Conosciamo tutti la storia dell’asino di Buridano che, indeciso su quale dei due mucchi di fieno, da lui equidistanti, dovesse usare per nutrirsi, finì per morire di fame. E così il qui presente asino, al vostro servizio, per quasi un mese è rimasto “imparpagliato” (cfr. Andrea Camilleri), non riuscendo a decidere quale mucchio di fieno affrontare. E dire che di mucchi di fieno ce n’erano "a tinchitè" (cfr. come sopra). Dazi tremendi senza alcun senso economico che non sia semplicemente predatorio, mattane e patetici diversivi di Trump inguaiato dal suo ingombrante ed imbarazzante passato (e il presente non è da meno …), sempre più crudele efferatezza di Putin, infinita protervia di Netanyahu con i suoi fanatici alleati, stato confusionale della dirigenza europea, Giorgia Meloni che fischietta disinvolta, pur di non dover ammettere il rovinoso crollo del suo ponte immaginario con Trump, imbarazzante stato dei rapporti all’interno di quello che vorremmo tutti fosse un centrosinistra vincente (“… ma con questi dirigenti non vinceremo mai” – cfr. Nanni Moretti a Piazza Navona). A prima vista, sembra di scorgere ovunque segni di un impazzimento generale, di una confusione sovrana, di una totale mancanza di chiarezza sia di idee che di relativi conseguenti comportamenti. Tutto sembra essere stato sovvertito dalla presenza ingombrante e purtroppo predominante di inquietanti figure che stanno letteralmente squassando il mondo più o meno civile, che eravamo abituati a conoscere. In quasi tre quarti di secolo di vita non ricordo momenti neppure lontanamente paragonabili a questo. Una volta il mondo finiva nei rapporti, seppur sempre molto tesi, tra USA e URSS, e tutti gli altri erano comprimari. “Equilibrio del terrore”, si diceva, ma pur sempre equilibrio. Oggi i protagonisti si sono moltiplicati, gli interessi sono spesso indecifrabili, la storia, anziché finire come azzardatamente previsto da qualcuno, si è ingarbugliata oltre ogni limite, lasciando spazio a figure perlomeno imbarazzanti: solo protervia, muscolarità, toni e modi da rissa nei peggiori bar di Caracas. E allora cosa facciamo? Aspettiamo che passi? E chi lo dice che passerà? Forse questo non è che l’inizio di una turbolenza destinata a raggiungere chissà quali livelli. Noi anziani ne abbiamo ancora per poco, ma chi oggi ha vent’anni, o trenta, che futuro può ragionevolmente attendersi? I venti/trentenni hanno capito in che pasticcio ci troviamo? Si pongono almeno il problema di venirne fuori o lo danno semplicemente per scontato, fregandosene delle assurdità che stiamo vedendo ogni giorno e pensando solo alle prospettive immediate? In quanti hanno capito la posta in gioco? Temo si tratti di poche sparute unità. Certo, la presenza sulla scena ed il comportamento sempre sopra le righe di Donald Trump costituiscono una buona parte del problema, ma non dobbiamo dimenticare che un simile inquietante figuro ha convinto quasi ottanta milioni di cittadini americani che le sue follie sono un pregio, un valore aggiunto, che quello che a noi civili democratici pare inaudito ed inaudibile, in realtà è nel loro interesse e quindi va tutto bene così (l’età dell’oro …). Intanto lui accumula proventi a tutto spiano, come fosse un influencer di successo (e lo è, ahinoi!). Trump non è un accidente della storia, Trump è stata una scelta “razionale” di un Paese che ha deciso a maggioranza di buttare via decenni di credibilità, di influenza, di tradizione democratica, per abbracciare comportamenti inqualificabili anche per dei bulli di periferia. Umoralità schizoide, interessi privati palesi ed esibiti sfacciatamente come trofei, negazione di diritti, maleducazione grossolana nei rapporti umani ed anche istituzionali, menzogne senza ritegno e senza alcuna paura di essere smentito, tutto quanto può farci rabbrividire, ma che invece diventa normalità, purtroppo accettata anche dal sistema mediatico, peraltro largamente intimidito o sotto controllo diretto. Ma non è solo Trump: la sua improntitudine rampante ha dato la stura a comportamenti inqualificabili, ad esempio, di Netanyahu con i suoi fanatici alleati, che ha dilapidato con un assurdo e crudele sterminio tutta la credibilità del suo popolo e delle istituzioni statali di Israele. Mentre i suoi nemici, Hamas, Hezbollah, Houthi, Ayatollah, invece di essere bollati come i feroci terroristi che sono, cercano e riescono ad approfittarne per passare da eroici resistenti … e gli ingenui ci cascano pure, sventolando bandiere della Palestina, ridotte ormai a simbolo senza significato, o peggio, di un significato lugubre e nefasto. E non parliamo di Ucraina, dove l’orrore prosegue ormai da oltre tre anni, e purtroppo stancamente, visto che nessuno, a partire da Trump, ha interesse ad affrontare Putin con provvedimenti davvero efficaci. Trump vuole salvaguardare i suoi interessi, presumibilmente ancora molto cospicui in Russia, gli europei sono divisi, indecisi, e pure poco armati, e così restano solo gli ucraini a badare a sé stessi, con aiuti esterni concessi col contagocce. In questo bailamme è dura cercare un barlume, uno spiraglio, un abbozzo di strategia da seguire. Quello che era il mondo civile, democratico, pare imbambolato e stordito, un pugile suonato che ha perso lucidità e aspetta solo il colpo che lo manderà al tappeto definitivamente. In Italia preferiamo azzuffarci sulla “larghezza” del campo che dovrebbe costituire l’alternativa ad una classe dirigente imbarazzante per incompetenza, protervia, spudoratezza. Giorgia Meloni spregiudicatamente gioca sulle divisioni dell’opposizione, nascondendo quelle del suo campo. E di nuovo la gente le crede … anche perché non saprebbe a chi altri credere: o non crede a nessuno o si affida a chi c’è … la morte del sentimento democratico. Possibile che le forze politiche che non si riconoscono in questo quadro non riescano a capire che l’unica possibilità ragionevole è cercare punti di contatto anziché motivi di polemica e divisione? Possibile che la miopia sia tale da non far cogliere i tremendi pericoli che stiamo correndo? Possibile che si preferisca berciare dall’opposizione, o inseguire fantasmatiche terze vie, senza provare ad organizzarsi per vincere? Sì, è possibile. E sta accadendo. La cosa è talmente senza senso che si può anche ragionevolmente pensare che non sia casuale ed anzi sia cercata: per certi figuri la responsabilità di governo, con le indispensabili mediazioni che comporta, è insopportabile, salvo non essere il dominus assoluto (ogni riferimento all’avvocato con la pochette non è casuale). Insomma, anche chi si dovrebbe opporre agli autocrati, in realtà ambisce a diventarlo. Altrimenti, muoia Sansone con tutti i filistei … E allora gli autocrati hanno già vinto. La politica è morta e sepolta. È proprio vero che Dio fa impazzire coloro che vuol perdere: qui siamo di fronte non solo ad un impazzimento, ma ad una totale ed irriducibile stupidità. Cosa possiamo fare se non gridare con quanta voce abbiamo in corpo che questa situazione porta alla catastrofe? Chi troverà la forza di opporsi? Forse i mitici mercati, scombussolati da politiche imprevedibili e distruttive? Dobbiamo confidare nella finanza internazionale per sperare in un ravvedimento? Jerome Powell, strenuo governatore della FED che resiste alle mattane di Trump, è il nuovo eroe civile? Chi maneggia e gestisce i soldi di tanti oggi forse ha maggiore sensibilità politica di chi scrive solo pensosi comunicati stampa nelle segreterie dei partiti. Basta così, l’asino è stanco e non vuole fare indigestione di questo fieno tossico. Elevo il mio possente raglio al cielo, sperando che qualcuno lo senta. Buon agosto a tutti. Torno nella stalla, non so se larga, stretta, un po’ e un po’, e non so chi ci troverò dentro. Venite pure, ci terremo compagnia.
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