“Nella storia repubblicana nessun politico ha raccolto tanta unanime ripulsa come Matteo Renzi. Una condanna che ha messo insieme fascisti e comunisti, democratici e populisti. Tranne che nei primi mesi del suo governo, è stato attaccato da tutti i media e da tutti i social, che non hanno risparmiato neanche la sua famiglia. Alle tante analisi già fatte …, vorrei aggiungere un’altra chiave di interpretazione. La società italiana è fondamentalmente conservatrice, … , e ha risputato Renzi così come fanno gli anticorpi con tutto ciò che riconoscono come estraneo. In Italia anche la categoria più sfigata è disposta a difendere con le unghie e con i denti i propri privilegi, per piccoli e insignificanti che siano. Basti pensare ai professori (ero uno di questi) e al pubblico impiego. Se poi tocchi alcune corporazioni, come i politici (gli incarichi istituzionali sono almeno mezzo milione, …), i sindacalisti (si entra delegati a 18 anni e si esce solo per andare in pensione), oppure i giornalisti, allora sei fregato, perché queste sono le categorie che fanno opinione. La maggioranza degli italiani è sempre stata qualunquista e populista …; vuole lamentarsi, gridare, imprecare, ma se qualcuno cerca di cambiare realmente lo stato delle cose, allora diventa il vero obbiettivo della rabbia. Il massimo successo è sempre toccato ai politici che non hanno toccato nulla, come nel caso di Berlusconi. I grillini governano da tre anni e non c’è traccia di qualche innovazione ... Forse è in questo immobilismo la radice dell’odio verso l’Innominabile.” – 9 ottobre 2020. Così scriveva un lucido ed acutissimo lettore al solito Michele Serra, oltre un anno fa. La risposta, un po' imbarazzata, non fu all’altezza del commento … Intanto passano gli anni, ma siamo sempre lì. Anzi. Il processo di rigetto di Matteo Renzi acquisisce sempre più caratteri chiaramente persecutori, inquisitori, demolitori, denigratori, autentico bullismo mediatico. Roba da DDR, dice Sansonetti sul Riformista; servirebbe il servizio antistalking, aggiungo io. Ma nessuno dice nulla, a parte qualche “rara avis” sul Riformista, Il Foglio, Huffington Post, media di nicchia. E più il livello degli attacchi, delle intrusioni, si alza, raggiungendo vette mai toccate, più il silenzio diventa profondo, come se bisognasse tenersi distinti e lontani da un fenomeno alieno. E in effetti un bel po’ aliena lo è, la pubblicazione di estratti conto, di atti giudiziari, di atti privati, di video rubati, di gossip, funzionale solo al dispiegamento di quel “cordone sanitario” auspicato per iscritto dal Direttore dell’organo di Magistratura Democratica (mica un cronistucolo qualsiasi …). Il cordone c’è e funziona alla grande. Le condanne sono già state emesse, definitive. Il Senatore non sembra darsene molto pensiero, almeno apparentemente; dice di avere le spalle larghe ed in effetti… ma l’aria che tutto questo immette nel panorama politico è davvero mefitica e pericolosissima. Non si ha memoria di aggressioni così barbare (eccettuate ovviamente quelle violente del terrorismo rosso e nero) verso personaggi pubblici, anche quelli meno amati, come Berlusconi e la sua cerchia, o come democristiani e socialisti della Prima Repubblica. È in atto un’operazione sistematica di distruzione del personaggio, operazione avviata già da parecchi anni, dal fatidico 2016, l’anno del referendum. I risultati sono scarsi, visto che l'"innominabile” Renzi ha continuato e continua a dettare le linee della politica nazionale, ancora fino all’inizio di quest’anno, col governo Draghi. Ora però si avvicina l’elezione del PdR e tutti sanno che il Senatore, oltre che sulla sua abilità, può contare su parecchie decine di parlamentari, senza i quali sarà ben difficile eleggere chicchessia. Nel 2015 Berlusconi e D'Alema concordarono la candidatura di Giuliano Amato e cercarono di imporla a Renzi, il quale (allora era PdC e Segretario del PD) rigettò il "consiglio" e contropropose Mattarella, candidato indiscutibile, che fu eletto col 66% dei voti, e che adesso tutti vorrebbero restasse in eterno. In ritorsione dello "sgarbo" ricevuto, Berlusconi ruppe il “patto del Nazareno” e non votò più le riforme in Parlamento. Di conseguenza, la Riforma costituzionale passò con la sola maggioranza semplice, rendendo necessario il referendum del 4/12/2016, sul quale Renzi fu impallinato dagli stessi Berlusconi e D'Alema. Questa è storia vissuta, indiscutibile, e tutto fa pensare che stavolta le manovre preventive siano cominciate con largo anticipo. Senza lesinare sui mezzi impiegati. Come al solito Travaglio fa l’ariete, ma subito dopo seguono le corazzate dei gruppi GEDI (Repubblica e Stampa) e Cairo (Corriere, La7), nel silenzio quasi totale della politica (eccetto l’incazzoso Calenda, che ha twittato il suo legittimo sdegno …). Ovviamente dal PD, … persino il “mite” Letta non rinuncia ad associarsi al dileggio generale … Intendiamoci: ognuno può pensarla come vuole sulle attività extra-parlamentari di Renzi, opportune o inopportune che siano, sui suoi viaggi e le sue spese, tutte peraltro meticolosamente rendicontate. Ma qui siamo ben oltre la legittima critica politica: magistratura e media associati stanno sistematicamente mettendo i piedi nel piatto della politica, con tutto il peso che sono capaci di esercitare. E con grave detrimento del quadro generale. Mancano tre mesi alla data e, fino ad allora, ne vedremo di tutti i colori: proposte fantasiose, attacchi disperati, fuoco di sbarramento, manovre diversive, invasioni di campo, risse da angiporto. E tutto questo facendo strame della convivenza civile, alla faccia delle leggi, della Costituzione, e perfino della semplice buona educazione. Mantenersi lucidi e freddi non sarà facile, in questo ambiente davvero inquietante: un autentico linciaggio, alla presenza di un pubblico che pare assetato di sangue e poco cosciente dei rischi per la tenuta democratica. Si assalta la CGIL o si massacra giuridicamente e mediaticamente un parlamentare. Siamo lì … Mi viene in mente il notissimo e forse abusato sermone del pastore Niemöller, purtroppo però sempre attuale: "Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare". L’indifferenza, l’assuefazione, sono complici dell’odio. Facciamo attenzione: questo non è un semplice momento di frizione, non è un passaggio come gli altri, questo è un momento di svolta, di cambiamento profondo, e sappiamo che il cambiamento è sempre inviso a chi si arrocca sulle posizioni esistenti.
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