La dico così, piatta piatta, senza giri di parole, sfidando tutte le ipocrisie (e forse anche il ridicolo …). Per quanto possa sembrare folle ed irrealizzabile ..., c'è un solo modo per uscire dalle numerose impasse connesse alla realizzazione del PNRR che, ricordo, è per l’Italia la più imponente occasione di trasformazione e di progresso dal dopoguerra (il secondo) ad oggi. Così come si è fatto (grande successo …!) con il gen. Figliuolo per la gestione del COVID e le vaccinazione annesse, ora bisogna dare a Mario Draghi (sì, sì, proprio lui!!) poteri commissariali per l'esecuzione del PNRR, fino alla sua scadenza, oggi prevista per il 2026. Prima di dire: “IMPOSSIBILE!!” ed invocare tutte le diecimila ragioni per cui la cosa sarebbe impraticabile (le dimissioni di luglio scorso, la democrazia rappresentativa, le elezioni, la volontà popolare, …), ragioniamo un attimo a mente fredda, razionalmente. Dovrebbe ormai essere chiaro anche ai sassi che il PNRR non è un affare nazionale, da gestire “all’italiana”. È invece il primo vero e serio tentativo di gestire l’Europa come un Unione politica e finanziaria, un’unione dove si mettono in comune anche debiti e investimenti. È un gigantesco salto epocale, che attendevamo (noi riformisti europeisti non a chiacchiere …) dal tempo del Trattato di Roma (25 marzo 1957) e che solo il COVID è riuscito a realizzare (ex malo bono!), dopo un’attesa di 65 anni. Il PNRR riguarda tutta l’Unione Europea e di conseguenza tutto il mondo che, se l’UE dimostra di essere davvero unita e soprattutto funzionante, sarà chiamato a fare i conti con un nuovo protagonista sulla scena politica e finanziaria, come mai successo prima. Il PNRR non può fallire, per nessun motivo, perché si trascinerebbe dietro la credibilità di tutta la UE, dando definitivamente ragione a chi l’ha sempre più o meno apertamente osteggiata (buona parte del mondo, compresi alcuni che dell’Unione fanno parte …). Se fallisce il PNRR, di cui l’Italia è il maggiore protagonista, il falchi troveranno conferma dei loro scetticismi e la UE tornerà indietro di decenni: non ci saranno altre possibilità di fiscalità comune per chissà quanto tempo e l’Europa resterà "solo un’espressione geografica", anche senza Metternich. È uno scenario a cui non molti hanno fatto mente locale: le macro potenze sulla scena mondiale stapperebbero casse di champagne (e fossero anche italiche bollicine, sai che consolazione!) e tutti noi piccoli Stati separati verremmo messi nel mucchio col già solitario Regno Unito (unito forse ancora per poco) del dopo-Brexit, senza nemmeno la spocchia della sua tradizione imperiale. E non avremmo nemmeno un Re da serie televisiva da mandare in mondovisione. Per il NOSTRO bene, la UE davvero integrata è l’unica possibilità di contare qualcosa sulla scena globale, dove gli altri protagonisti sono USA (con Canada e Messico), Cina e India, essendo la Russia già oggi una presenza scomoda, rumorosa, altamente nociva, ma finanziariamente marginale. Mondi in crescita e pieni di opportunità, oltre che di problemi, come l’Africa e, si spera, anche l’America Latina resterebbero fuori dalla portata di Paesi ed economie piccole ed irrilevanti. Il PNRR è la prova generale dell’UE come entità visibile e pesante sullo scenario globale. E c’è ancora tanto lavoro da fare … È ammissibile, accettabile, perfino prudente, mettere tutto questo esclusivamente nelle mani della pur volenterosa Giorgia Meloni e soprattutto della sua impresentabile corte dei miracoli, che al momento sembra solo preoccupata di promuovere una gretta e provinciale cultura revanscista, di mettere paletti identitari, di riabilitare un pezzo di storia passata, sconfitta, sepolta? Come dicono dalle sue parti: “’’gna fà, gna po’ fà …!” Qui è in gioco l’interesse nazionale all’interno dell’interesse europeo: non è questione di partiti, destra, sinistra, centro, … E Draghi è l’unico italiano ad avere la levatura internazionale per affrontare un compito così difficile. Questo significa mettere il Governo sotto tutela? Sì, proprio così, una tutela super partes, ma questa tutela è l'unica possibilità per tranquillizzare la UE ed i mercati che hanno messo, mettono e metteranno fisicamente i soldi sul tavolo e che devono avere qualcuno di cui potersi fidare. E' estremamente complicato? Sì, certo che lo è, dal punto di vista sia politico che istituzionale, ma la cosa dovrebbe partire ed essere gestita direttamente da Sergio Mattarella e non dai partiti, né di maggioranza né di opposizione. E' Mattarella che dovrebbe chiedere la collaborazione di tutto il Parlamento, affidandosi ad una persona di specchiata fiducia che non è riconducibile ad alcuna parte politica (mai candidato, mai eletto). Draghi dovrebbe supportare il Governo nelle trattative con la UE, fare da garante verso i mercati, dovrebbe vigilare sull’attuazione delle riforme (alle quali dovrebbe essere chiamato l’intero Parlamento) e l’esecuzione dei progetti, che resterebbero in capo ai Ministeri, alle Regioni ed ai Comuni competenti, ovviamente. Un super consulente, con poteri di supervisione e di controllo, garante anche verso i cittadini, attraverso il Presidente della Repubblica ed il Presidente del Consiglio che dovrebbero nominarlo. l PNRR è un piano straordinario e deve essere gestito con strumenti straordinari. Non c’è niente di male in ciò, se è vero che l’interesse nazionale (ed europeo) travalica l’interesse delle singole parti. D’altronde, meglio Draghi che la Troika … Va be’ …, è chiaro che tutto questo è un bellissimo (per me!) sogno di inizio primavera, che non c’è alcuna possibilità concreta che si avveri, per un milione di motivi tutti serissimi. Allora perché parlarne? Perché deve essere chiaro che una soluzione esiste, è praticabile, anche se molto scomoda per tutti. E soprattutto perché, quando saremo con l’acqua alla gola tra un po’ di mesi, non si dica che tutto era inevitabile, che più di così dall’Italia non si può pretendere, che i nostri limiti storici, strutturali, ecc. ecc. Vie da seguire ce ne sono sempre: a volte impervie e faticose, ma prima di arrendersi al destino cinico e baro … P.S.: Giorgia Meloni avrebbe tutto da guadagnare da questo folle scenario, perché si garantirebbe il Governo per tutta la legislatura, compiendo in aggiunta quel salto di qualità che oggi, con la sua estrazione precaria e borgatara, circondata com’è da mezze tacche presuntuose ed ignoranti, non potrebbe mai pensare di fare. Buona Pasqua!
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