Tutti sapevano che sarebbero andati a votare solo quattro gatti, tutti sapevano che Fontana e Rocca avrebbero vinto a mani basse, tutti sapevamo che non era certo questa l’occasione per valutare la salute e le prospettive del Terzo Polo (o come diavolo si chiamerà). Tutti sapevano, tutti sapevamo ma, davanti ai risultati definitivi, ci si resta lo stesso di m …: inutile negarlo! La preoccupazione sale, la rabbia anche. Perché nemmeno l’opposizione unita avrebbe potuto farcela: i numeri sono impietosi, poi chi vota conta e chi NON vota NON conta, e raggranellare solo quei pochi punti con la lista del Terzo Polo non è certamente quello che ci si attendeva. Quindi poche scuse e pochi piagnistei: è un disastro! Keep calm and carry on! – si dicevano gli inglesi nel 1940, ne “L’ora più buia”. E se ne sono venuti fuori loro, dopo la battaglia d’Inghilterra, e noi appresso, solo molti anni dopo, vuol dire che tenersi lucidi, pensare ed agire con determinazione è il solo modo per sopravvivere. La ormai fin troppo abusata “traversata del deserto” sarà lunga e faticosa. Inoltre, non mi pare che le premesse per arrivare sani e salvi dall’altra parte (qualunque essa sia e dovunque si trovi) siano al momento molto confortanti. La gente è stufa, sfiduciata, si fa i fatti propri e non si cura delle conseguenze che quello che avviene nella politica porterà, presto o tardi, nella vita di ognuno. Per adesso si tira avanti così …! Imprevidenza? Ingenuità? Cinismo? Egoismo? Certo è che oggi le risorse per una riscossa politica, se ci sono, sono ben nascoste. E tirarle fuori non sarà impresa da poco. Chi non va a votare non ci tornerà, se non in presenza di un’offerta politica nuova ed attraente. Chi vota a destra non cambierà idea facilmente, se non a fronte di disastri che forse non conviene neppure augurarsi, per il bene del Paese. Chi vota per i vari monconi dell’opposizione purtroppo è radicato nelle sue presunte certezze, ovvero che la colpa di tutto è sempre degli altri, di quelli che non capiscono, che sono troppo a sinistra, o troppo al centro, o troppo a destra, o troppo fuori di testa. Vai a capire come vota la gente …! Il presidente della Regione cha ha peggio subìto la pandemia viene rieletto con oltre il 50%, mentre l’Assessore alla Sanità della Regione che meglio l’ha gestita viene battuto da un semisconosciuto. Che razionalità c’è? Nessuna. Si vota per abitudine, per sentito dire, per conformismo al pensiero dominante. E adesso domina la destra. Carlo Calenda dice, e Carlo è uomo d’onore, che non sempre la “gente” ha ragione: spesso sbaglia di brutto e si fa male da sola. Verissimo, ma il gioco è questo e tocca alla politica trovare gli strumenti con i quali la “gente” possa orientarsi meglio e non sbagliare grossolanamente come adesso, sia che voti sia che non voti. C’è un clima di rissa continua (che alla fine è funzionale al mantenimento dello status quo). Servirebbe fare come nei saloon, quando lo sceriffo entrava e scaricava la Colt in aria, al che tutti i cow-boy sospendevano la scazzottata e per un po’ stavano a sentire la ramanzina dell’autorità. Poi, forse, tornavano a casa a smaltire la sbornia … oppure buttavano fuori anche lo sceriffo. Ma qui, chi ce l’ha l’autorità? E poi, dobbiamo sempre sperare nel supereroe o nello sceriffo di turno che tolga le castagne dal fuoco? Tanto, poi lo sceriffo lo si può anche cambiare, e se ne mette un altro, semmai più accomodante. E così si continua la rissa …! La sinistra, il centrosinistra, l’opposizione insomma, è da ricostruire, daccapo. I cocci sparsi sono tanti, e rimetterli insieme pare francamente quasi impossibile. Ciononostante, il lavoro è da fare. Con pazienza, umiltà, generosità. E chissà se basteranno …! Noi che pretendiamo di costituire la proposta nuova ed allettante, possiamo ancora permetterci di baloccarci con le Federazioni, i tempi lunghi delle Europee, i campi più o meno allargati, equilibrismi o bizantinismi del genere? Chi ci capisce? Chi ci viene dietro? Non è che dovremmo trovare il modo di mettere i piedi nel piatto, con proposte forti e riconoscibili? Cosa proporremo all’opinione pubblica? Di avere pazienza e fidarsi? Mi pare un po’ poco, visto lo scazzo generale. Tra dieci giorni il PD finalmente partorirà un nuovo Segretario. Mai parto fu più travagliato … Cambierà qualcosa nel panorama politico? Uscirà l’ennesimo topolino pronto al sacrificio? C’è stato un tempo non lontano in cui eravamo noi (tutti) sulla cresta dell’onda, vincevamo in 17 Regioni su 20 e in 6.000 Comuni, eravamo al Governo a fare riforme che ancora oggi tengono su il Paese: la riforma delle Banche Popolari, Industria 4.0, fatturazione elettronica, dichiarazione precompilata, gli ottanta euro (oggi cresciuti), il Jobs Act … sì quello lì, che ha dato diritti a chi non li aveva, ha eliminato le dimissioni in bianco, ha creato davvero oltre un milione di posti di lavoro, con il 60% a tempo indeterminato (dati INPS, non confutabili), per non parlare della stagione dei diritti civili. Si può fare e l’abbiamo anche fatto. Altri tempi, direte voi. Certo, ma la ruota gira. L’importante è avere idee e gambe per farle camminare. Questa stagione nefasta può andare alla fine anche in tempi non biblici, se saremo capaci di mettere in piedi un progetto e non solo polemiche sterili, con annesse risse da cortile (o da saloon). Chi può ci pensi, chi ha responsabilità politiche cerchi e trovi il modo per ricompattare una mandria sbandata e disorientata. Abbiamo tutti infilato una serie impressionante di errori, e li abbiamo pagati molto cari. Adesso si deve girare pagina, con coraggio e anche un po’ di incoscienza. Diamo fiducia ai leader perché crediamo che abbiano appunto queste capacità: sennò, che leader sarebbero? A volte serve uno sceriffo, a volte un filosofo, forse meglio uno sceriffo filosofo, o un filosofo sceriffo … Insomma, lo spietato Mr. Wolf di Pulp Fiction, la sorniona Anatra-di-gomma di Convoy, i pestiferi Bibì e Bibò, Gianburrasca o Indiana Jones, ne abbiamo per tutti i gusti. Basta che la smettiamo di beccarci come i polli (di Renzo) e pensiamo a mettere insieme una compagnia credibile, seriamente intenzionata a governare e non a sventolare bandierine identitarie, fermamente determinata e possibilmente non ossessionata dal dover sembrare a forza “de sinistra” (che palle questa litania …!), politicamente corretta, e pure mainstream. Qui l’unico mainstream che si vede non è per niente attraente: ha l’aspetto di Donzelli, di Salvini e di Berlusconi, e la faccia tosta della loro capa. Qualche cinese famoso (Confucio, Mao, Deng, …) diceva che non importa il colore del gatto, basta che acchiappi i topi. Ecco cosa serve, ci sono troppi topi in giro, usciti da dove normalmente soggiornavano. Astenersi perditempo e acchiappanuvole.
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