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I tempi stanno cambiando ...

Scrive Walter Veltroni, che in politica è ormai un ex-tutto, ma che comunque ne resta un disincantato osservatore: “Il pensiero democratico deve trovare soluzioni nuove, armoniche con la sua identità, capaci di parlare alle inedite forme di disagio, specie tra i più deboli. È il tema di cento anni fa, in realtà.” Aldilà del linguaggio un po’ criptico, da politico del Novecento, è difficile dargli torto … Sono infatti cent’anni e più che il pensiero riformista cerca la sua strada per diventare egemone e non la trova, essendo continuamente costretto a scavalcare ostacoli di ogni tipo: alcuni, inevitabili e non sorprendenti, frapposti dagli avversari di destra, altri, molti altri purtroppo, apparecchiati da una parte politica che si vuol far chiamare sinistra, ma che in realtà non ne ha le caratteristiche peculiari. La destra e la sinistra nacquero al tempo della Rivoluzione Francese, quando i conservatori dell’ Ancient Regime  erano soliti sedere nella parte destra dell’Assemblea, me...

Giochi pericolosi

  Chiunque abbia ascoltato, in italiano o in inglese, in sunto o  in toto , il messianico discorso d’insediamento di Donald Trump, lunedì a Washington DC, non può più avere dubbi. È davvero iniziato quello  stress test  della democrazia occidentale (almeno per come la conosciamo fino ad oggi) che era stato paventato, e da alcuni auspicato, comunque facile da prevedere. Con un gusto tutto  british  per l’ understatement  Trump l’ha modestamente chiamata  “la nuova età dell’oro”  promossa da “Lui”, che Dio ha salvato dal proiettile di Butler (PA) proprio per questo scopo: porre riparo a tutti i mali e salvare il mondo ma, in ogni caso, l’ America First ; per gli altri si vedrà … Già detta così, e l’ha proprio detta così, la cosa fa l’effetto di un cazzotto nello stomaco, in più scandita in un inglese semplice ed elementare, un linguaggio infantile adatto ad un pubblico di bambini creduloni, frasi brevi e parole dirette, con l’occhio ispirato ri...

Ci vuole orecchio ...

Oggi comincia l’era Trump e nessuno ragionevolmente può prevedere dove ci porterà. Si può obbiettare che un Trump l’abbiamo già visto all’opera. Vero, ma questo Trump è diverso, non è più un  parvenu , ha quattro anni di presidenza alle spalle (2017-2020), ha dato ampia dimostrazione di disprezzo per la democrazia (il 6 gennaio 2021 non si può cancellare o derubricare a colorite intemperanze popolari …), non deve preoccuparsi per la rielezione, anche se potrebbe sempre brigare per cambiare le regole e correre di nuovo ... Si potrebbe anche obbiettare che un programma di governo ce l’ha, l’ha sbandierato in ogni modo cercando di  épater le bourgeois , c’è anche riuscito, ha vinto ma, data la sua assoluta  nonchalance  verso qualsiasi tipo di coerenza, potrebbe non fare quasi nulla di quello che ha promesso o fare di molto peggio. Le “sparate” su Groenlandia, Panama, Canada, Messico sono solo smargiassate? Il suo mentore, un vecchio avvocato maccartista di nome Roy Coh...

Ipse dixit

Fin dagli albori della civiltà umana, e per molti millenni, l’umanità si è posta il problema di quale fosse la verità, ovvero distinguere il Vero dal Falso e chi avesse il diritto di deciderlo. Gli aruspici, i grandi sacerdoti, i faraoni, gli oracoli, Aristotele, e poi i saggi delle diverse Chiese, fino alle atrocità della Santa Inquisizione che, oltre a decidere cosa fosse vero e cosa falso, si arrogava anche il diritto di pretendere abiure o di torturare e mandare al rogo coloro che sostenevano qualcosa di contrario al Verbo. Per millenni, oltre al sostentamento e all’espansione territoriale, questa del Vero e del Falso è stata la principale preoccupazione della società umana, e il progresso della civiltà ha dovuto sempre fare i conti con questo problema che, mentre frenava la creatività e l’innovazione, supportava l’imposizione ed il mantenimento del potere assoluto. Poi, circa 400 anni fa, le mutate condizioni socioculturali e soprattutto l’ingegno di intellettuali come Giordano Br...

Chi ci salverà?

  Dopo il 6 gennaio del 2021, giorno in cui gli Stati Uniti d’America hanno vissuto un violento tentativo di colpo di Stato sobillato da un Presidente uscente che non voleva uscire dopo avere perso le elezioni, tentativo sventato con morti e feriti (mica una sceneggiata!), dopo quel funesto episodio nessuno sano di mente, in nessuna parte del mondo, avrebbe potuto immaginare quello che è successo dopo. Il Presidente uscente, fatto sloggiare a forza, non solo non ha subito conseguenze penali, non solo non è stato additato alla pubblica vergogna, non solo non è stato bandito dal consesso civile, ma ha continuato a tempestare la società americana con le sue intemperanze politiche, si è ricandidato ed ha anche vinto in modo netto ed inequivocabile. Forza della democrazia! Tra una dozzina di giorni rientrerà trionfalmente in quella Casa Bianca che aveva dovuto lasciare ignominiosamente quattro anni fa. Avete presente il Bollettino della Vittoria firmato Diaz del 4 novembre 1918? Bene, l...

SuperMusk!

  Il rutilante fenomeno di nome Elon Musk è ben più complicato di come lo si presenta, soprattutto in certi ambienti di sinistra, dove viene guardato come uno strano soggetto, un eccentrico miliardario imbottito di  Ketamina , con una dozzina di figli ottenuti nei modi più vari, stravagante, genialoide, un destrorso megalomane senza freni né remore morali. Tutto vero, ma condito con uno sguardo un po’ altezzoso, misto di sufficienza, disprezzo, diffidenza, come se fosse un  parvenu  un po’ burino, intrufolatosi nel salotto buono con le scarpe sporche e vestito male. Una specie di Rockerduck, il miliardario stravagante che si fa beffe del più simpatico ed in fondo affidabile, anche se tirchio, Paperon de’ Paperoni. Un mattoide, in parole povere, che potrebbe diventare molto pericoloso, ma che nessuno sa come prendere, visto che è straricco, controlla un  social  molto diffuso, fa più o meno tutto quello che gli pare ed in più adesso orbita molto vicino al S...

E' l'informazione, bellezza ...!

  La Treccani dice che l’informazione è qualsiasi  "notizia, dato o elemento che consente di avere conoscenza più o meno esatta di fatti, situazioni, modi di essere" . Una informazione libera ed indipendente sarebbe quindi una garanzia per i cittadini, una paladina della libertà, una protettrice dei deboli e degli indifesi, un servizio per chi vuole conoscere, se non la “verità” (spesso inconoscibile …), quanto meno una ordinata e completa esposizione dei fatti, separati dai commenti; un  “cane da guardia”  della democrazia, come dicono in America. Ma lo è davvero? Giudicate voi, ma per me l’informazione nel suo complesso sta diventando parte del problema, piuttosto che la sua soluzione. E non per colpa del solito “mercato”, dei profitti degli editori senza scrupoli, dei "poteri forti" (qualsiasi cosa voglia dire …), o di altre diavolerie ideologiche. L’informazione è frutto di chi la produce. La qualità tecnica e morale del prodotto finale riflette la...

La roulette russa

  Nel corso dei millenni la società degli umani ha sviluppato meccanismi di gestione e di controllo sempre più complessi. Dalle leggi primitive del branco, solitamente guidato da un cosiddetto maschio- alfa  (ricordate lo scimmione che brandiva l’osso all’inizio di  “2001: Odissea nello spazio” ?), fino alle odierne sofisticate società multietniche, multiculturali, democratiche, altamente tecnologiche, dotate di complesse forme di assistenza e mutualità. Non tutte, intendiamoci, anzi poche sul totale, ma comunque così si configurano le nostre società occidentali ed assimilate, fatte salve alcune deprecabili involuzioni. Lo sforzo che ha accompagnato il progresso è sempre stato quello di conciliare due caratteri fondamentali della nostra specie, altamente contraddittori tra di loro: l’individualismo e la socialità. La spinta dell’individuo a prevalere, ad imporsi sugli altri, a soddisfare il proprio ego e le proprie ambizioni, e la necessità ineluttabile di convivere con a...

Il falso mito dell'unità

Chiunque abbia avuto la ventura di bazzicare, negli ultimi cent’anni e anche più, in qualsiasi ambiente politico, pur solo vagamente legato alla sinistra (di ogni estrazione culturale), si sarà imbattuto innumerevoli volte nel più consolidato dei  mantra  intonati da quelle parti: l’UNITA’. Dei lavoratori, degli sfruttati, degli oppressi, dei ribelli, dei braccianti, degli operai, degli impiegati, di chiunque abbia in corso qualsiasi rivendicazione contro il potere costituito. UNITA’: la festa, il giornale, Gramsci, la parola magica a cui vengono attribuiti poteri taumaturgici, parola che da sola dovrebbe garantire l’inevitabile successo di qualsiasi aggregazione, parola chiave di ogni ragionamento, di ogni programma, di ogni chiamata all’impegno. Chiunque abbia bazzicato da quelle parti sa anche però che nessuna parola è mai stata più disattesa, vilipesa, confutata, equivocata, dagli effettivi comportamenti di chi quell’area ha continuato a bazzicare. Perché? Perché è sempre ...