Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare…Eppure bisogna farlo. Bisogna riflettere su quanto tragicomica possa diventare la politica in Italia, di quanto in basso si possa scendere nella scala della serietà e dell’onestà intellettuale. Un minimo di background serve ad inquadrare la scena. A Madrid cambia, dopo decenni, la fisionomia della NATO, ovvero dell’alleanza difensiva (è bene sottolinearlo …) che tiene insieme i Paesi Occidentali, che in questo frangente storico si sentono di nuovo minacciati dalle mire espansionistiche della Russia di Putin. Entrano due Paesi, Finlandia e Svezia, che evidentemente si sentono più sicuri, come già Berlinguer decenni fa, sotto quest’ombrello. A Washington si ricostruisce, in una commissione parlamentare pubblica, un tentativo di colpo di Stato presumibilmente messo in atto nientemeno che dal Presidente uscente Donald Trump il 6 gennaio 2021; si ascoltano testi, si ripercorrono le tragiche ore che hanno esposto la più vecchia democrazia del mondo ad un possibile sovvertimento violento delle istituzioni da parte di un gruppo cospicuo di fuori-di-testa capeggiati dal fuori-di-testa-in-chief. Tutta l’Europa fa i conti con gli approvvigionamenti energetici ormai rivoluzionati e probabilmente compromessi dalla guerra economica scatenata dal dittatore russo. L’inflazione galoppa e c’è chi si preoccupa che possa riaccendere il populismo più becero e pericoloso. Al ponte della Becca a Pavia il Po è sotto di oltre 4 metri e sulla pianura padana mancano i metri cubi d’acqua corrispondenti a tutto il lago di Como. In Ucraina c’è la guerra, quella vera, si muore oggi come ieri, piovono bombe sui supermercati e chi le lancia cerca pure di nascondere la mano fischiettando. Mentre a Roma, che sarebbe la capitale di uno dei Paesi del G7 e non del paese dei balocchi, si scatena il panico perché Marco Travaglio ha fatto lo scoop. Vi fosse per caso sfuggito nei dettagli, ve lo racconto: pare, dico pare, che il Presidente Draghi, in uno dei tanti momenti liberi che, come tutti sanno, gli concede il suo comodo e ben retribuito mestiere, abbia telefonato (una volta, due, tre, chissà) all’Elevato fondatore del M5S Beppe Grillo per lamentarsi del suo sottoposto Giuseppe Conte, il quale disturberebbe lo svolgimento delle normali attività del Governo, consigliandogli addirittura di rimuoverlo e mandarlo, in quanto inadeguato, ai giardinetti col cane. L’Elevato Beppe Grillo avrebbe a questo punto sentito l’insopprimibile urgenza di confidare la confidenza al famoso sociologo Mimmo De Masi, da anni sociologo di corte a libro paga del Movimento, che casualmente si trovava a passare di là. Il famoso sociologo sarebbe quindi corso dal suo amico Marco Travaglio, che dirige il noto quotidiano indipendente “Il Fatto Quotidiano”, per raccontargli, in una casuale intervista, la pepata notizia. L’ineffabile, equo e saggio Travaglio avrebbe quindi senza indugio provveduto ad informare l’interessato Conte Giuseppe del pericolo giardinetti ed insieme tutto l’universo mondo della sconvolgente notizia. Ma quale NATO, ma quale Trump, ma quale inflazione o siccità, quale bomba sul supermercato …! Apriti cielo! Qui si attenta alle indiscusse qualità di statista del famoso “punto di riferimento …”. Vendetta, tremenda vendetta! Conte, offeso e ferito nell’orgoglio, emette un potente e vibrante vagito di protesta e va a lamentarsi dal povero Mattarella, che sicuramente l’avrà amorevolmente consolato offrendogli un bel tè caldo. L’Elevato, messo in mezzo suo malgrado alla polemica, cerca di fare finta di nulla, ben capendo che il metaforico missile lanciato dal giustiziere del Fatto è diretto prima a lui, colpevole di connivenza col nemico, che a Draghi. È lui infatti che già l’anno scorso ha bollato l’Avvocato con epiteti ben peggiori di quelli eventualmente usati dal Premier che, come noto, è personcina molto sobria ed educata. Quest’ultimo, il Premier, deve appartarsi a Madrid, mollando i compagnucci del doposcuola NATO con cui stava giocando a Risiko, ed occuparsi di come fronteggiare l’inedito ed improvviso attacco mediatico: ridere, piangere, smentire, confermare, mandare tutti a quel paese, … Roma fibrilla, li Governo vacilla, Grillo barcolla, Conta scintilla. Ma che sarà mai? Il tutto sembra, nelle intenzioni dello sciamano Travaglio, la prova provata che tutti, compreso il suo vecchio dante causa Grillo sono caduti nelle grinfie dei poteri forti mondialisti e stanno cercando di schiacciare, con complotti che solo il fido De Masi ha saputo sventare, l’azzimato avvocato con la pochette a tre punte. Ora si reclama a gran voce il “chiarimento”. Per non sbagliare, palazzo Chigi dirama un comunicato nel quale si dichiara che mai e poi mai Draghi ha chiesto a Grillo la rimozione di Conte. O basta là! Diciamo qui in Sabaudia. Draghi avrà avuto la tentazione di confermare tutto, forse, ma è persona equilibrata e quindi non si presta al gioco. Grillo se ne va via da Roma infuriato per questo ed altro e lascia tutti i suoi accoliti con le braghe in mano. Travaglio sprizza incontenibile felicità da tutti i pori: ha dimostrato, ne è convinto, di essere quello che, se vuole, fa tremare il Palazzo ed interrompe i vertici NATO. Che lo faccia con una scorreggia spaziale gli sembra del tutto marginale. De Masi ha fatto diligentemente la sua parte e ne potrà andare fiero davanti ai nipotini. Conte conta meno di prima, ma ha fatto vedere che esiste, è vivo e lotta insieme a noi: obbiettivo raggiunto, almeno per i prossimi due giorni. Come i bimbi che, quando si sentono trascurati, si mettono a strillare e battere i piedi per terra, fin quando un adulto o gli dà una caramella o gli urla dietro qualche improperio, così anche l’Avvocato aspetta la caramella, ma non è comunque sicuro che l’Elevato, solitamente non proprio educato, più prima che poi non lo mandi davvero ai giardinetti. Vivrà comunque nel dubbio e nel terrore, meditando tremendi propositi di vendetta. Ora il mondo, parzialmente rassicurato, può tornare alle usate e noiosissime ambasce, tra Putin e Zelensky, Xi e Biden, inflazione e gas, bombe e siccità, nell’attesa del prossimo terrificante scoop che certamente lo sciamano-in-chief starà senz’altro architettando. Stavolta il candido De Masi potrebbe venire a sapere che Draghi sta pensando di ordinare ai Servizi Segreti di mettere una bombetta puzzolente nella macchina dell’Avvocato, o di nascondergli la merendina. Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare… (Un sempre deferente ringraziamento a Francesco Guccini)
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