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La legge del bosco

La vicenda della famiglia che vive nei boschi d’Abruzzo è improvvidamente assurta all’onore delle prime pagine per motivi squisitamente contingenti, evocati da parte di una maggioranza di governo disperatamente alla ricerca di diversivi dalla misera Finanziaria e dalle non esaltanti prestazioni elettorali. Essa ha comunque portato in primo piano alcuni aspetti fondamentali del nostro vivere in società e non è quindi inutile approfittare per ragionare sui vincoli che il vivere in comune pone a tutti i cittadini. La vita in una società organizzata è ed è sempre stata regolata da un numero molto grande di divieti, di norme comportamentali, di usi e tradizioni, di convenzioni tacitamente accettate da tutti. Non potrebbe essere altrimenti … Dei tre principi fondamentali alla base degli Stati moderni, libertà, uguaglianza e solidarietà, il primo è quello più soggetto a vincoli e restrizioni di ogni genere. La vita in una comunità, per quanto slabbrata essa possa essere diventata nel tempo, c...
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Referendum: per cosa voteremo?

  Lo spiacevole, ma anche goffo, spettacolo dell’implacabile PM Nicola Gratteri che, in diretta televisiva, declama un’intervista, poi rivelatasi falsa, in cui Giovanni Falcone avrebbe condannato la separazione delle carriere, ci conferma che la campagna elettorale per il prossimo referendum sarà un vero e proprio inferno per tutti quelli che ancora si illudono di poter parlare e trattare la politica come una cosa da adulti senzienti e non come il tifo calcistico che contrappone le curve degli stadi. Direte voi: ma ormai che differenza c’è? Nella nostra società mediatica, schiava dei social, è tutto così: è quasi impossibile ragionare con la testa e non con la pancia, stare ai fatti, argomentare con logica posizioni anche divergenti, confrontarle, cercare, ove possibile, convergenze, mediazioni, approfondimenti, tutte quelle cose noiosissime che usavano fare gli adulti (parlo di testa, non di età anagrafica …) di una volta. Tutte cose che sono invece aborrite da chi preferisce sven...

Vecchia Elly ...

  Vecchia Elly … malgrado la sua elegante informalità, la sua fluidità, i suoi tre passaporti, la sua ostentata spregiudicatezza e pure l’armocromista, quando parla sembra di risentire voci di cinquant’anni fa. Da Capanna a Pajetta, da Sofri a Ingrao, da Rossanda a Cossutta: quel movimentismo all’apparenza tumultuoso, ma in realtà iperstatico, quei paroloni che dovrebbero impressionare, ma che lasciano solo punti interrogativi, quei concetti sempre un po’ involuti, poco diretti e soprattutto per niente in sintonia con la vita ed i problemi della gente vera, non dei militanti. Elly scalda i cuori dei già convinti, ma lascia straniti tutti gli altri, che non capiscono cosa abbia in testa e dove voglia andare a parare. Ha una narrazione fintamente epica, come se le masse rivoluzionarie premessero alle porte, ma in realtà alle porte non c’è nessuno, c’è solo la totale irrilevanza politica dell’area di centrosinistra. Elly voleva recuperare voti a sinistra: c’è riuscita, ma fino ad un c...

Il trappolone

  Attenzione, opposizione! Sta arrivando un trappolone! È molto evidente, per nulla nascosto o dissimulato, nondimeno è estremamente pericoloso. Il congegno letale è costituito dal prossimo referendum sulla cosiddetta riforma della Magistratura. Funziona così:  come fai, sbagli! Se politicizzi l’evento e fai del NO un’arma contro la maggioranza, rischi di subire pesanti conseguenze in caso di sconfitta, perché la maggioranza risulterebbe molto rafforzata ed in più ti rinfaccerebbe di non essere in sintonia con l’elettorato (l’esperienza del nefasto referendum contro il Jobs-Act è recentissima e brucia ancora). Vero è che in caso di vittoria (bocciatura della riforma) potresti incassare buoni dividendi e cercare di mandare a casa il Governo ma, a parte che ad oggi la vittoria del NO pare poco probabile, la maggioranza cercherà di non commettere l’errore di politicizzare a sua volta. D’altronde, mettendola sul piano solo tecnico, si potrebbe perdere una ghiotta occasione di sfru...

Il grande malato

  AVVERTENZA : l’intervento che vi propongo è un po’ lungo e forse noioso; è destinato a tutti quegli impallinati, un po’ drogati, di politica che non riescono a fare a meno di domandarsi chi e come può avere gli strumenti per cambiare il corso politico del Paese, non essendo per niente soddisfatti, diciamo, delle prestazioni dell’attuale classe dirigente. Chi invece ritiene che tutto stia andando egregiamente e che non valga la pena agitarsi per migliorare lo stato delle cose non faticherà ad impiegare il tempo in attività più sollazzevoli. Grazie agli uni e agli altri.   C’è un grande malato nella politica italiana: si chiama Partito Democratico. Oddio, non è che gli altri partiti sprizzino salute ma, com’è come non è, chi governa gode del bonus di governare (grande panacea …), chi si oppone senza ambizioni di governo ha la vita facile di chi non ha responsabilità alcuna e può permettersi di pontificare sui problemi dell’universo mondo, ben sapendo che non toccherà a lui aff...

La sfida infernale

  È diventato un esercizio molto diffuso, ed a tratti persino divertente, sottolineare come Giorgis Meloni, oggi al Governo del Paese, abbia rinnegato, e continui imperterrita a farlo, tutte le posizioni che per vent’anni (dico venti … lei che si spaccia per una  “rookie underdog”  …!) hanno costituito il repertorio di tutta la sua azione politica. Non si è salvato nulla … Era contro l’Europa e contro l’euro, voleva abbattere le tasse a cominciare dalle accise sui carburanti, irrideva le Agenzie di rating che davano i voti all’Italia berlusconiana, voleva abolire (spalleggiata dal compare Salvini) la legge Fornero e mandare tutti in pensione a cinquant’anni, era antiamericana ed antioccidentale, ammirava schiettamente Vladimir Putin e si congratulava per la sua democraticissima rielezione, chiamava  “mancette”  gli unici interventi sul salario, mai visti per decenni, invocava disinvoltamente blocchi navali contro i migranti, … Potrei continuare, ma non servirebb...

La caccia al riformista

  In democrazia, l’alternanza di governo è una pratica sana e fisiologica, almeno fino a quando il sistema istituzionale non venga forzato e stravolto in una sorta di dittatura della maggioranza, appena camuffata da democrazia (la famigerata democrazia illiberale …). Purtroppo, è quello che sta succedendo in molti Paesi, finora insospettabili di pulsioni autoritarie. Possiamo, dobbiamo, sperare, e agire di conseguenza, affinché i valori democratici non vengano stravolti, magari con l’improvvido consenso di una maggioranza poco avveduta di elettori, ignara dei pericoli che sta correndo. In Italia il Governo pare solido come non mai, fondato com’è su un partito che rappresenta il 30% dell’elettorato (cioè quelli che votano … degli altri poco o nulla si sa …), coadiuvato da una corte di partiti un po’ riottosi, scalpitanti e litigiosi, ma alla fine sempre ben allineati. Questo vuol dire che a molti le cose stanno bene come stanno. A molti, ma non a tutti, per fortuna. Poi capita che u...

Chiagn' e fotti ...!

Da  Wikipedia :  “Formula proverbiale della tradizione partenopea che indica un atteggiamento umano, opportunista e ipocrita, esibito da alcune persone che sono solite indugiare in lamentazioni proprio in quei momenti in cui le cose, per loro, vanno a gonfie vele” . La nostra PdC, romanissima  de Roma , ha adottato la formula partenopea come linea strategica principale del suo Governo. Avesse uno stemma, sarebbe nel cartiglio. Ormai è chiarissimo a tutti, anche ai più ingenui e sprovveduti. Fare la vittima, lamentarsi per ipotetici torti e soprusi ricevuti, da chiunque, descrivere situazioni del tutto immaginarie, mentre dall’altra parte si sottolineano la strenua, eroica resistenza nonché i folgoranti successi dell’Amministrazione, funziona molto bene. Almeno per ora. Almeno finora. La logica del  “sono tutti contro di noi, ma noi siamo più forti”  crea solidarietà, empatia, fa tanto gruppo assediato ma vincente, noi contro loro, noi eroici ...

Labirinti e rasoi

  Sto per avventurarmi in un ginepraio dal quale non so come uscirò, vista l’aria che tira, non delle più favorevoli alle proposte razionali, logiche, persino elementari. Tutto oggi deve essere sempre reso molto complicato. Guai a cercare di semplificare, di rendere lineari posizioni intrecciate in un viluppo di sottintesi, antefatti, incomprensioni, egolatria e, in conclusione, zero disponibilità al dialogo, mentre la democrazia è sottoposta ad un terribile stress test. Ho citato spesso il famoso  “rasoio di Occam” , un francescano inglese del Trecento, Guglielmo si chiamava, più o meno contemporaneo di un altro mitico francescano, Guglielmo da Baskerville, quello de  “Il Nome della Rosa” , simbolo letterario del Medioevo che stava diventando Era Moderna. Non credo che lo storico Guglielmo da Occam somigliasse per nulla all’affascinante e combattuto Sean Connery, ma comunque il francescano (povero illuso) teorizzava che, a fronte di problemi molto complessi, spesso la so...