La Treccani così definisce la “coazione a ripetere”: tendenza incoercibile a porsi in situazioni penose o dolorose, senza rendersi conto di averle attivamente determinate, né del fatto che si tratta della ripetizione di vecchie esperienze.Insomma, play it again, Sam! Fallo di nuovo, sempre uguale, ormai è un tarlo piantato nel cervello … Sto ovviamente parlando della nefasta tendenza all’ammucchiata politica, dello sforzo incoercibile di complicarsi la vita, della patologica incapacità di NON dire mai parole chiare e franche agli elettori e farsi così del male. La ben nota “sindrome Tafazzi”, insomma. È evidente a tutti che le elezioni del prossimo 25 settembre sono di un’importanza capitale: inutile spendere parole. Dovrebbe essere altrettanto chiaro a tutti che per vincere bisognerebbe presentare agli elettori proposte definite, coerenti, concrete, realizzabili, in sintonia con le esigenze della parte più sana e produttiva del Paese, quella parte che desidererebbe uno sviluppo ordinato, una solidarietà concreta, pragmatismo ed efficacia dei progetti; e che semmai, schifata dai recenti precedenti, nemmeno va più a votare. Sono milioni. E invece no. Cosa è successo in questi giorni? E cosa può succedere ancora nei prossimi? Si è fatto ogni sforzo per stipare tutti in un unico carrozzone elettorale, con la sola discriminante di essere contro la destra. Cosa importantissima, ça va sans dire, ma assolutamente insufficiente rispetto alle reali necessità di questo Paese. Perché tu puoi anche essere contro la destra, ma devi pure dire cosa diavolo vuoi fare, dopo averla (eventualmente) battuta. Macché! In realtà si firmano documenti in sé anche condivisibili, ma in barba al fatto che una parte della coalizione la pensa in tutt’altro modo e subito alza la voce (ovvio, no?), minacciando di andarsene con l’avvocato Conte, che è certamente più affine ai suoi gusti (contenti loro …!). Lo faranno? Fratoianni e Bonelli avranno la forza di andare via? Lo vedremo presto, anche se ne dubito. Ma in ogni caso sentire Enrico Letta che afferma serio serio che l’accordo è vincolante per PD e Calenda/Bonino ma non per altri, e che ognuno farà la campagna elettorale come vorrà, puzza di imbroglio, di bizantinismo da quattro soldi, di magheggio da baraccone. C’è una coalizione o no? E che razza di coalizione è? Come se nel 1944 gli Americani avessero concordato con gli inglesi di sbarcare in Normandia, mentre canadesi, neozelandesi, australiani, francesi ed altri invece decidessero di sbarcare nelle Fiandre. Un’evidente cosa da manicomio, oltre che un suicidio tattico e strategico! Ma qui non c’è Eisenhower … Ci sono Calenda e Bonino che hanno giocato bene le loro carte ed hanno ottenuto tutto quello che volevano, in termini sia di seggi che di contenuti, ma il resto della coalizione? Cosa faranno dopo? E Matteo Renzi, il babau, il convitato di pietra, il Commendatore? Qui si apre un discorso a parte, perché in realtà uno degli stimoli più corposi (forse il più corposo) per siglare quella bizzarra intesa così “flessibile” è stato proprio quello di emarginare sia Renzi che il suo partito. Una ghiotta ulteriore occasione per cercare di dare il colpo di grazia ad una persona (e un gruppo di persone) vissuta come fastidiosa, impossibile da gestire, persino imbarazzante, qualcuno ha detto addirittura “un disvalore”. E soprattutto “duro a morire”. Come spiegare altrimenti la granitica presa di posizione di Emma Bonino (una che ha fatto il giro del Parlamento almeno un paio di volte …) che, a domanda precisa sull’opportunità di tenere Renzi nella coalizione, ha risposto con un secco (e perfino screanzato) NO, non motivato né articolato in alcun modo? E si è pure risentita, quando le è stato fatto notare che Renzi non l’aveva confermata Ministro degli Esteri nel suo Governo e che quindi qualche rancore residuo doveva pur esserci …! Macché! La signora ha negato con sdegno, ma si è guardata bene dall’indicare anche un solo motivo politico, uno solo, per il suo irreversibile NO. E lo stesso vale per una consistente parte del PD (più i ruderi un po’ patetici e molto sbalestrati come Bersani, ancora innamorato perso di Conte …) che da tempo, come è stranoto, le prova tutte per distruggere il vecchio nemico usurpatore: adesso hanno visto l’occasione forse definitiva. Meglio un pasticcio con Fratoianni, Bonelli e Di Maio che portarsi dentro un pericoloso “sovversivo” delle loro povere e meschine certezze. Vuoi vedere che stavolta il maledetto “Die Hard” resta fuori da tutto? Devono esser loro brillati gli occhi al solo pensiero … E così l’elettore si troverà davanti offerte elettorali scombinate, disomogenee, già adesso litigiose, sicura garanzia di ingovernabilità, comunque vada. Una destra litigiosissima, ma che dissimula e si nasconde dietro alle solite frottole di un Berlusconi sempre più infoiato al pensiero del potere (per il resto, ormai, solo ricordi …) e la disarmante pochezza di idee degli altri due. Un centrosinistra con dentro diavolo e acquasanta, una sinistra populista, che non si capisce a questo punto perché non sia dentro, ed infine una esigua proposta riformista, netta, pulita anche se ridotta, costituita dagli “happy few” di Renzi. Come volete che vada a finire? Ci si potrà stupire se i milioni di astenuti resteranno tali, o addirittura aumenteranno? E che razza di democrazia è quella che non riesce a darsi una connotazione chiara davanti all’elettorato? Che gioca d’interdizione e non per governare? Che se ne frega dell’agenda di Governo dei prossimi 5 anni? L’Agenda Draghi? Sì, a parole. Ma nei fatti dentro la coalizione c’è chi lavora per tutt’altro: e non ne fa mistero, fuori ma anche dentro il PD. Draghi, un altro pericoloso rompicoglioni assolutamente fuori schema: via, via, che torni in Umbria o dai suoi amici banchieri! Il festival dell’ipocrisia, ancora una volta. Ancora una volta si è persa l’occasione di fare qualcosa di riconoscibile, di concreto, di omogeneo. L’area RDLSEPLG+ è e resta una chimera. Ne parleremo ancora? A questo punto dipende dal risultato di Renzi ed i suoi. Infatti l’anatra di gomma continua a pinneggiare vigorosamente, ma adesso bisogna uscire dall’acqua e provare davvero a volare …
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