L’Abruzzo è la mia terra d’origine. Lì ho le mie radici … Niente paura! Non sto scimmiottando il celebre messaggio-con-la-calza di Silvio Berlusconi nel 1994. Sto solo enunciando perché oggi vi intrattengo sull’Abruzzo, una ridente (si dice sempre così, anche se c’è poco da ridere…) Regione affacciata sul mare Adriatico, e questo malgrado il suo attuale ma anche aspirante Governatore Marco Marsilio, in una accorata dichiarazione tempo fa, le abbia aggiunto pure lo Ionio ed il Tirreno, così, per fare bella figura (sembra una bufala, ma è proprio vero …). L’Adriatico comunque basta e avanza per renderla una Regione marina, ma anche montana: questo sì. Chi c’è stato sa che in meno di un’ora si passa dalla spiaggia agli oltre 2.000 metri di quota sulla Maiella. Chi non c’è stato, vada a controllare di persona e vedrà che si troverà bene e non se ne pentirà. Fatto lo spot, passiamo alle cose serie. In questi giorni tutti parlano dell’Abruzzo, Regione di cui normalmente non parla quasi mai nessuno. Persone riservate gli abruzzesi …, difficilmente si mettono in mostra, di solito si promuovono poco, usi obbedir tacendo e tacendo morir. Spesso terremotati, da Avezzano all’Aquila, al Teramano. Operosi e modesti, però, anche se hanno dato natali ed educazione a gente come Croce, D’Annunzio, Michetti, Flaiano, Giovanna Marini, Sergio Marchionne, ... e pure Bruno Vespa. Domenica e lunedì prossimi gli abruzzesi si troveranno proiettati su tutti i media, perché domenica lì si vota per eleggere le cariche regionali e soprattutto lì domenica potrebbe avvenire qualcosa di notevole a livello nazionale, e non solo. Capita che l’attuale Governatore e candidato del centrodestra, il fedelissimo meloniano Marco Marsilio, si ritrovi ad essere pressantemente insidiato da un antagonista abbastanza sui generis: non un grigio esponente di partito, ma il tipico esponente della cosiddetta società civile, ovvero Luciano D’Amico, ex-Rettore dell’Università di Teramo, molto stimato, indipendente, molto competente e soprattutto rappresentativo di un mondo parallelo alla politica, ma ad essa non organico, come dicono quelli che se la tirano. Fatto sta che una personalità simile è riuscita nell’improbo e quasi impossibile compito di riunire intorno alla sua candidatura tutto uno schieramento che va dal M5S ad Italia Viva, passando per il PD, Azione, radicali e sinistre varie. Un miracolo, un autentico miracolo di questi tempi, quando si fa a gara nella scissione dell’atomo. Scalzare Marsilio sembrava una missione impossibile: adesso lo è molto meno. Tutti i sondaggi dicono che la distanza tra i due è minima e la recente esperienza della Sardegna autorizza a sperare in qualcosa di simile. L’aria in Abruzzo per il centrosinistra non è cattiva: c’è fiducia e nessuno esclude sorprese. Sorprese che andrebbero ben aldilà dell’elezione, pur auspicabile, di D’Amico a Presidente. Tutti capiscono che una sconfitta del centrodestra, la Sardegna, può essere digerita, ma due sconfitte in meno di un mese sarebbero molto più difficili da mandare giù. Per Meloni, di cui Marsilio è solo un’appendice, ma anche per Salvini e gli altri, che pur potendo gioire della battura d’arresto della loro capa, dovrebbero subito fare i conti con un sentimento popolare non più così favorevole. Difficile prevedere cosa potrebbe succedere: forse nulla nel breve, visto che l’appuntamento delle europee è molto vicino, ma la talpa del dubbio potrebbe lavorare in profondità e minare i rapporti all’interno della maggioranza. Sul campo avverso splenderebbe un po’ di sole, dopo tante nubi, e non è escluso che possa cominciare un processo costruttivo, dopo tanti sforzi distruttivi. Io non credo affatto che questo campo extra-large possa avere un futuro a livello nazionale, ma una razionalizzazione dei rapporti politici, quella sì che potrebbe avviarsi. Nel senso che si potrebbe promuovere un’aggregazione dei più simili, cioè riformisti con riformisti e massimalisti con massimalisti. Poi, con calma, si potrebbe cominciare a ragionare di una possibile coalizione. Chissà. Soprattutto, la constatazione che vincere si può, che la destra può essere battuta, potrebbe favorire un raffreddamento dei "bollori rivoluzionari" di certuni e spingere ad una visione più pragmatica e razionale. Chissà. Certo che, se non si muove nulla, nulla succede, e la stasi favorisce questa destra senza idee né capacità, ma fortemente incollata alle poltrone. Una loro sconfitta in Abruzzo minerebbe molte certezze e, si sa, da cosa nasce cosa … Ecco perché il voto di domenica è particolarmente importante e l’occasione non dovrebbe essere sprecata da chi davvero volesse smuovere una situazione stagnante. Un gancio preciso alla mascella, seguito da un forte ed immediato uppercut al mento, può mandare al tappeto anche il pugile più robusto. E Marsilio non mi pare Tyson. Ma bisogna essere rapidi e decisi. Colpire duro appena si può, e senza ripensamenti. Il primo fondamentale obbiettivo è portare a votare chi si sente sfiduciato e scontento di tutto. Stare a casa in una situazione del genere è da conigli. Ed è soprattutto una tremenda responsabilità nei confronti di chi invece vorrebbe cambiare. Insomma, votate la lista che volete (c'è ampia scelta), ma andate a votare. Nessuna considerazione di breve vale contro la possibilità di dare un altro colpo alla destra che governa. I bookmakers sono in fibrillazione: lunedì farà caldo in Abruzzo, anche se dovesse piovere. Ripeto: chi può, vada a votare. Tanto, mare e montagna sono così vicini che si può fare tutto in un giorno solo.
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