Piccoli e sparsi flash, all’inizio di una strana e crudele primavera …I filmati disponibili in rete (fortunatamente sono solo una dozzina di minuti …!) del finto matrimonio di Silvio Berlusconi con la finta sposa in bianco, di 54 anni più giovane, officiato sabato nella finta Università del Libero Pensiero, davanti ad un ristretto numero di intimi sodali, espongono un florilegio di pacchianate, di provincialismo, di vecchio cabarettismo che pensavamo fosse passato e sepolto, insieme alle cineprese Super8: un jet set da strapaese che ride e fa battute (e non ci sarebbe nulla di male …, ma che le espone, in questo preciso momento, come simbolo del proprio potere, ormai invecchiato e stinto). E pensare che c’era chi voleva farlo Presidente delle Repubblica… altro che banane! Il sorriso tirato e isterico di Marco Travaglio, preso a pesci in faccia senza pietà, sotto lo sguardo preoccupato ed impotente della maitresse Gruber, da un altro simpaticone, stavolta nei panni del giustiziere, come Alessandro De Angelis, da un esperto di difesa dell’Istituto Affari Internazionali e quindi definitivamente seppellito di m...a da un’oscura giornalista ucraina, collegata da un buia cantina di Kiev. Impegnato a sostenere, unghie sullo specchio, che un’iniziativa di 22 Paesi su 26 (l’invio delle armi alla resistenza) non è da intendersi come iniziativa europea, a spiegare quelle che secondo lui sarebbero le ragioni di un’aggressione, come se questo potesse renderla più comprensibile e meno assurda. Giuseppe Conte, che diserta il Parlamento nel giorno del discorso di Zelensky (non è riuscito a procurarsi un invito, neanche attraverso i suoi amici dei servizi segreti …) e scarica sul Ministro degli Esteri, in teoria suo compagno di partito, la responsabilità delle onorificenze date ai big russi quando LUI era Presidente. E pensare che certi statisti “de sinistra” lo avevano indicato come “il punto di riferimento fortissimo del progressismo europeo”, pronti ad immolarsi per mantenerlo al governo (“o Conte o elezioni”) e impedire l’arrivo del pericoloso tecnocrate Mario Draghi. Meno male che c’era chi era capace di guardare più avanti … Matteo Salvini, già reduce da una delle più imponenti figure di m…a in terra di Polonia, sbeffeggiato in mondovisione da un sindaco di destra, ma meno opportunista di lui, che dice di non essere mai a suo agio a parlare di armi e si dimentica le innumerevoli foto, presenti nella rete che tutto conserva, con in mano fucili e mitragliatori, mentre promuove l’armamento personale, perché “la difesa è sempre legittima”. Per i benzinai e i tabaccai della Bassa Padana, forse, ma non per i cittadini ed i soldati ucraini … Bianca Berlinguer, in evidente crisi da audience per il suo agonizzante talkshow, che mette a segno un colpo da maestra sul suo concorrente di TelePutin, scritturando uno dei milleuno professori (ce n’è così tanti nel nostro Paese che dovremmo essere tutti molto istruiti, invece …), professore che sostiene apertamente le “ragioni” di Putin e invita Zelensky a smetterla di fare l’eroe, tanto ha già perso … Il povero papà Enrico, che già nel 1976 (e lei aveva 17 anni …) aveva capito che era meglio l’ombrello della NATO che quello del Patto di Varsavia, non sa più come rivoltarsi nella tomba … I circa trecento, certamente non quelli “giovani e forti” dell’ode di Mercantini, che martedì avevano ben altro da fare che stare in Parlamento a sentire un rompicoglioni ucraino con barbetta e tenuta militare, che rischia pure di rovinargli le vacanze di Pasqua con la sua ostinazione a non farsi annichilire dal dittatore russo col piumino Loro Piana da 12.000 euro e panfilo di 140 metri, da 700 milioni. Eppure siedono in un libero Parlamento di una democrazia che assicura loro anche questa libertà (e ci mancherebbe …!). Credo che il loro faro russo non sarebbe così magnanimo … E poi, per fortuna (o, più precisamente, per l’azione coordinata di un paio di “deprecabili politicanti” di cui non faccio il nome, ma solo il cognome, ovvero Renzi e Mattarella), c’è Mario Draghi, che si alza e che parla con una chiarezza esemplare; dice cose precisissime, si prende la responsabilità di schierare tutto il Paese senza infingimenti né ipocrisie, sostiene l’appoggio anche militare del Governo alla resistenza ucraina, si dichiara apertamente favorevole all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea. Applausi da tutto l’emiciclo presente, compresa l’opposizione, compresi i tartufi della maggioranza, già pronti a tendere imboscate ... Ecco, sono solo pochi flash: giudicate voi se autorizzano o meno un po’ di ottimismo, misurate quanta acqua c’è nel bicchiere, prima di dirlo mezzo pieno o mezzo vuoto. Questo abbiamo davanti, questo è il materiale da costruzione disponibile. Basterà? La sfida è alta e importante, e non riguarda solo noi provincialoni italiani, costretti ad assistere alle evoluzioni di una classe politica e di un sistema mediatico in evidente crisi di identità: è ora che tutta l’Europa capisca che deve emanciparsi dalla sua storica condizione di vassallaggio verso l’uno o verso l’altro blocco (palese e storico verso gli USA o mellifluamente sottotraccia verso la Russia, ex-URSS). Sono maturi i tempi perché l’Europa assuma una propria fisionomia di grande potenza, con diplomazia ed esercito, oltre che con scienza, tecnologia, industria, moneta e mercato. L’Europa Unita deve essere sempre più il nostro baluardo della democrazia occidentale, con società aperte, tolleranti, laiche, libere, … Gli USA saranno ancora con noi, un importante alleato, ma non dobbiamo dimenticare che hanno anche altri fronti da curare, in primis quello del Pacifico, verso la Cina. E poi l’incubo di Trump, che non è ancora fuori gioco… Noi europei dobbiamo crescere, diventare autonomi, autorevoli, propositivi, senza soggezione nei confronti di nessuno. Da pari a pari con le altre Grandi Potenze. Questa è un’occasione d’oro (pur nella tragedia) per incamminarsi con decisione in questa direzione. Serve un nucleo di Paesi guida, Germania, Francia, Italia, Spagna, che procedano con decisione verso una integrazione sempre più spinta: ché se aspettiamo l’unanimità stiamo freschi …! Prendiamo coscienza della nostra forza, ora, o dovremo presto prendere atto della nostra definitiva decadenza.
E non sarà un bel momento …!
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