica in modo autonomo, anche se fuori dagli schemi. Cosa ritenuta insopportabile dai più. Soprattutto se il Mr. Wolf in questione si è messo in testa di favorire la nascita di un soggetto politico palesemente avverso ad ogni forma di populismo, di destra, di sinistra, di centro, o quant’altro. Vedete, la politica italiana oggi è ancora largamente dominata dal populismo, quello sovranista, nazionalista, neanche tanto larvatamente neofascista, e quello giustizialista, manettaro, pauperista, massimalista, conservatore. A destra fanno finta di litigare, ma sotto sotto offrono “à la carte” un variegato menu ad un elettorato insofferente di regole e di vincoli di convivenza civile (ognuno faccia ciò che vuole, la famosa “Casa delle Libertà” - plurale ...), ma tanto desideroso anche di assistenza statale ed egualitarismo a buon mercato. Le proposte possono essere contraddittorie, ma chissenefrega: secessionismo e nazionalismo; europeismo, sovranismo nazionalista e amicizia coi peggiori nemici dell’Italia; redistribuzione e blocco navale per i migranti, No-Green Pass e No-Vax, ovvero “infettiamoci tutti”, rigore contabile a parole, flat tax e quota 100, tutto insieme, “tutti-i-gusti”, come in certi ristoranti di una volta. L’importante è tenere alta la tensione e intercettare la protesta di chicchessia. Populismo allo stato puro. Ma a sinistra non va molto meglio: per correre dietro ai cinquestelle (e per mantenere intatte alcune importanti posizioni dominanti) si accetta il giustizialismo “travagliato”, l’assistenzialismo dei bonus ed il consociativismo sindacale, si fanno battaglie finte come quella sul DDL Zan, stupidamente sacrificato, buone solo a marcare la differenza … e da chi? Ma da quei riformisti, ovviamente: i veri nemici del progetto di restaurazione della famosa Ditta. L’obbiettivo è favorire in tutti i modi l’asse Letta-Conte (smaglianti figure di statisti …!), nella speranza di riportare a casa i voti perduti in anni di scelleratezze politiche, a cominciare dalla campagna contro il referendum del 2016. In tutto questo casino si dovrebbe eleggere il PdR, ovvero una figura istituzionale di garanzia, di proprietà di tutto il popolo italiano e non solo di una sua parte. Insomma, uno come Mattarella, non a caso proposto/imposto dal solito Mr. Wolf nel 2015. Pare davvero una “Mission Impossible”. E per questo si stanno architettando le condizioni per costringere Mattarella a restare al suo posto, malgrado l’evidente stortura istituzionale ed il suo manifesto parere. Usare Mattarella come una toppa ad un sistema incapace di fare politica. Tenerlo lì, per arrivare alle elezioni quanto prima (tanto il 2023 non è lontano …) e poi (eventualmente) mandarci Draghi e toglierselo definitivamente dai piedi, lui e la sua smania efficientista e riformista, così aliena alle “sane” abitudini nostrane. Un disegno spregiudicato, tutto volto alla pura difesa dell’esistente, in spregio all’assoluta necessità nazionale di eseguire integralmente e rapidamente il PNRR e ciò che ne consegue. Sopire, troncare, …, troncare, sopire. Ostacolo a questo disegno sono tutti quelli che vorrebbero invece accelerare le riforme, i progetti, la transizione del Paese verso l’efficienza, la modernità, fargli assumere quel ruolo di guida, che meriterebbe, della parte migliore dell’Unione Europea. Quelli annidati nelle piccole formazioni cosiddette “centriste”, ma anche nel PD e perfino nei partiti di centrodestra. Insomma, quelli che non si rassegnano al bipopulismo. Ovviamente Mr. Wolf appare come l’epigono di tali rompiscatole. Anche Carlo Calenda non scherza, e allora ci si occuperà anche di lui, più prima che poi. In questo humus si colloca l’improvvisa e “provvidenziale” comparsa di oltre 90.000 pagine di atti pseudo giudiziari, legati all’assurdo (quanto, lo si deciderà in dibattimento …) processo sulla Fondazione Open: la magistratura ripiomba a piedi giunti nella sfera della politica. Un deja vu, sempre più mirato. Una mole impressionante di informative di ogni genere, pronte per essere utilizzate in ogni modo, purché offensivo, da chiunque ne abbia voglia. Non c’è nulla di nuovo, nessun “fatto” particolarmente scandaloso, né tanto meno illegale: un progetto di “simil-bestia soclal”, ipotizzato e mai realizzato, al contrario di quelli realizzati e perfettamente funzionanti in casa Lega e M5S, ricerca di finanziamenti per campagne elettorali (che non si fanno coi fagioli), introiti di conferenze all’estero (scandagliate da oltre un anno), rapporti internazionali (sulla cui opportunità ognuno ha già espresso il suo legittimo parere), e poi pizze, messaggini, estratti conto, forse note della lavanderia e ricevute dell’autogrill (a proposito, che fine ha fatto la professoressa col telefonino?). Un pozzo senza fondo da cui pescare a volontà, per tenere desta l’attenzione e alta la tensione sull’uomo, ma soprattutto sul progetto riformista che DEVE fallire. E soprattutto NON DEVE interferire con l’elezione del PdR, casomai da quel gruppo di pericolosi e velleitari rompipalle uscisse un nome al quale non si possa dire di NO, come fu con Mattarella. E nel frattempo continueremo a sorbirci campagne social, campagne di stampa, talk show a senso unico, come quelli di Formigli o quello, quasi impareggiabile, di Gruber. Chi l’ha visto se ne sarà fatta un’idea, che non sto qui a discutere, tanto è inutile; chi non l’ha visto, non ci metterà molto a trovare repliche: non è il primo e non sarà l’ultimo. In ogni caso, è stata una rissa da “tutti contro uno”: come quelle risse nelle bettole dell’angiporto di Galveston (TX) dove, invece di Mr. Wolf, è più facile incontrare Tex Willer …
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