Tutti ci chiediamo: quando finirà? come finirà?E ancora: perché tutto è cominciato? qual è stato l’errore? chi ha “sbagliato più forte” (per citare Fossati)? Il nostro mondo è abituato a certezze, a legami stretti tra causa ed effetto, tra azione e reazione e, anche quando arriva l’imprevisto (il Covid o un terremoto …), cerca di ricondurlo subito nell’ambito della gestione, emergenziale ed approssimativa quanto si vuole, ma sempre gestione razionale. Scienziati che si attivano, enti che si parlano, politici che si incontrano e prendono decisioni, noi che ci adattiamo senza troppe proteste anche a cose inaudite, come chiuderci in casa per settimane. Ora è diverso. Primo, perché il Covid, o un evento naturale, colpisce tutti indiscriminatamente, Est e Ovest, liberi ed oppressi, poveri e ricchi. Secondo, perché in quei casi le contromisure sono note; possono semmai risultare inadeguate, o insufficienti, ma fanno parte di un armamentario conosciuto, non si parte mai al buio. Azione e reazione. Questa guerra pare invece venire da un altro mondo, da un’altra epoca, da un passato che ci eravamo illusi fosse passato davvero, e che invece è ancora qui a reclamare attenzione, a ricordarci il peggio della natura umana, il “legno storto”, diceva Kant. C’è uno Stato che ne aggredisce un altro, colpevole solo di esistere, visto che non si ha notizia di specifici atti provocatori da parte della Repubblica Ucraina verso l’ingombrante vicino russo. Aggredisce e invade, con uomini e mezzi in abbondanza, senza riguardo per persone e cose. E noi rimaniamo senza parole, quasi impotenti. Le anime belle di certa “sinistra” (ma quando la finiremo di chiamarla così? è il frutto avvelenato di quella che si chiamava “egemonia culturale”: in realtà è sempre stata destra, destra dentro, destra delle peggiori, perché camuffata, presuntuosa, ammantata di ideologia) cercheranno di spiegare che siamo noi ad avere “sbagliato più forte”, siamo noi ad avere insolentito il povero Putin, pretendendo che ai suoi confini si potessero instaurare dei regimi democratici, ad avergli sbandierato sotto il naso la nostra NATO che, come a tutti noto, è un’alleanza perversa, con evidenti scopi imperialistici, mica un’unione di Stati liberi! Putin non può accettare di avere missili ai confini … Come se i SUOI missili non fossero ai NOSTRI confini … Come se l’Occidente avesse costretto con la forza le repubbliche baltiche ad aderire a UE e NATO, come se la Finlandia, europea e in Eurozona, non fosse demilitarizzata da decenni, come se la Bielorussia, Stato fantoccio guidato dal “democratico” Lukashenko, tutt’altro che demilitarizzato, non confinasse con l’europea Polonia, come se Putin non avesse partecipato al G7 (diventato G8 per lui) per oltre dieci anni, come se l’Ucraina appena nata non avesse pacificamente consegnato qualche migliaio di testate nucleari ai russi nel 1994, in cambio del rispetto dei suoi confini, come se l’Italia mandasse i carri armati in Croazia per riprendersi l’Istria e la Dalmazia, come se … Insomma, le motivazioni di tanta folle violenza sono così pretestuose, così sproporzionate, così insostenibili, che perfino la neutralissima Svizzera se ne è sentita minacciata. Che vale ricordare l’Iraq, l’Afghanistan, il Vietnam …? In nessuno di questi casi c’è stata un’aggressione a freddo di uno Stato libero e pacifico come l’Ucraina dove, seppur con difficoltà, era in corso da anni un processo di sviluppo democratico. E adesso siamo qui, impauriti e sbigottiti, a guardare le macerie di normali città ucraine ed europee, a chiederci cosa ci attende nel prossimo (e meno prossimo) futuro. Nessuno può azzardare previsioni, vista la spropositata catena innescata dalle spropositate azioni di Putin. Eppure qualcosa, logica e razionale, bisogna pur farla. E in effetti è stata fatta: sanzioni dure, invio di armi, supporto logistico, isolamento dell’aggressore, mobilitazione popolare, … Ma basterà, contro una provocazione che ha così poco di razionale? Saranno reazioni plausibili, di fronte ad azioni così assurde? Dove può voler arrivare uno che impegna una quantità impressionante di risorse umane, finanziarie, logistiche (quanto costa l’invasione a Putin? chi paga tutto questo? con quali soldi? chi gli fa credito?), per aggredire un pacifico Paese confinante, che parla in buona parte la sua stessa lingua, abitato da persone del suo stesso ceppo etnico, che soprattutto non ha fatto nulla per minacciare la sua sicurezza? L’Occidente non può nemmeno prendere in considerazione l’uso dell’arma atomica, ma l’autocrate Putin? Fa trenta e fa anche trentuno, si potrebbe pensare. Di nuovo l’asimmetria è evidente. Giustamente il nostro Premier Draghi (meno male che è restato dov’è! Qualcuno un mese fa voleva mandarlo al Quirinale …) ha asciuttamente ricordato che nessuno poteva aspettarsi tanta follia, ma cionondimeno è altrettanto impensabile accettare che nel terzo millennio si disegnino confini con la forza. E allora dobbiamo insistere e andare avanti, pur in modo asimmetrico, con mezzi di dubbia efficacia ma coerenti con i nostri principi di convivenza civile, principi che non sono e non possono essere negoziabili. Non ci si può arrendere alla forza bruta: è tutto terribile, spaventoso e tragico, ma purtroppo non possiamo dire che sia né bestiale, né disumano; lasciamo stare le bestie, è proprio la nostra specie, cosiddetta umana, che non riesce a rinunciare alla tentazione della sopraffazione. Il legno resta storto …
|