Anno nuovo, vita nuova! Chissà che non sia la volta buona! Dopo l’accenno del Presidente Mattarella ad haters e violenza sulla rete, qualcosa forse, molto forse, si muove ... Negli ultimi anni ho scritto non so più quante volte sull’annosa questione dell’anonimato in rete, tante che adesso faccio fatica a riprendere il discorso senza rischiare di risultare ripetitivo e noioso. Si tratta di un argomento talmente frusto ed abusato che uno si chiede come sia possibile discuterne ancora, senza che nulla capiti e soprattutto senza che qualcuno prenda un’iniziativa concreta per superare definitivamente il problema, problema che tutti conoscono benissimo e anzi fingono di tenere in degna considerazione, salvo non muovere un dito nelle sedi opportune. Ovviamente bisogna agire perlomeno a livello comunitario, per evitare disparità di comportamento tra gli Stati membri, ma la UE (Commissione, Parlamento, Consiglio, …) potrebbe benissimo legiferare in materia e imporre che l’accesso alla rete avvenga solo in modo certificato e non anonimo. Chi si preoccupa (fa finta di preoccuparsi) per la cessione dei dati personali dovrebbe ricordare che tutti noi siamo profilati in modo molto dettagliato e continuo anche contro la nostra volontà e senza che ce ne accorgiamo. Chi si preoccupa in modo peloso di togliere la voce ai movimenti di resistenza dovrebbe sapere che nelle dittature sono ben altri i problemi, visto che le profilazioni sono molto accurate a prescindere (ricordate “Le vite degli altri” sulla STASI nella DDR?). In realtà, l’anonimato in rete è solo funzionale ad un suo uso criminogeno, nel senso che spargere odio, fake news, bufale, leggende metropolitane e soprattutto alimentare la gogna contro il malcapitato di turno, non importa se politico, artista o povero cristo qualunque, fornisce un’arma impropria gratuita e anzi profittevole a gente senza scrupoli, pronta ad interferire nello svolgimento della vita della comunità. È ormai stato acclarato che il referendum sulla Brexit nel 2016 fu vinto (e pure di poco …) solo grazie ad una massiccia ed anonima opera di disinformazione degli elettori del Regno Unito che, in gran parte ignari e sprovveduti, hanno mutato il corso della Storia del loro Paese sulla base di informazioni false, costruite ad arte, e ne stanno ancora pagando le conseguenze. Delle centrali di disinformazione russa si conoscono perfino gli indirizzi fisici, e in questo brodo di coltura sguazzano gli anonimi odiatori della porta accanto, che sfogano in questo modo le loro povere e squallide frustrazioni di persone meschine, grette, incivili. Quando ero giovane, lo sfogo di questa gente erano le pareti dei cessi nelle stazioni o negli autogrill. Ora la tecnologia offre molto di meglio, in più belli comodi e stravaccati sul divano di casa. Tutte le volte che ho provato a segnalare il problema usando i commenti ad articoli di giornali sono stato subissato di improperi o di sarcasmo fuori luogo. Ho quindi trovato conferma alla mia ormai antica decisione di non iscrivermi ad alcun tipo di social, almeno fino a quando non saremo tutti individuati da nome, cognome, fotografia e codice fiscale (veri e certificati). Ho provato spesso a chiedere a questi eroici fautori dell’anonimato cosa penserebbero di andare in giro a parlare sulla pubblica via con un cappuccio in testa, e poi che ne trovassero altri, tutti che parlano col cappuccio in testa. Che spettacolo di civiltà sarebbe! Altro che 1984 …! Io insisto. E sarò infinitamente grato a qualsiasi forza politica (davvero qualsiasi …!) che voglia fare una battaglia in proposito, ma non a chiacchiere o a dichiarazioni in favore di TG, ma solo a disegni di legge, nazionali e comunitari, ben articolati, dettagliati e concretamente realizzabili. Sono convinto che un panel di esperti sarebbe in grado di produrre in poco tempo una proposta di legge da portare in Parlamento, sia a Roma che a Bruxelles, costringendo le istituzioni ad avviare una discussione seria. Temo però che l’argomento sia considerato poco gradevole e popolare. Così ci terremo questo squallido Far West e di tanto in tanto ce ne lamenteremo, salvo passare subito ad altro argomento meno ostico. Va be’, cominciare l’anno con una battaglia persa non è il massimo della soddisfazione personale, ma i riformisti devono fare le riforme … o no? Buon anno a tutti: la mia faccia la conoscete …
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