Ogni notte, da sempre, su tutta la rete ferroviaria si fanno lavori come quelli programmati a Brandizzo e non succede mai (… quasi mai, ahinoi!) alcunché di tragico. E' solo routine di lavori delicati, ma del tutto consueti. Questo vuol dire che le procedure in atto, pur se certamente migliorabili, come tutto al mondo, non sono così aleatorie, imprecise ed arbitrarie. Dimostrano di funzionare egregiamente. Però una volta capita che qualcuno ritenga di forzarle oltre ogni limite di ragionevolezza ed ecco la tragedia. inutile fare filosofia o, peggio, ideologia spicciola (vedi Landini e compagni) sul sistema economico, il subappalto, il capitalismo, lo sfruttamento, e tutto l’armamentario caro a chi ama pontificare. A Brandizzo non c’era nessun subappalto: i lavoratori deceduti erano, a quanto si sa, dipendenti regolari di una ditta da decenni impegnata e specializzata nella manutenzione della rete ferroviaria. Nulla di losco, di illecito, di misterioso. Solo lavoro. E le procedure erano quelle in vigore su tutta la rete, procedure collaudate giorno dopo giorno. Il fatto è che le procedure vanno rispettate. Punto. Chi non lo fa, specie se per giunta non lo fa in modo del tutto scriteriato, non può accampare NESSUNA giustificazione. Se ne assume la responsabilità in toto. Non voglio arrogarmi il diritto di trarre affrettate conclusioni da un’indagine, peraltro appena avviata e presumibilmente affidata a professionisti seri ma, se non mettiamo un po' d'ordine logico nelle cose, finiamo per dire sempre che è colpa del generico SISTEMA, modo elegante per arrendersi alla banalità del luogo comune, non fare nulla e giustificare le peggiori irresponsabilità. Appare davvero squallido chi dopo due ore dalla tragedia già farneticava di lavoro nero, di subappalti sregolati, di pressioni, di capitalismo selvaggio, di sfruttamento. Sciacalli. Solo sciacalli, disposti a calpestare le vite perdute di cinque lavoratori e delle loro famiglie travolte dalla tragedia. Si alza un polverone che finisce per nascondere i problemi veri; parte la corsa a chi spara più in alto, a chi allarga di più le accuse, a chi denuncia le scandalose ed evidenti storture della società occidentale. L’applauso è garantito, e pure i likes sui social. Si dà per scontata la corresponsabilità, ovviamente tutta da provare, delle Aziende coinvolte perché, si sa, le Aziende sono il male della terra … Ma quali aziende? La scrupolosa funzionaria Repaci è funzionaria di quella stessa azienda, le Ferrovie, che viene condannata senza appello. Anzi, in quel frangente la funzionaria era la custode della corretta procedura, che è stata invece disattesa da un altro dipendente, evidentemente meno fedele e disciplinato. Aveva solo lei il potere di autorizzare l’intervento sui binari e correttamente non l'ha fatto. L'altro ha invece agito di testa sua ed ha sbagliato, mandando a morte cinque colleghi di lavoro. Allora, perché è azienda quello che sbaglia e non quella ligia al dovere ed alle procedure? E' l'uomo sui binari, presumibilmente “esperto” e scafato, quello che ha deviato, mentre la giovane donna in stazione aveva le idee chiare e dava disposizioni corrette. Doveva uscire dalla sala movimento della stazione di Chivasso, montare in bicicletta e correre a Brandizzo (sono meno di 5 chilometri) con un bastone, per impedire agli operai di scendere sui binari? Dovrebbe essere chiaro che il singolo essere umano, con il suo comportamento, può quasi sempre sovvertire qualsiasi procedura, anche la più corretta. Le procedure più robuste (ovvero a sufficiente prova di errore) sono quelle che non prevedono l’intervento umano, essendo gestite solo da macchine, o dalla terribile IA che tanto ci spaventa. E pure in quel caso un errore di programmazione, un’eventualità non prevista, può causare effetti devastanti. Esistono e sono di uso comune in tutte le Aziende sistemi di gestione delle procedure. Il fatto è che non si tratta di burocrazia, ma di vita e di morte, come testimoniano i 1.000 morti all’anno sul lavoro. Sono tanti, sono pochi rispetto al totale? Sono sempre troppi, perché la vita è una e perché quasi tutti si potrebbero evitare, se solo si seguissero le regole senza fare quelli furbi, che ne sanno sempre una di troppo. Ma dimenticavo che noi, in questo Paese, vantiamo la prerogativa nazionale di essere flessibili, creativi, capaci di interpretare, liberi di non farci ingabbiare da inutili rigidezze. Quindi, “se dico treno …”.
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