Stavolta invece ha proprio ragione, Michele Serra.Questa brutale aggressione del dittatore Putin nei confronti dell’Ucraina democratica avrebbe dovuto mettere in seria crisi tutte le destre del mondo occidentale, che con Putin hanno amoreggiato a lungo, e non solo per motivi commerciali o industriali (cosa peraltro in qualche modo necessaria e legittima), ma per una malcelata attrazione ideologica per il suo (e non solo suo) bizzarro concetto di “democrazia illiberale”, cosa che, a quelli dotati di medio buon senso, pare solo un modo subdolo per dire “dittatura”. Invece, come al solito, ad essere ferocemente spaccata come un melograno è la sinistra, specialmente in Italia. Sostiene Serra, un po’ scherzando e un po’ no, come “nella sinistra italiana ci sia una forte dose di scemenza. Con noi sedicenti intellettuali al primo posto in graduatoria”. Difficile dargli torto, ma il passo successivo è chiedersi perché la sinistra, ed in particolare i suoi intellettuali, tra cui lui a buon diritto si include, sia così piena di scemi ... Io, che mi picco di appartenere, da che mastico politica, alla sinistra, liberalsocialista ma sempre sinistra, non faccio certo salti di gioia per avere intorno a me, a parlare semmai in mia rappresentanza, una manica di scemi sedicenti di sinistra, per quanto coltissimi e raffinatissimi intellettuali. Potrebbero pure accomodarsi da qualche altra parte e togliere il disturbo, visto che la sinistra vera ha il non facile compito storico di migliorare il mondo e certamente non quello di gratificare la vanità di narcisi sedicenti intellettuali, comunque essi si dichiarino. Purtroppo però non basta sentirsi a disagio, non basta cercare di distinguersi dalla scemenza, anzi a farlo si rischia di venire etichettati come élite con la puzza sotto il naso, lontani dal sentimento popolare e latori di un fantomatico pensiero unico. E qui vado in profonda crisi, “grande crisi”, come diceva Quelo-Guzzanti. Come si può sentire chi dichiara seriamente che il vero problema è “la vendita delle armi”, così, d’emblée, senza soffermarsi sull’assurdità dell’affermazione nonché dei suoi risvolti pratici, in un mondo di sette miliardi di abitanti, di cui sei vivono in regimi autoritari, pieno zeppo, ovunque, di ogni tipo di armamento? O parlare di disarmo globale, o chiudere gli occhi davanti alle devastazioni di Mariupol e sognare un mondo dove l’unica arma ammessa sia il coltellino svizzero Victorinox. Capisco un liceale dei primissimi anni (fosse già alla fine mi porrei domande sulla sua “maturità”), ma persone adulte non dovrebbero permettersi di estraniarsi dal mondo in cui si trovano a vivere. Va bene il sogno e l’utopia, alimentano il pensiero, stimolano la creatività, ma poi qualcuno la responsabilità delle scelte, tutti i giorni, deve pur prendersela. E non per gioco … Già il Papa, che pure è una figura unica e particolare, e potrebbe permettersi di volare molto in alto, fa fatica a decollare e deve riconoscere che, se qualcuno ti invade, dovrai pur difenderti … Eppure sono settimane che a sinistra ci si arrovella sul nulla, e solo perché stavolta la parte del cattivo la sta facendo un erede del “glorioso” socialismo realizzato, che evidentemente non smette di fare danni anche a trent’anni e passa dalla sua ingloriosa fine. Negli anni Settanta, avremmo mai detto ai vietnamiti di smetterla di opporsi al soverchiante invasore americano? Ci siamo mai posti il problema dei sovietici che armavano i vietcong? Avremmo mai detto ai resistenti cileni o argentini di smetterla di importunare Pinochet o Videla che, poverini, tanto si stavano impegnando per i loro popoli oppressi? Ma come si fa a considerare quello che avviene in Ucraina una rissa da cortile, verso la quale si urla: ”Fermatevi! Smettetela!”, come nell’orribile manifesto cerchiobottista della Marcia della Pace? Come si fa a non capire qual è la posta in gioco, e cioè il futuro delle nostre democrazie occidentali, così imperfette, così fragili, ma così insostituibili? Come possiamo pretendere di costruire un qualsiasi “campo” politico comune con queste mostruose magagne alla base? Sono domande alle quali dobbiamo dare risposte: non possiamo far finta di nulla, accomodarci, chiudere uno o due occhi in nome di una fantomatica "unità" che è difficile anche solo nominare sulla carta, figuriamoci al governo del Paese … Sono domande urgenti, impellenti, ineludibili, se non vogliamo risvegliarci in un mondo distrutto dal sovranismo populista che invece sa esattamente cosa vuole. Inutile provare un certo frisson per il ballottaggio in Francia, se poi qualcuno che dovrebbe far parte del milieu, fa fatica persino a distinguere tra un riformista vero ed una fascista legata a doppio filo con il dittatore russo. E speriamo che il frisson resti tale e non diventi cauchemar … Insomma, temo che o i tanti scemi in circolazione dalle nostre parti rinsaviscono in fretta o si dovrà prendere atto definitivamente che con gli scemi non si cambia il mondo, lo si distrugge. Sarà l’ennesima sconfitta storica, ma non si potrà dire che non ce la siamo pervicacemente andata a cercare. Meditate, scemi, meditate.
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