Una domanda serpeggia tra noi drogati di politica (quelli normali “hanno altro per la testa a cui pensare”…). Quousque tandem (fino a quando, dunque …, traduco per gli sfortunati che non hanno passato la giovinezza in compagnia di Cicerone) la signora Presidente del Consiglio, onorevole Meloni Giorgia, potrà fare finta di tollerare la scelta evidente del vice Premier, onorevole Salvini Matteo, di sparare indicazioni operative di governo, come se fosse lui il capo e non la sua giovane partner? Soprattutto, “vorrà” la giovane partner sottolineare, più o meno gentilmente, le sue proprie prerogative o lascerà che il truce padano decida lui di cosa si deve parlare sui giornali, che non aspettano altro per sparare titoloni col solo scopo di aizzare, spesso a vuoto, le opposte fazioni, fuori e dentro la maggioranza? Aldilà dei contenuti propalati dal truce padano, come sempre tutti sopra le righe e pensati “ad usum” (oggi è la giornata del latino …) dei compiacenti operatori della stampa (il termine “giornalisti” mi pare francamente esagerato per moltissimi di loro …), è una strategia coordinata quella di lasciare al vicepremier, esponente di un partito di molto minore, il compito di sobillare le masse? È evidente che il Salvini, dopo i disastrosi risultati elettorali, debba fare di tutto per dimostrare la sua esistenza in vita, pressato com’è da un pezzo di partito che vistosamente non lo sopporta più e non sa come toglierselo dai piedi. Lui alza il tiro, le spara grosse, attizza il fuoco e forse la giovane Premier pensa di giocare al poliziotto buono e poliziotto cattivo: Salvini butta lì 10.000 euro di contanti, tutti si indignano e lei alla fine dice 5.000 e tutti pensano “ma quant’è moderata …”. Intanto invece di 1.000 si va a 5.000 e certuni sono molto contenti … Idem con pensioni, flat tax, condoni, no-vax, ecc. ecc. (Intanto i poliziotti veri hanno già vistosamente segnalato il recepimento del nuovo corso … e certa sinistra dà loro volenterosamente una mano). Pensare che si vada avanti così per 5 anni è un incubo dal quale bisogna fuggire, al più presto. L’eventuale carattere decisionista di Giorgia Meloni non sì è ancora visto, ma quanto peso Ella vorrà dare agli “animal spirits” (cambiamo lingua …) che albergano nella maggioranza e quanto vorrà invece sforzarsi di apparire come una normale (e non sovversiva) leader conservatrice europea? Le risposte non potranno tardare. I mercati per ora sembrano tranquilli e attendono, ma sono ovviamente prontissimi a castigare eventuali fughe in avanti sui conti pubblici. La Legge di Bilancio incombe … Nel frattempo, le opposizioni dovrebbero incalzare il Governo, dovrebbero metterlo di fronte a scelte, a proposte, e non aspettare passivamente di commentare i titoli dei giornali, secondo un copione peraltro deciso da Salvini. Come sempre, passare dagli annunci ai fatti è cosa dura, ma è su quelli, e non sulle chiacchiere, che si giocano i destini della Nazione (come a loro piace chiamare la comunità dei cittadini). Certamente è presto per dare giudizi complessivi, ma altrettanto certo è che tutto pare andare secondo le più fosche previsioni, altro che destra conservatrice europea … Giorgia Meloni ha la forza ed anche il potere per dare lei gli indirizzi, per non farsi subornare dai vecchi e meno vecchi marpioni da cui è circondata, ma vorrà farlo? È nelle sue corde, è nelle sue intenzioni, o noi ci stiamo creando il solito comodo wishful thinking, per non dover costatare che stiamo precipitando verso l’abisso del populismo e del sovranismo? Come al solito, non si tratta del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno: bisogna al più presto misurare quanta acqua c’è davvero nel bicchiere, e su quello costruire tattiche e strategie. Ho già espresso le mie perplessità sui tempi e modi scelti dal Partito Democratico, ora però devo esprimere altrettante perplessità sui tempi e modi scelti dal Terzo Polo che, così com’è strutturato oggi e per come pensa di strutturarsi in Federazione, sarà sempre più esposto a continue bordate politiche e mediatiche, tendenti a depotenziarlo e quindi farlo fallire miseramente. Se davvero c’è unità di intenti, di programmi, e non ho alcun motivo per dubitarne, si proceda subito alla fusione di Italia Viva, Azione e chiunque altro voglia associarsi ad un progetto che deve al più presto accreditarsi come alternativa credibile e concreta allo stato delle cose. Non vedo alcun motivo vero per allungare il brodo con procedure che rischiano di apparire bizantine e soprattutto non comprensibili da chi aspetta con impazienza la nascita e la crescita di una forza riformista che faccia politica con lucidità, pragmatismo e decisione. Cari Calenda e Renzi, siete voi i leader: prendete subito l’iniziativa e tacitate coi fatti le pelose e continue insinuazioni di una stampa che non aspetta altro che veder scorrere il sangue. Se la strada è quella, la si percorra senza fretta, ma velocemente e senza tentennamenti. Abbiamo davanti la solita noiosa traversata del deserto e temo che non sarà brevissima: non essendoci ancora né treni né autostrade, attrezziamo cammelli e borracce, mappe e vettovaglie, vessilli e salmerie, e mettiamoci in cammino. Ben armati e ben guidati, resisteremo anche ai predoni (il deserto è molto mal frequentato …) e recluteremo anche forze fresche. L’armata (per ora un bel po’ brancaleonesca) della maggioranza avrà il suo daffare a gestire la baracca: mettiamoci al più presto in condizione di competere. D’altronde, esiste alternativa?
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