Claudio Velardi, un sincero democratico, ha scritto su “Il Riformista”: “sono stato rapito dalla sua reazione immediata, animalesca e feroce all’attentato, con quel rimettersi in piedi dopo pochi secondi dallo sparo per chiamare il suo popolo al combattimento, pugno levato in aria in segno di sfida alla vita e al mondo intero. E mi sono chiesto come si sarebbero comportati in una situazione analoga i governanti azzimati e smarriti che popolano l’Occidente e l’Europa in particolare. Piaccia o no, cari i miei amici educati e per bene, Donald Trump è un leader, tutti gli altri sono pallidi figuranti.” Perbacco, proprio folgorato sulle strade della Pennsylvania …! Evidentemente la voglia di riconoscere un leader prevale sui contenuti di cui è portatore. Sarò “azzimato” anch’io, ma a me quell’immagine ha fatto semplicemente paura: un animale ferito (solo di striscio, per fortuna!), che aizza il branco alla lotta, come fosse quella l’unica ragione di vita. Mi ha ricordato le scene iniziali di “2001: Odissea nella Spazio”, quando la tribù di scimmie antropomorfe, che ha appena scoperto il potere offensivo delle armi (ossa di facocero …), si affaccia su una pozza d’acqua per scacciare la tribù rivale e ne abbatte il capo, urlante e gesticolante, ma tragicamente disarmato. Quella di Kubrick è la precognizione di tutte le guerre, guidate dall’istinto aggressivo che gli umanoidi, e poi gli umani, hanno sempre coltivato. Trump che grida “fight!”, agitando il pugno con il volto rigato di sangue, più che il leader evoca il capobranco che vuole vendetta e chiama i sudditi/seguaci a raccolta. La parola leader è evidentemente troppo ambigua ed è insufficiente a descrivere situazioni affatto diverse. Palmiro Togliatti, che non era proprio una mammoletta di politico, dal letto di ospedale dopo l’attentato di Pallante, nel luglio 1948, disse ai suoi: “state calmi, non reagite”, e fu in larga misura ascoltato. Non era un leader? Dal palco di Piazza della Loggia a Brescia, nel maggio 1974, dopo lo scoppio della bomba si sentirono i capi sindacali dire “rimanete tranquilli, non reagite alle provocazioni”. Mancanza di leadership? Giovanna Marini, ne “I treni per Reggio Calabria”, descrive una manifestazione del 1972 in terra ostile: "Volavano sassi e provocazioni, ma nessuno s'è neppure voltato … Le voci rompevano il silenzio, e nelle pause si sentiva il mare." Insomma, cos’è la lotta politica? Solo lotta, o anche regole civili, dettate da una evoluzione che fortunatamente non si è (quasi) mai arrestata, malgrado le mostruosità commesse dal genere umano? Era leader Hitler, era leader Mussolini, lo era Stalin, lo è certamente Putin, ma qualcuno li preferisce agli azzimati governanti occidentali? Neanche Velardi, ne sono certo, anche se sembra apprezzare e rimpiangere una visione romantica del leader eroico, che alza il pugno al cielo... Aldo Moro, dalla sua prigione, confessò la sua debolezza umana, e rivelò la forza morale di un servitore dello Stato a cui era chiesto di pagare un prezzo mostruosamente alto, e nemmeno per una suprema nobile causa, ma per i pericolosi e sporchi giochi internazionali nei quali si era cacciato (con Berlinguer), inseguendo la (assurda?) pretesa di normalizzare l’Italia. I leader fanno la Storia, è vero, ma i risultati non sono sempre apprezzabili. I leader hanno seguito, è vero, ma a volte sarebbe meglio che fossero combattuti, o perlomeno ignorati e non esaltati. I leader sono assai vistosi, ma gli azzimati spesso cambiano il mondo anche senza alzare i pugni al cielo come Rocky Balboa. Macron è azzimato? Certo, e forse pure un po’ scostante, ma la sua abilità politica è sopraffina e la Francia democratica dovrà essergliene grata. Starmer è azzimatissimo, ma Re Carlo pareva fortemente sollevato nel dargli l’incarico di Primo Ministro. Anche Joe Biden è azzimato, educato e per bene, ed è stato il miglior Presidente USA dopo F.D. Roosevelt. Ora è chiamato ad una lotta senza regole contro un molosso aggressivo, che gioca un gioco diverso dalla democrazia, un gioco imprevedibile dove tutto può succedere, ed infatti è successo. Caro Velardi, avessimo solo leader come Trump, il mondo sarebbe migliore? Biden soccomberà, forse, o forse no ma, se fosse, in America avrebbero da subito un grosso problema da risolvere. E noi con loro.
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