Tra meno di due mesi tutto sarà finito … eppure tutto sarà appena cominciato.Inutile strologare su cosa succederà fino ad allora, e dopo. Per la prima volta, in oltre cinquant’anni che faccio il dilettante della politica, se qualcuno mi chiede consiglio su come votare (e qualcuno sempre c’è …), io posso solo rispondere: “Non lo so”. Mai capitato prima. A due mesi scarsi dal voto. Questo significa qualcosa, o no? Una incredibile serie di eventi, nell’ultima decina d’anni, ci ha portato a questa pazza legislatura, che sta per chiudersi, attraverso ben tre Governi con tre maggioranze diverse: populisti in solitaria, finito al Papeete di tre anni fa, populisti e sinistra, finito con la manifesta incapacità di gestire cose complicate come pandemia e PNRR, fino all’unità nazionale, con a capo il migliore italiano in senso assoluto, e forse sprecato per questa banda di matti. Sprecato sì, perché questo bizzarro Paese a quanto pare odia l’eccellenza, odia i migliori, odia quelli che sanno e possono fare cose utili ed incisive; li aborre, li teme, e appena può li caccia in malo modo. A cominciare da De Gasperi, fino a Prodi, a Veltroni, a Renzi, ed ora al più autorevole di tutti, Mario Draghi. Questo Paese di mediocri ama appunto i mediocri, li sente più vicini, li capisce, crede di poterli controllare molto meglio che non persone di alta competenza e levatura internazionale, che mettono soggezione e scatenano invidie e rancori. I primi della classe, si sa, fanno quella fine lì … Un Paese di poveri meschini, che non vede l’ora di tornare ai piccoli imbrogli, ai sotterfugi, alle evasioni fiscali, agli abusi edilizi, alle posizioni dominanti senza concorrenza, ai falsi invalidi ed i malati cronici senza visita fiscale. Un Paese senza dignità. E per questo tenuto sempre sotto stretta osservazione (con relativa diffidenza) dagli Stati dotati di maggiori e più diffuse qualità civiche. Se qualcuno pensa che io stia esagerando, o facendo di tutt’erba un fascio, travolto dallo sconforto, ascolti i più recenti interventi di Silvio Berlusconi che, sempre più finto e inceronato, promette a vanvera tutto a tutti, e non ha mai mantenuto una promessa in vita sua che non fosse il suo interesse personale, e per gli altri il consueto laissez-faire: una continua televendita. Oppure Salvini, carico di Madonne, santini e rosari, arringare sudaticcio le folle, o Giorgia Meloni che svicola sul suo passato e sulle equivoche frequentazioni dei suoi accoliti e sodali. Oppure l’ex-punto di riferimento progressista avvocato Conte che parla in un fumoso avvocatese, barcamenandosi tra frasi fatte e comunque vuote di significato: uno specialista nel dire tutto ed il suo contrario (come le ormai famose “urgenze non urgenti”). Tutti stanno con tutta evidenza prendendo in giro chi li ascolta, vendendo fumo, o elisir di lunga vita, ma questi ultimi paiono addirittura felici di essere presi in giro, finalmente sollevati di non doversi sorbire le parole nette, inequivoche e competenti di un ex-banchiere centrale, che chissà chi si crede di essere ...! I sondaggi dicono che questi nostri concittadini sarebbero la maggioranza, mentre gli altri sembrano ipnotizzati, forse incantati, da tanto scoppiettante fuoco di fila di assurdità. Anche dalle parti nostre non si brilla per chiarezza, per coerenza, per incisività. Forse saremo un po’ meno mediocri, ma non riusciamo neanche noi a sopportare a lungo la competenza, l’efficienza, la propositività, la determinazione. Anche i nostri si spaventano e preferiscono non rischiare nulla, scegliere la strada più facile, quella che dà ragione a tutti, senza scegliere con nettezza cosa fare e come farlo. Io sono sinceramente sbalordito dalla coazione a ripetere errori già fatti, a riproporre schemi già sconfitti, sanza il coraggio di presentarsi per quelli che vogliono davvero cambiare il Paese. La famosa agenda Draghi, derivante dal PNRR, altro non è: basta prenderla come traccia e chiedere chiaramente chi ci sta, scartando chi nicchia, o addirittura propone il suo contrario. Ma come si fa a pretendere di tenere insieme quelli del NO a tutto e quelli che vorrebbero intervenire in profondità sulle strutture e le infrastrutture del Paese? Come si può pensare di essere credibili a parlare di agenda Draghi, senza coinvolgere chi Draghi lo ha portato, contro tutto e contro tutti, al governo (e NON è Mattarella, che pure ha dato una mano …). Come si può mettere sullo stesso piano, e nella stessa coalizione, chi vuole cambiare tutto e chi invece vuole difendere le sconfitte? E già, perché una buona parte della sinistra (cosiddetta) ha già dato per perse queste elezioni, e allora tanto vale usarle per riposizionarsi, per regolare conti interni una volta per tutte, eliminando ogni traccia di riformismo vero, soprattutto quello più duro a morire… Con la trita scusa dell’agenda sociale di sinistra, si ripropone un frusto programma fatto di assistenza e tasse, di decrescita infelice, di progetti minimali tendenti al massimo alla sopravvivenza, ma votati alla sconfitta e del tutto inadatti alle trasformazioni che il Paese richiederebbe e pure meriterebbe. Dico meglio: una parte del Paese meriterebbe, a patto però che si svegli, che si faccia sentire, che esiga dalla politica un servizio di eccellenza e non un tirare a campare “sanza infamia e sanza lodo”. Illusione: non è tempo. Crisi e pandemia, e ora la guerra, hanno tolto speranze e prospettive, hanno schiacciato iniziative ed entusiasmi, ed ora sarà difficilissimo risuscitarli. Eppure bisogna farlo; non provarlo, farlo (e non sto lì a citare ancora Yoda…). Siamo ridotti all’ultima settimana per cercare di mettere insieme una proposta credibile, una squadra presentabile (eppure i pezzi buoni non mancherebbero …), una coalizione che possa davvero competere per vincere e non per ben figurare, seppure. Alle elezioni non è importante partecipare, bisogna vincere. Altrimenti vincono gli altri e dopo devi subire la loro incompetenza, la loro faciloneria, le loro connivenze, la loro furbizia da quattro soldi. Certo, puoi consolarti con una vibrata opposizione, che tanto costa poco e non prevede alcuna responsabilità. A molti va bene così. Ma quanti sono? E soprattutto, quanti sono gi altri, quelli che non ci starebbero ad arrendersi? Ma come si fa a stanarli dal loro torpore, dalla loro disillusione e portarli a votare? Basta un pasticcio di vecchie facce preoccupate di minimizzare le perdite? Non basta: serve di più, molto di più. Potremmo offrirlo, il di più, potremmo proporlo, il meglio, ma la condanna atavica del centrosinistra a diffidare e guardarsi più dal vicino che dall’avversario ci tarpa le ali, ci ottunde la mente, ci impedisce di guardare più lontano e suscitare un sogno, una speranza, un progetto di crescita. Ci giochiamo l’osso del collo stavolta, più di altre volte, e non tutti l’hanno capito. Fossi credente, invocherei lo Spirito Santo che illumini le menti. Da laico, posso solo essere il più chiaro possibile, non dare illusioni ma pretendere chiarezza di idee. Dobbiamo impedire una Repubblica dei mediocri, di ogni colore. Serve il meglio, niente di meno. L’ambizione non è peccato, è propulsione. La vertigine non è paura di cadere, è voglia di volare … (cfr. Lorenzo Cherubini). Ma purtroppo anche per oggi non si vola (cfr. Gaber-Luporini). Forse domani, forse poi, forse potrò finalmente decidere per chi votare …
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