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Visualizzazione dei post da novembre, 2024

Il prezzo da pagare

  Dispiace constatarlo, è perfino un po’ buffo, ma a ripetere tenacemente il mantra  “né con la destra né con la sinistra”  sono rimasti solo il patetico Giuseppe Conte ( “i resti di quello che fu uno dei più potenti … risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza”  – Armando Diaz – 4 novembre 1918) e i nostalgici incrollabili epigoni del fu-Terzo Polo centrista. Non si offendano gli uni e gli altri per l’accostamento, ma questa è la pura e semplice verità. Più si vota, più risulta assolutamente chiaro che gli elettori di centro, tanti, tantissimi, pencolanti, indecisi, disillusi oppure ingenui e idealisti, o non votano affatto (e l’astensionismo cresce …) oppure alla fine votano un po’ di qua, un po’ di là. C’entra di certo il sistema elettorale ma, quand’anche ci fosse un sistema più proporzionale, cosa farebbero  “dopo il voto”  i nostri eroi della equidistanza? Resterebbero sdegnati sul più isolato Aventino che trovano (i terzopolisti

E' l'ora di un armistizio

  La sguaiata e quanto mai inopportuna uscita del Presidente-ombra Elon Musk contro i giudici italiani ( “questi giudici devono andarsene” , in inglese  “these judges need to go” ), rei di avere chiesto alla Corte Europea di pronunciarsi sul rimpatrio dei migranti portati in Albania, sta distorcendo ulteriormente il dibattito sul ruolo e sulla governance della magistratura italiana. All’intemerata di Musk si sono subito entusiasticamente accodati i sovranisti nostrani, già molto seccati dalla improvvida (per loro) interferenza della Magistratura nei loro approssimativi atti di Governo. Si apre così un paradossale cortocircuito, in cui ogni critica al sistema giudiziario rischia di venire mescolata in un guazzabuglio pericolosissimo. Per essere più chiari, chi si batte per il garantismo sancito dalla Costituzione, per il diritto dei cittadini a non essere criminalizzati ( sputtanati  è più corretto) sulla base di un avviso di garanzia ed anche per una maggiore trasparenza dell’Ordine Gi

Un pezzo di storia

  Un pezzo, ma non tutta la storia. Sto parlando del film di Andrea Segre  “Berlinguer – La grande ambizione” . Elio Germano credibile e molto bravo, una ricostruzione fedele e non mitizzata degli avvenimenti, in due ore di bel cinema cinque anni della nostra storia patria, dal Cile (1973) a Moro (1978). Non oltre. Il film, io l’ho appena visto e lo consiglio sia a chi c’era e ricorda, sia a chi è venuto molto dopo e dei fatti e delle atmosfere di quegli anni non ha memoria diretta. Segre posiziona correttamente nel  golpe  cileno le radici del  compromesso storico , ovvero il tentativo di smuovere una democrazia bloccata da trent’anni ed aprire (senza i rischi cileni) la strada del Governo ad un terzo dell’Italia, fino ad allora tenuto ai margini del potere in forza dei delicati equilibri internazionali. L’aspetto internazionale è peraltro brutalmente esplicitato dall’attentato subìto da Berlinguer in Bulgaria nel 1973 ad opera dei servizi segreti, segno inequivocabile di quanto poco

Stress Test

  È andata come è andata … Ora serve un respiro profondo, un attimo di concentrazione, e poi si riparte. Si riparte perché la Storia non si ferma qui: la Storia va avanti con o senza di noi, dove per noi intendo i democratici e riformisti sconfitti, e sono tanti, in tutto il mondo. Ovviamente le elezioni in USA ci riguardano da vicino, bruciano da morire, ovviamente avranno conseguenze dappertutto, ovviamente chiederanno a tutti di ripensare visione e prospettive. È una svolta. La seconda vittoria di Trump rappresenta per il sistema democratico, inteso come ormai centenario metodo di gestione della società, uno  stress test  decisivo. Se lo supereremo, e questo vorrà dire che saremo in grado di rimetterci in competizione e prenderci una rivincita nei tempi dovuti, vorrà dire che davvero il sistema democratico è insostituibile ed è il miglior modo di organizzare e gestire una società civile. Un sistema robusto, resiliente. Se non lo supereremo, e questo lo vedremo dagli impedimenti che

Lettera a Luigi Marattin e a chi cerca terze vie

  Caro Luigi, premetto che apprezzo e mi riconosco in gran parte dei contenuti politici che hai finora rappresentato, prima nel PD e poi in Italia Viva. Contenuti e non posizioni perché, francamente e  absit injuria verbis , io credo che tu stia sprecando la tua (notevole) intelligenza politica in un progetto senza prospettive. Qui lo dico e qui lo spiego. La costruzione di un partito liberaldemocratico, che si ponga strutturalmente fuori della logica bipolare destra-sinistra è, a mio avviso, un tentativo apprezzabile dal punto di vista intellettuale, ma che non può porsi ragionevolmente come obbiettivo la guida politica del Paese. La democrazia è per sua natura duale: per funzionare ha bisogno di una maggioranza e una minoranza, di un Governo e un’opposizione, alla fine ha bisogno di una destra e una sinistra contrapposte, mentre le posizioni non allineate (si sarebbe detto una volta …), nell’atto del Governo, devono collocarsi da una parte o dall’altra (creando così un centrodestra e