A vent’anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell’età … (Francesco Guccini – Eskimo, 1978). Correva il 1978, che veniva dopo il 1977 del “movimento”, che veniva dopo il 1968 del Maggio Francese, insomma un periodo che oggi può sembrare lontanissimo, pur se ammantato da un’epica romantica. Chi oggi ha tra i settanta e gli ottant’anni (i maledetti boomers …) allora era giovane davvero e di balle per la testa ne aveva tante. C’era chi manifestava con il libretto rosso di Mao Zedong (allora si scriveva Tse Tung), chi inneggiava all’Albania di Enver Hoxha, chi analizzava pensoso l’esperienza di Pol Pot e dei Khmer Rossi in Cambogia (milioni di morti assassinati), chi riteneva l’URSS di Breznev un’involuzione controrivoluzionaria, chi si accontentava del romantico mito del Che, morto ammazzato da una decina d’anni. Patetiche infatuazioni per quanto di peggio la politica mondiale poteva offrire, come la Storia successiva non avrebbe mancato di dimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio. Regimi illiberali e criminali, gabellati per concrete prospettive politiche su cui costruire una linea d’azione. E c’era pure chi passava a vie di fatto e sparava per le strade, assassinando vittime innocenti, senza incontrare altra riprovazione che l’ipocrita formula dei “compagni che sbagliano”. Criminali assassini erano, altro che compagni … ma non a tutti era chiaro. Anzi. C’era chi pensava che il futuro radioso del mondo dovesse passare inevitabilmente attraverso la dittatura del proletariato, la rivoluzione violenta, il martirio di eroi rivoluzionari e l’eliminazione fisica dei nemici del popolo. Un pensiero cupo, fosco, mortifero, denso di rabbia ed anche di crassa ignoranza, ma colmo di saccente presunzione ideologica. La sera, nelle osterie in cui si andava, anche chi come me aveva tutt’altre idee per la testa (liberalsocialista gobettiano … figuriamoci) beveva (pessimo) vino a due tavoli di distanza da coetanei che avevano in tasca la P38, e semmai erano anche pronti ad usarla, o l’avevano già usata ... Poi ci si ritrovava nei Palazzetti dello Sport a cantare “El pueblo unido” con gli Inti Illimani o “La locomotiva” con Francesco ma, mentre qualcuno accumulava emozioni e coltivava speranze di maggiore libertà e democrazia, altri consolidavano solo odio e rancore verso tutto ciò che la tanto contestata società occidentale poteva offrire e offriva. A tutti, anche a loro. Una ubriacatura collettiva che ha impegnato a lungo cuori e menti di una generazione di illusi. È passato mezzo secolo, ora quei ventenni hanno capelli bianchi, acciacchi e meno illusioni, c’è chi ha fatto carriera e tanti soldi ma sempre pontifica, e a qualcuno scappa ancora la lacrimuccia, pensando al glorioso passato rivoluzionario o, più prosaicamente, alla gioventù ormai svanita per sempre. E non tutti hanno fatto i conti col passato … Infatti altri ventenni oggi, dopo cinquant’anni, praticano lo stesso rituale dei loro nonni. Al posto del libretto rosso di Mao hanno la bandiera palestinese e inneggiano ad Hamas e Hezbollah, come se fossero fari di libertà e democrazia e non movimenti fondamentalisti medievali, lontani anni luce da qualsiasi istanza libertaria, paritaria, democratica. Insomma, come allora si fanno portavoce delle peggiori esperienze totalitarie e dittatoriali sulla faccia della terra, scambiandole per chissacché. A qualcuno negli anni Settanta Hoxha sembrava un liberatore di popoli, adesso questi inneggiano ad assassini stupratori di donne, a gente che disprezza e calpesta tutti quelli che dovrebbero essere i pilastri della nostra civiltà, tenendo in ostaggio un intero popolo disperato. Cosa diavolo può insegnarci Hamas, se non violenza, odio, disprezzo per la dignità umana? I Palestinesi cinicamente usati come scudi umani e soldi, tanti soldi, gettati in armamenti e tunnel, invece che in occasioni di sviluppo ed aiuti umanitari. I pacifisti … Israele ha senza dubbio un Governo feroce e disastroso, ma alle prossime elezioni, speriamo presto, i cittadini potranno cambiarlo con un Governo meno ideologico e più costruttivo. Hamas non cambierà mai. Hamas non si sottopone al libero giudizio dei cittadini. Come con Putin, loro sostenitore e sodale, il popolo può solo dire sì e subire. E quindi eccoli i nuovi ventenni, vociare nelle scuole e nelle università, impedire agli ebrei di parlare come facevano le SA di Hitler, bruciare bandiere americane (un classico sempreverde …) ed ora anche israeliane, prevaricare, anche picchiare, tutto un triste armamentario già visto e già pagato decenni fa. Come se nulla fosse accaduto. E adesso chi glielo spiega a questi ventenni che stanno solo ripercorrendo gli stessi madornali errori dei loro nonni? Purtroppo molti di quei nonni, ora editorialisti, professori, intellettuali, finti maître à penser in servizio permanente, sono in palese marasma mentale e, in nome della nostalgia, li illudono ancora, indirizzandoli verso un vicolo cieco in fondo al quale troveranno solo disillusione e frustrazione, esattamente come cinquant’anni fa. Quando si confondono i modelli di riferimento, quando si perdono di vista i principi ed i valori fondanti della nostra civiltà, quando si esaltano le cause sbagliate, gabellandole per lotte di liberazione, è doloroso ricostruire una narrazione credibile e razionale. Cionondimeno è indispensabile: le malattie infantili bisogna farle tutte, è noto. Poi passano … In realtà ci sarebbero i vaccini, ma è chiaro che, essendo questi un frutto perverso dell’aborrita società capitalistica occidentale, vatti a fidare ... Meglio un classico evergreen: “Dagli all’ebreo …!”.
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