Non è tra i diritti garantiti costituzionalmente, non fa parte della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, non è materia scolastica, ma è certamente un diritto inalienabile del popolo italiano. La lagna, il mugugno, il muso lungo, il piagnisteo, il lamento, … un’autentica eccellenza nazionale! Nessuno si tira indietro, anzi. Anche quando sarebbe più utile una sana riflessione su quanto ci capita intorno. Parliamo di mutui, a tasso fisso o variabile: chi si è trovato a doverne stipulare uno, certamente si è trovato di fronte all’alternativa tra le due soluzioni. Scegliere può non essere facile, ma i termini della questione sono alla portata di tutti. Qualche anno fa (ora la situazione è molto diversa) si trattava di scegliere tra un tasso fisso, che poteva essere pari a 1,5-2,5 % costante per tutta la durata del mutuo (10, 20, 30 anni), oppure un tasso variabile, poteva anche essere intorno allo 0,5-0,8 %, con un conseguente notevole risparmio sulla rata da rimborsare mese per mese. Ovviamente “variabile” significa che il tasso può variare a seconda delle condizioni macroeconomiche, nella fattispecie l’inflazione ed il conseguente costo del denaro. Anche il più sciatto funzionario di banca avrà spiegato questa basilare differenza: col tasso fisso sai quello che pagherai fino alla fine, col variabile no e, quando si parte da tassi vicini allo zero, è evidente che il costo può solo salire (oggi invece potrebbe e dovrebbe scendere, per cui le cose sono diverse …). Ciò detto, uno sceglie e, se sceglie il variabile, paga una rata sensibilmente più bassa di chi ha scelto il fisso: quindi risparmia qualche decina di euro, mese per mese, finché dura quella condizione macroeconomica che, dato che di fisso al mondo non c’è niente, prima o poi cambia: sale l’inflazione, sale il costo del denaro. A quel punto la rata del fisso resta la stessa, quella del variabile sale, di tanto o di poco, secondo l’andamento del costo del denaro. Quello che era risparmio diventa un maggior costo. E scatta la lagna. Incurante del fatto che per molti mesi si sono risparmiati parecchi soldi, ora si lamenta l’aumento della rata e si pretende che qualcuno lo copra tramite sussidio, sgravio, aiuto, o quanto la fantasia del lagnante può immaginare. Si dice: “Ma i soldi risparmiati ormai sono stati spesi, quindi dall’oggi al domani ci si trova con alcune decine di euro in più al mese da pagare”. Tutto il caravanserraglio dell’informazione soffia sul malcontento, contro le banche che rapinano i poveri cristi, e via cinquestellando, formiglieggiando e populisteggiando. E nessuno che faccia presente che non serve un master ad Harvard per capire che, se scegli di risparmiare oggi, potesti spendere di più domani. Semmai non capita, e ti è andata bene, ma se capita, tocca pagare. E non è neanche detto che sul totale del piano di rientro ci avrai rimesso soldi: dipende dalle condizioni pattuite e dalla durata residua. È così difficile? Figuriamoci, è banale, ma la lagna nazionale è inarrestabile. Come lo fu quando alcuni furboni acquistarono obbligazioni molto ballerine, che al momento pagavano interessi stellari, ma che al primo stormir di fronde diventarono carta straccia, lasciando il malcapitato con il classico pugno di mosche. In alcuni casi risultarono vere e proprie truffe da parte di istituti poco scrupolosi nei confronti di risparmiatori particolarmente poco avveduti, ma in molti altri casi (i più, si direbbe) si trattò di speculazione bella e buona, speculazione finita male, com’è nel normale ordine delle cose finanziarie: si guadagna, si perde ... Anche allora si chiese allo Stato di intervenire a copertura delle perdite maturate, e lo Stato in effetti intervenne, ma chiese una visibilità totale sulle condizioni economiche del risparmiatore e della sua famiglia, proprio per verificare che di circonvenzione si trattasse e non di speculazione. Ebbene, molti rinunciarono alla conciliazione, limitandosi a riempire i microfoni delle trasmissioni televisive di lamenti, improperi, maledizioni, e rifiutando di mostrare al giudice la loro reale situazione finanziaria. Ci si lamenta per un trasferimento (ma è meglio spostare un po’ di insegnanti dal sud al nord o bisogna deportare qualche decina di migliaia di ragazzini dal nord al sud?), per una interruzione stradale necessaria a lavori chiesti a gran voce fino al giorno prima, per un rigassificatore, indispensabile per cucinare e riscaldarsi, e che non può stare sulla luna, per un controllo di polizia, dopo avere imprecato per l’assenza di controlli, e così via lamentando. Ora, lungi da me sostenere che non ci si debba lamentare dei tanti disservizi o delle innumerevoli assurdità burocratiche, ma mai dimenticare che la società si regge sull’organizzazione e che ogni organizzazione funziona più o meno bene a seconda sia di chi la dirige ma anche di chi la fa funzionare giorno per giorno, che poi saremmo tutti noi, ognuno per la sua parte. La lagna è l’anticamera del populismo, il sottostante dell’assistenzialismo, il substrato dell’antipolitica, il terreno di coltura della cultura di destra, anche quando si ammanta da falsa sinistra massimalista. Una società funziona bene tanto più i suoi componenti sono e si sentono “responsabili”, ognuno nel suo piccolo (o grande) che sia. Una volte la ideologie incanalavano malcontento, lagne, mugugni in una visione collettiva e generale che dava una prospettiva anche ai meno attrezzati culturalmente. Oggi, dopo la fine delle ideologie, il libero ed incontrollato sfogo del malcontento (di tutti) porta al disastro della democrazia, che è uno strumento delicato, che non può sopravvivere senza una buona dose di “responsabilità” dei cittadini. Compito primario del riformismo è quello di diffondere il senso e la cultura della “responsabilità”, che da soli bastano a trasformare anche la lamentela più sacrosanta in un’azione costruttiva. Insomma, quando anche ci girano per davvero, dopo i sacrosanti improperi e maledizioni di rito, chiediamoci cosa si può fare per migliorare! Sarà banale, ma l’alternativa inevitabile è, più prima che poi, l’autoritarismo. A qualcuno può anche piacere, però ...
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