La Storia, o più probabilmente la cronaca, dirà se Emmanuel Macron è un pericoloso sfasciacarrozze oppure un lungimirante statista che non ha paura di rischiare mosse azzardate. Per ora la sua scelta ha sortito l’effetto di allontanare i fascisti dal governo di un grande Paese europeo e sancire che la stragrande maggioranza dei francesi non vuole essere governata da persone di dubbia fede democratica (chi ha dubbi legga le reazioni del Cremlino …) come Bardella e Le Pen. Si è trattato di una scelta inequivocabile, nettissima, sancita da una partecipazione al voto eccezionale di questi tempi. Si dirà che la situazione però non è ancora chiara, con un Parlamento diviso in tre grandi blocchi (ma quello fascista è il terzo) e nessun accordo preventivo per formare un Governo. Vero. Ma anche vero che il nemico più pericoloso per la democrazia è stato messo in condizione di non nuocere. Adesso bisogna fare un altro passo. La politica è questa cosa qui: si fa un passo per volta, compatibilmente con le situazioni che si vengono a creare. Il popolo ha parlato con chiarezza, ora tocca ai professionisti (agli “adulti”, come ha detto il neo-socialista Glucksmann) andare avanti ed individuare le soluzioni più adeguate. Che Mélenchon rivendichi la vittoria è del tutto fuori luogo: la sua discutibile forza politica, non meno estremista della destra, anche se (forse) meno pericolosa, non ha i numeri per imporre nessun accordo. Se vuole restare al tavolo degli “adulti”, deve accettare la presenza delle forze più ragionevoli, dei riformisti a lui così invisi, e trattare su basi concrete. Se insisterà nel suo programma massimalista (e sfascia-conti-pubblici …), si isolerà e resterà all’opposizione, dal lato opposto di Le Pen e con lo stesso potere, nullo. Il Governo lo farà Macron con i neo-socialisti, i verdi, forse i Repubblicani. Dovrà trattare e concedere accordi su basi ragionevoli, come fanno gli “adulti” e soprattutto come sempre fanno i riformisti veri. Chi oggi (e non sono pochi) parla di una sonora sconfitta di Macron e della sua presunta sventatezza politica dovrà ricordare la storia degli Orazi e dei Curiazi, così come tramandata da Tito Livio. I tre fratelli Orazi si scontrarono con i tre gemelli Curiazi in rappresentanza di Roma e di Alba Longa, allo scopo di porre termine alla guerra in corso tra le due città. Il duello fu un esempio di fulgida tattica militare: dopo i primi scontri, un Orazio rimase solo contro i tre avversari Curiazi. Le sorti parevano segnate, ma il sopravvissuto decise di fingere di fuggire, in modo da separare i tre contendenti nemici. Questo gli permise di affrontarli uno per volta, eliminandoli tutti e tre, uno dopo l’altro. Di Roma parliamo ancora oggi, di Alba Longa no. Il nemico più pericoloso questa volta era la destra estrema di Le Pen: è stata attirata in campo aperto (libere elezioni) ed ha perso clamorosamente. Ora bisogna staccare l’altra ala estrema, quella di Mélenchon, dai suoi momentanei alleati e fare l’accordo con gli altri. Tempo al tempo: qualche giorno, settimana, al massimo dopo le Olimpiadi, vedremo l’esito del secondo atto dello scontro. Se la Francia otterrà un governo riformista composto da “adulti”, Emmanuel Macron avrà ottenuto quello che voleva e la Storia non si dimenticherà di lui. E nemmeno noi poveri cugini italiani, un po’ più sconsiderati, che invece non abbiamo la capacità di elaborare né strategie né tattiche opportune per salvaguardare la nostra fragile democrazia e annaspiamo in penosi tentativi di aggirare il problema: avere le idee chiare su cosa fare e farlo senza indugi. Ora la signora Meloni è davvero isolata in Europa e dovrà decidere come andare avanti: accettare il mondo degli “adulti” o restare attaccata alla sua adolescenza della Garbatella. Vedremo, ma non confido sulla saggezza politica della signora. Il problema semmai è confidare nella saggezza politica dei riformisti suoi oppositori. La settimana appena conclusa, con la vittoria dei laburisti inglesi e quella dei democratici francesi, ha ridato speranza e fiato alle legittime aspirazioni degli ammaccati riformisti europei. Aggiungiamo che nell’Unione non c’è stato alcuno sfondamento delle destre, che peraltro si stanno già dividendo in tronconi tra loro molto conflittuali, e risolleviamoci un po’ lo spirito. Ora lo scoglio è l’America, è Trump: ma la democrazia è viva e lotta insieme a noi. Guai a demordere. Come dice il procuratore Elliot Ness ad Al Capone alla fine de “Gli intoccabili”: “Mai smettere di lottare finché l’incontro non è finito”. E l’incontro è tutt’altro che finito.
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