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Visualizzazione dei post da novembre, 2024

Un pezzo di storia

  Un pezzo, ma non tutta la storia. Sto parlando del film di Andrea Segre  “Berlinguer – La grande ambizione” . Elio Germano credibile e molto bravo, una ricostruzione fedele e non mitizzata degli avvenimenti, in due ore di bel cinema cinque anni della nostra storia patria, dal Cile (1973) a Moro (1978). Non oltre. Il film, io l’ho appena visto e lo consiglio sia a chi c’era e ricorda, sia a chi è venuto molto dopo e dei fatti e delle atmosfere di quegli anni non ha memoria diretta. Segre posiziona correttamente nel  golpe  cileno le radici del  compromesso storico , ovvero il tentativo di smuovere una democrazia bloccata da trent’anni ed aprire (senza i rischi cileni) la strada del Governo ad un terzo dell’Italia, fino ad allora tenuto ai margini del potere in forza dei delicati equilibri internazionali. L’aspetto internazionale è peraltro brutalmente esplicitato dall’attentato subìto da Berlinguer in Bulgaria nel 1973 ad opera dei servizi segreti, segno inequivocabile di quanto poco

Stress Test

  È andata come è andata … Ora serve un respiro profondo, un attimo di concentrazione, e poi si riparte. Si riparte perché la Storia non si ferma qui: la Storia va avanti con o senza di noi, dove per noi intendo i democratici e riformisti sconfitti, e sono tanti, in tutto il mondo. Ovviamente le elezioni in USA ci riguardano da vicino, bruciano da morire, ovviamente avranno conseguenze dappertutto, ovviamente chiederanno a tutti di ripensare visione e prospettive. È una svolta. La seconda vittoria di Trump rappresenta per il sistema democratico, inteso come ormai centenario metodo di gestione della società, uno  stress test  decisivo. Se lo supereremo, e questo vorrà dire che saremo in grado di rimetterci in competizione e prenderci una rivincita nei tempi dovuti, vorrà dire che davvero il sistema democratico è insostituibile ed è il miglior modo di organizzare e gestire una società civile. Un sistema robusto, resiliente. Se non lo supereremo, e questo lo vedremo dagli impedimenti che

Lettera a Luigi Marattin e a chi cerca terze vie

  Caro Luigi, premetto che apprezzo e mi riconosco in gran parte dei contenuti politici che hai finora rappresentato, prima nel PD e poi in Italia Viva. Contenuti e non posizioni perché, francamente e  absit injuria verbis , io credo che tu stia sprecando la tua (notevole) intelligenza politica in un progetto senza prospettive. Qui lo dico e qui lo spiego. La costruzione di un partito liberaldemocratico, che si ponga strutturalmente fuori della logica bipolare destra-sinistra è, a mio avviso, un tentativo apprezzabile dal punto di vista intellettuale, ma che non può porsi ragionevolmente come obbiettivo la guida politica del Paese. La democrazia è per sua natura duale: per funzionare ha bisogno di una maggioranza e una minoranza, di un Governo e un’opposizione, alla fine ha bisogno di una destra e una sinistra contrapposte, mentre le posizioni non allineate (si sarebbe detto una volta …), nell’atto del Governo, devono collocarsi da una parte o dall’altra (creando così un centrodestra e