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Non è di tutti ...!

  Il 25 Aprile non è la festa di tutti. Il 25 Aprile è la Festa della Liberazione e chi si libera, si libera da qualcuno che lo opprime. Nel nostro caso, fu la liberazione dai nazifascisti, ovvero dai tedeschi che occupavano ancora il nord dell’Italia, e dai fascisti della Repubblica Sociale Italiana, detta di Salò, fondata e presieduta (almeno sulla carta) da Benito Mussolini, fuggito da Campo Imperatore, sul Gran Sasso, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Il 25 Aprile 1945 l’Italia fu definitivamente liberata per opera delle truppe anglo-americane, con il fondamentale contributo dei partigiani della Resistenza. La Liberazione segnò la fine della lunga guerra fascista e della conseguente guerra civile, avviando il processo di trasformazione del Paese, che portò al referendum del 2 giugno 1946, all’Assemblea Costituente ed infine alla promulgazione della Costituzione della Repubblica, il 1^ gennaio 1948. È evidente che questo processo fu promosso da chi aveva vinto; chi aveva ...

Ibis redibis non morieris ...

  Se l’è cavata … La “corte” presidenziale di famigli, corifei e compagnia osannante, ha sancito l’indiscutibile successo della missione americana e il popolo tutto può tirare un sospirone di sollievo, ora che l’impavida Presidente ha superato la prova nella tana dell’orco ed è rientrata alla base indenne. Basta accontentarsi … Come largamente previsto, il risultato “storico” di tanto sforzo diplomatico è rintracciabile in una vaga promessa di un viaggio a Roma (ché a Roma c’è pure il Papa …) per incontrare, forse, prima o poi, i  leader  della Unione Europea (quelli veri …, ammesso che ce ne siano). Per il resto, tutto come prima. Solo qualche foto in più per l’album dei ricordi. Meloni ha omaggiato il suo nuovo autocrate di fiducia, perché meno male ora ce ne abbiamo anche uno bello grosso in Occidente, e quindi possiamo tenere in secondo piano quello originale d’Oriente, lo Zar di tutte le Russie, quello per il quale Meloni e il suo sodale Salvini, in mancanza di alter...

Giorgia goes to Washington ...

  Se Giorgia Meloni fosse una donna avveduta (e non è per nulla detto che non lo sia), avrebbe già dovuto capire che il suo bagaglio culturale, i suoi riferimenti storici, le sue pregresse esperienze politiche, varie e prolungate, seppur sempre in ruoli minori o ancillari, e soprattutto la gente di cui si circonda, non sono affatto sufficienti a governare un Paese fondatore della UE, un Paese tra i primi dieci al mondo per produzione e commercio, un Paese che, per quanto pieno di problemi e inefficienze, ha (ancora) un peso considerevole nel quadro politico internazionale. Soprattutto se quel Paese si inquadra nel gruppo di Stati che ambisce a guidare l’Unione Europea, ammesso che quest’ultima prenda coscienza del suo ruolo e cominci a farlo pesare. Quello nel gruppo di testa della UE è un posto che ci ha dato la Storia, che nessuno può cancellare, salvo volerlo auto-cancellare, decidendo di relegarsi in un cantuccio culturale e politico. Meloni dovrebbe avere ormai capito che un c...

L'America

  Perché, in soli 250 anni, gli Stati Uniti d’America sono diventati così importanti, così influenti, spesso così straripanti, non solo nel mondo occidentale ma in tutto l’ orbe terracqueo , come dice la nostra immaginifica Presidente del Consiglio? Quali caratteristiche hanno reso quella società, quel sistema economico, quello stile di vita, così peculiari, e così dominanti, tanto da renderli un punto di riferimento imprescindibile, sia per gli amici che per i nemici? Dopotutto si tratta di soli 340 milioni di persone, in un continente che dispone sì di molte risorse naturali, ma che da sole non bastano a spiegare tutto il fenomeno. Altri Paesi sono anche più dotati di ricchezze, sono più popolosi, hanno ricche tradizioni, ma nessuno in così poco tempo ha raggiunto, e mantenuto finora, la posizione che occupano gli USA. L’America in fin dei conti è stata scoperta dagli europei solo nel 1492, cinquecento e spiccioli anni fa. A lungo è stata trattata come una qualsiasi colonia dalle...

L'ora più buia

Qualche anno fa ci ritrovammo all’improvviso tutti esperti di immunologia, discettavamo di epidemie e di vaccini come vecchi cattedratici in pensione, impartivamo con severità patenti e giudizi ai virologi, immunologi, biologi, che avevano invaso le nostre televisioni nelle interminabili giornate di  lockdown . Sembrava che nessuno avesse fatto altro nella vita se non osservare vetrini al microscopio, alla ricerca di virus, antivirus, vaccini, RNA messaggeri e simili piccolezze (nel vero senso …). Fortunatamente, c’era chi invece esperto lo era veramente e, mentre noi ci dedicavamo al cazzeggio epidemiologico, davvero inventava, sperimentava, produceva, e infine diffondeva i miliardi di dosi che ci hanno fatto superare, in tempi molto brevi (rispetto alle esperienze passate), una crisi che avrebbe potuto mettere in ginocchio tutta l’umanità. Per fortuna o, meglio, per merito esclusivo della scienza, c’è anche un mondo di adulti, che lavora seriamente e non si perde in chiacchiere. ...

L'influencer

  La lettura dell’ultimo libro di Matteo Renzi  “L’influencer”  è un’esperienza molto forte, comunque la si pensi sul suo autore: ben lungi dall’essere un libro di propaganda politica, esso elenca con minuzioso dettaglio tutta una pressoché infinita serie di “prodezze” della Presidente Meloni, fin dai primi anni della sua esperienza politica, esperienza proprio per niente riconducibile a quella di un  “underdog” , così cara alla propaganda di famiglia. Tutta la sua narrazione viene smontata minuziosamente e confutata nel dettaglio con dovizia di particolari e c’è da giurare che, come per tutti gli altri libri di Renzi, nessuno proverà a portarlo in Tribunale per contestare checché di quanto scritto. Ci si può chiedere allora se questo libro servirà a far scendere la Presidente da un piedistallo sul quale è stata collocata, dai suoi sodali ovviamente, ma con la collaborazione fattiva e piuttosto efficace anche dei suoi oppositori, che ancora oggi continuano a propalar...

Il nuovo ordine

Sere fa, nel corso della trasmissione di Corrado Augias su La7, è comparso uno sfondo che ritraeva affiancate le teste di Xi Jinping, Donald Trump e Vladimir Putin. Una visione inquietante … Mi è mancato il respiro per un attimo nel constatare che le sorti del mondo sono ormai molto saldamente (perché nessuno ne minaccia il potere) in mano a tre persone che palesemente NON credono e NON praticano quella democrazia liberale che il mondo occidentale (allargato) ha inventato, sviluppato e praticato, pur con mille contraddizioni, per oltre due secoli. Quella è la crema del mondo, oggi: tutto il resto è corollario, è accessorio, è, o rischia di diventarlo presto, irrilevante. Quei tre, e ci mancavano Erdogan, Orbán, Netanyahu, l’indiano Modi …, sono nelle oggettive condizioni di spartirsi il mondo in zone di influenza e nemmeno una di queste ci è idealmente vicina. Non era mai successo, finora. Noi poveri europei (meschini …!) siamo qui a dividerci ancora tra destra e sinistra, tra progress...

Il sogno

  È davvero sconfortante che Roberto Benigni abbia dovuto intitolare il suo monologo sull’Europa:  “Il Sogno” . Il  sogno  è irreale, risiede solo nella nostra testa e, come riporta il Dizionario Treccani, rappresenta  “immaginazione vana, fantastica, di cose irrealizzabili” . Brucia constatarlo, ma Benigni ha ragione. Lui ha giustamente, e con quanto fervore …, narrato le origini, le radici, l’evoluzione storica, di un  “sogno” , che però al momento appare tutt’altro che prossimo ad inverarsi. E quanto realizzato finora è ben lungi da quello che davvero servirebbe per arrivare agli agognati (da noi sognatori)  Stati Uniti d’Europa : è un pezzetto di una strada, non sappiamo nemmeno quanto lunga, ma certamente parecchio accidentata. Il bello (il tragico, ahimè!) è che nessuno, a parte la destra estrema, peraltro ben rappresentata dalla nostra Presidente (che ha scandito, con la consueta sicumera, che quella di Ventotene, quella federalista,  “non ...

La sinistra inutile

La democrazia, come è del tutto evidente, ha bisogno di contraddittorio, ovvero di confronto dialettico tra visioni, analisi e proposte differenti. Quanto differenti, è difficile stabilirlo  a priori . Come minimo, tutti dovrebbero riconoscersi nei valori fondanti di ogni democrazia, ovvero l’uguaglianza, la libertà, la giustizia, lo Stato di diritto, la separazione dei poteri, ... E se qualcuno non si riconoscesse in quei valori e ne propugnasse il superamento, minando l’esistenza stessa della democrazia? Che si fa? Si può impedirglielo, anche ricorrendo alla forza, anche contraddicendo il principio di libertà? Certo, si dovrebbe sempre rimanere all’interno delle leggi di uno Stato di diritto ma, ad esempio, il recente caso rumeno pone non pochi problemi, che non si possono rimuovere con una scrollata di spalle. Noi occidentali (e affini) abbiamo troppo presto dato per scontato che certe basi ideali e pratiche dei nostri sistemi non sarebbero più state poste in discussione. Non è ...