Berlusconi va smontato con la politica, non con i proclami.
Impossibile credere che due politici professionisti come Salvini e Meloni, per quanto ideologizzati possano essere, siano così ciechi da non vedere l’enorme pasticcio combinato da Silvio Berlusconi con la sua ipotetica, ma per lui concretissima, candidatura. Eppure fanno comunque l’inchino e aspettano che il pasticcio se lo smonti da solo.Impossibile non vedere invece che le possibilità di Berlusconi possono essere legate soltanto ad un incidente parlamentare, nel quale qualche centinaio di elettori, sbandati, senza futuro e fuori controllo (e ce ne sono …), potrebbero convergere alla quarta votazione sul suo nome, magari senza rendersi conto l’uno con l’altro di stare combinando il disastro. È un’ipotesi remota ma possibile: Berlusconi ha le risorse per innescare il meccanismo. Per il resto, la politica razionale dice chiaramente il contrario, e dice anche che il centrodestra, se spara a vuoto la cartuccia Berlusconi, perde il diritto di spararne un’altra, consegnando al resto del Parlamento la possibilità di eleggere un esponente non di provenienza centrodestra; non sgradito, semmai, ma non uno dei loro. La pistola passerebbe di mano … E se anche proponessero un altro al posto suo, sarebbe chiaramente una “ruota di scorta”, un sostituto. Che peso potrebbe mai avere? Non è sicuro che il resto del Parlamento saprebbe cogliere l’occasione e prendere bene la mira, vista la pochezza degli strateghi in campo, ma qualcuno lucido c’è e qualcosa si può sperare … Ma allora perché i media stanno dando così credito alle veline ed ai comunicati provenienti dall’area berlusconiana? Questioni di audience o qualcosa di più profondo, come la tentazione mai spenta di attizzare lo scontro ed impedire qualsiasi pacificazione nazionale attorno ad un progetto unificante, come dovrebbe essere la Ricostruzione post-pandemica? Oppure il gusto del brivido? Ipotizzare qualcosa di simile a quanto successo in USA nel 2016 con Trump? Si giocava col fuoco allora, ma chi ci credeva veramente? Eppure è successo. Pensiamoci un attimo: questo sarebbe un gioco davvero criminale, una roulette russa col caricatore tutto pieno perché, se l’inopinata elezione di Trump avveniva nella prima potenza mondiale e quindi tutti noi abbiamo dovuto fare buon viso a cattivo gioco e adattarci per quattro anni, l’altrettanto inopinata elezione di Berlusconi avverrebbe in un piccolo, anche se non piccolissimo, Paese indebitato del Mediterraneo, che la speculazione internazionale potrebbe distruggere in pochi giorni. Altro che spread a 600…! Nemmeno Mario Draghi con la sua autorevolezza, ammesso e non concesso che riuscisse a restare a palazzo Chigi, potrebbe fare il miracolo: andremmo dritti sotto tutela di Paesi forti e meno sciagurati di noi. E ce la saremmo pure cercata … Insomma, all’incapacità di Salvini e Meloni di fermare Berlusconi subito dovrebbero porre riparo in primis il centrodestra stesso (ma chi?), quindi tutti gli altri, evitando di ricamare e strologare sul serio su un’ipotesi campata in aria, disinnescandola non tanto con roboanti proclami tardo-girotondini quanto con iniziative politiche concrete su nomi realmente capaci di ottenere, il prima possibile, non oltre i primi scrutini, la maggioranza richiesta. Guardiamoci intorno: non è un problema di nomi. Le possibilità sono tante e varie, nomi accettabili, equilibrati, di europeisti moderati, rappresentativi, con un buon curriculum alle spalle ce ne sono. Bisogna non lasciarsi ammaliare dalle capacità illusionistiche di Berlusconi, dal suo potere diretto o indiretto sui media, e andare dritti sull’obbiettivo, non regalandogli il tempo di organizzare i magheggi di cui è maestro. Sarebbe interesse di tutti, destra, centro, sinistra: nessuno guadagnerebbe dalla destabilizzazione provocata da un’eccessiva insistenza su una candidatura evidentemente fuori luogo e fuori tempo. Il problema è: chi glielo dice? chi lo convince? chi gli toglie il telefono di mano? chiederà qualcosa in cambio? e che cosa? Andreotti fu disinnescato da Cossiga, che lo conosceva molto bene, attraverso la nomina a senatore a vita nel 1991, nomina che tagliò di netto i suoi legami con l’elettorato. A Berlusconi bisognerebbe dare qualcos’altro da fare, che so? fargli scrivere le sue memorie, anche romanzate, creargli attorno una serie TV: potrebbe essere un prodotto di successo. All’estero impazzirebbero … È un narcisismo quasi patologico quello che guida l’uomo, che deve sentirsi al centro di qualcosa, sempre. Questo spettacolo cui sta lavorando alacremente vorrebbe essere il trionfo di una vita: dobbiamo cambiargli rapidamente la scena. E senza fare troppo casino. Il Quirinale non può diventare l’ultimo set.
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