A costo di risultare ripetitivo e anche noioso, io non voglio rinunciare ad entrare nel merito di ciò che al momento, a mio parere, servirebbe al nostro Paese. Proviamo ad allontanarci un po’ dalle beghe quotidiane, dalle polemiche, dal gossip martellante nel quale siamo costantemente immersi, e chiediamoci cosa c’è e soprattutto cosa manca nel panorama politico. Abbiamo una maggioranza di Governo piena di contraddizioni, schiacciata tra le roboanti ed assurde promesse elettorali e la cruda realtà dei numeri, dei rapporti internazionali, che non permettono voli pindarici. La Signora Presidente si esibisce in continui e spericolati equilibrismi, ma le è sempre più difficile far coesistere gli obblighi e i doveri derivanti dall’appartenenza ad una Comunità, quella europea, ad una Alleanza, la NATO, ad una Storia decennale, che ha visto il nostro Paese tra i Fondatori dell’Unione fin dal Trattato di Roma (1957) e prima ancora, e la sua storia politica, sua personale e del Partito che ha fondato. Ci prova, spesso alza la voce e batte i pugni per nascondere l’imbarazzo, ma poi va dai neo-franchisti di Vox, oppure dagli amici polacchi, da Orban, e sfodera tutto l’armamentario patetico e nostalgico di un mondo che non c’è più, per fortuna, ma che potrebbe riemergere come una lugubre Fenice dalle proprie ceneri: Trump, Bolsonaro, Johnson, sono esempi non distanti nel tempo … Comunque, anche alzando la voce, non riesce a nascondere la tragica inadeguatezza della sua classe dirigente, provinciale, meschina, bigotta, ossessionata da un complesso di inferiorità che in tutti i modi cerca di trasformare in tracotanza dei vincitori. Questo è il quadro e non c’è molta speranza che possa migliorare col tempo … Dell’area non governativa ho scritto già abbastanza e non voglio ripetermi: dico solo che, a fronte dell’opposizione infantile, populista e senza visione, rappresentata da cinquestelle contiani e democratici schleiniani, vedo solo “pochi che nuotano (direi annaspano) nel mare tempestoso”. I “rari nantes in gurgite vasto” di virgiliana memoria. Bella e desolante immagine di naufraghi …! Sono i riformisti, quelli che vorrebbero un po’ di razionalità al Governo, vorrebbero competenza, visione sui problemi maggiori da cui il Paese è assillato da tempo, e che nessuno si dimostra capace di avviare a soluzione. E chi ci prova viene fulminato … Giusto un anno fa cadeva appunto fulminato il Governo di Mario Draghi, un miracolo che, come il calabrone, non poteva volare e che, al contrario del calabrone che invece vola indisturbato da millenni, è miseramente caduto sotto la furia iconoclasta di populisti e sovranisti alleati. Il peggio della Nazione (così è contenta la Signora …) contro il meglio che la Nazione poteva offrire. E sfido chiunque a dimostrare il contrario. Si dirà: è la democrazia, bellezza! Vero, ma a volte la democrazia, come la realtà, è crudele oltre ogni limite. Specie se qualcuno si arrende alla forza maggiore e preferisce non lottare. E invece lottare bisogna. E persino sognare, sognare un quadro più razionale, più ordinato, più realistico dei soggetti che si contendono la gestione della cosa pubblica. In realtà non tutti amano questa contesa e molti preferiscono di gran lunga gli agi dell’opposizione, vociante e piazzaiola, che porta likes sui social, editoriali sui media e ospitate in televisione. Eppure, guardando solo da un po’ più lontano, appare d’una evidenza solare la mancanza di un Grande Partito Riformista, che raccolga tutti, ma proprio tutti, quelli che oggi annaspano sparsi nel mare tempestoso. Inutile nascondersi che il primo e più consistente bandolo della matassa sta dentro il PD, che è oggettivamente il Partito “anomalo”, più in sofferenza, dove i riformisti sono malvisti, emarginati ed a stento tollerati da una classe dirigente che preferisce correre dietro alle pulsioni antagoniste che misurarsi con i problemi concreti. D’altronde, la bizzarra modalità di selezione della dirigenza ha fatto sì che prevalesse chi, da fuori e da dentro il Partito, stava tentando di stravolgerne le premesse storiche da cui esso era nato. C’è riuscito, e adesso anche posizioni che parevano consolidate, come l’appoggio alla Torino – Lione (TAV), possono essere rimesse in discussione, senza che la Segreteria batta ciglio. Un certo popolo evidentemente apprezza e gradisce … Ciò detto, è evidente che è da lì che dovrebbero partire segnali di riscossa, segnali di disponibilità a creare una realtà nuova e diversa dalle attuali, sparse nel mare … Da lì, e dalle altre tante realtà che oggi sembrano più impegnate a sopravvivere e a farsi vedere che a crescere e diventare massa critica. Anche loro “rari nantes …”. Auspicavo “una presa di coscienza collettiva ed un’iniziativa corale”, ma qui mi pare che tutti si guardino, anche un po’ in cagnesco, cerchino di posizionarsi, senza avere il coraggio di fare la prima mossa, come quando alle festicciole del Liceo (altri tempi, adesso chissà cosa succede …!) si aspettava che il primo maschietto coraggioso invitasse a ballare la più bella della festa. Spesso, a forza di aspettare, la festa finiva in un mortorio, qualche volta invece si animava e alla fine c’erano divertimento e possibilità per tutte e tutti, belli e brutti. Il Grande Partito Riformista in effetti darebbe spazio a tutte le persone di buona volontà che non si rassegnano ad anni di pax meloniana, ammesso che pax sia. Ma chi comincia, chi si butta, chi prova a dire coram populo che è quello che ci serve, che non mancano né risorse umane, né culturali, politiche, programmatiche? Che il problema è solo (e avessi detto poco …!) gettare le basi, con altruismo e senza pretese di egemonia da parte di chicchessia. Scrivere un programma di governo comune non è difficile: le differenze sarebbero marginali e potrebbero essere chiarite e discusse in corso d’opera, ma nel frattempo bisognerebbe partire, dichiarando apertamente che l’obbiettivo è l’alternativa ad ogni populismo ed al sovranismo, avversari da battere ed abbattere il prima possibile, già a partire dalle Europee dell’anno prossimo per arrivare al massimo alle Politiche del 2027. Il tempo non è molto … il Grande Partito Riformista stravolgerebbe il panorama immobile e stantio della politica italiana e la proietterebbe nel futuro. La gestione del Partito la deciderebbero gli elettori, ma è inutile nascondere che il candidato premier logico e naturale in un’operazione del genere sarebbe Mario Draghi, l’unico italiano universalmente riconosciuto come affidabile, serio, concreto, una spanna sopra agli altri. Alcune sue uscite molto recenti dimostrano quanto sia sempre presente sui problemi, sempre attento agli equilibri ed alle priorità del mondo occidentale. Non è in pensione … Chi potrebbe mettersi in mezzo, chi potrebbe contrastare la sua leadership? E lui, come potrebbe rifiutare una proposta seria e credibile, ammesso che lo sia davvero. Bubbole, fantasie, sogni? Forse. Ma siamo a metà estate, è ormai notte e quindi il tempo del sogno è quello giusto. È ora di lasciare le citazioni latine per le parole che il Bardo inglese mette in bocca a Puck. Se l’ombre nostre offeso v’hanno pensate, per rimediare al danno, che qui vi abbia colto il sonno durante la visione del racconto e questa vana e sciocca trama non sia nulla più di un sogno. Signori, non ci rimproverate, rimedieremo, se ci perdonate. E, come è vero che son sincero, se solo avremo la fortuna di sfuggire ai vostri insulti, a fare ammenda riusciremo. O, chiamatemi bugiardo, se vi va! Quindi buonanotte a tutti voi! Regalatemi un applauso, amici miei, e Puck a tutti i danni rimedierà. (A Midsummer Night’s Dream, W. Shakespeare)
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