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Il grande malato

  AVVERTENZA : l’intervento che vi propongo è un po’ lungo e forse noioso; è destinato a tutti quegli impallinati, un po’ drogati, di politica che non riescono a fare a meno di domandarsi chi e come può avere gli strumenti per cambiare il corso politico del Paese, non essendo per niente soddisfatti, diciamo, delle prestazioni dell’attuale classe dirigente. Chi invece ritiene che tutto stia andando egregiamente e che non valga la pena agitarsi per migliorare lo stato delle cose non faticherà ad impiegare il tempo in attività più sollazzevoli. Grazie agli uni e agli altri.   C’è un grande malato nella politica italiana: si chiama Partito Democratico. Oddio, non è che gli altri partiti sprizzino salute ma, com’è come non è, chi governa gode del bonus di governare (grande panacea …), chi si oppone senza ambizioni di governo ha la vita facile di chi non ha responsabilità alcuna e può permettersi di pontificare sui problemi dell’universo mondo, ben sapendo che non toccherà a lui aff...

La sfida infernale

  È diventato un esercizio molto diffuso, ed a tratti persino divertente, sottolineare come Giorgis Meloni, oggi al Governo del Paese, abbia rinnegato, e continui imperterrita a farlo, tutte le posizioni che per vent’anni (dico venti … lei che si spaccia per una  “rookie underdog”  …!) hanno costituito il repertorio di tutta la sua azione politica. Non si è salvato nulla … Era contro l’Europa e contro l’euro, voleva abbattere le tasse a cominciare dalle accise sui carburanti, irrideva le Agenzie di rating che davano i voti all’Italia berlusconiana, voleva abolire (spalleggiata dal compare Salvini) la legge Fornero e mandare tutti in pensione a cinquant’anni, era antiamericana ed antioccidentale, ammirava schiettamente Vladimir Putin e si congratulava per la sua democraticissima rielezione, chiamava  “mancette”  gli unici interventi sul salario, mai visti per decenni, invocava disinvoltamente blocchi navali contro i migranti, … Potrei continuare, ma non servirebb...

La caccia al riformista

  In democrazia, l’alternanza di governo è una pratica sana e fisiologica, almeno fino a quando il sistema istituzionale non venga forzato e stravolto in una sorta di dittatura della maggioranza, appena camuffata da democrazia (la famigerata democrazia illiberale …). Purtroppo, è quello che sta succedendo in molti Paesi, finora insospettabili di pulsioni autoritarie. Possiamo, dobbiamo, sperare, e agire di conseguenza, affinché i valori democratici non vengano stravolti, magari con l’improvvido consenso di una maggioranza poco avveduta di elettori, ignara dei pericoli che sta correndo. In Italia il Governo pare solido come non mai, fondato com’è su un partito che rappresenta il 30% dell’elettorato (cioè quelli che votano … degli altri poco o nulla si sa …), coadiuvato da una corte di partiti un po’ riottosi, scalpitanti e litigiosi, ma alla fine sempre ben allineati. Questo vuol dire che a molti le cose stanno bene come stanno. A molti, ma non a tutti, per fortuna. Poi capita che u...

Chiagn' e fotti ...!

Da  Wikipedia :  “Formula proverbiale della tradizione partenopea che indica un atteggiamento umano, opportunista e ipocrita, esibito da alcune persone che sono solite indugiare in lamentazioni proprio in quei momenti in cui le cose, per loro, vanno a gonfie vele” . La nostra PdC, romanissima  de Roma , ha adottato la formula partenopea come linea strategica principale del suo Governo. Avesse uno stemma, sarebbe nel cartiglio. Ormai è chiarissimo a tutti, anche ai più ingenui e sprovveduti. Fare la vittima, lamentarsi per ipotetici torti e soprusi ricevuti, da chiunque, descrivere situazioni del tutto immaginarie, mentre dall’altra parte si sottolineano la strenua, eroica resistenza nonché i folgoranti successi dell’Amministrazione, funziona molto bene. Almeno per ora. Almeno finora. La logica del  “sono tutti contro di noi, ma noi siamo più forti”  crea solidarietà, empatia, fa tanto gruppo assediato ma vincente, noi contro loro, noi eroici ...

Labirinti e rasoi

  Sto per avventurarmi in un ginepraio dal quale non so come uscirò, vista l’aria che tira, non delle più favorevoli alle proposte razionali, logiche, persino elementari. Tutto oggi deve essere sempre reso molto complicato. Guai a cercare di semplificare, di rendere lineari posizioni intrecciate in un viluppo di sottintesi, antefatti, incomprensioni, egolatria e, in conclusione, zero disponibilità al dialogo, mentre la democrazia è sottoposta ad un terribile stress test. Ho citato spesso il famoso  “rasoio di Occam” , un francescano inglese del Trecento, Guglielmo si chiamava, più o meno contemporaneo di un altro mitico francescano, Guglielmo da Baskerville, quello de  “Il Nome della Rosa” , simbolo letterario del Medioevo che stava diventando Era Moderna. Non credo che lo storico Guglielmo da Occam somigliasse per nulla all’affascinante e combattuto Sean Connery, ma comunque il francescano (povero illuso) teorizzava che, a fronte di problemi molto complessi, spesso la so...

Il nuovo mondo

  Che il mondo sia cambiato nell’ultima decina d’anni mi pare dovrebbe essere chiaro anche ai ciechi. Eppure, eppure, la politica è piena di (finti) ciechi che non vogliono vedere ciò che è evidente e soprattutto si rifiutano di pensare a come fronteggiare la nuova situazione che si è andata creando. E non parlo solo di Trump, anche se oggi è lui il principale motore e promotore di questo mutamento, fonte di destabilizzazione globale; parlo dell’evidente progressiva affermazione di un nuovo equilibrio, non più basato sulla forza del mercato, della finanza, della tecnologia, della cultura. No, il nuovo equilibrio è tornato ad essere basato, come d’altronde quasi sempre nella storia che credevamo passata, esclusivamente sul potere militare, sulla forza bruta, sul ricatto, sulla prevaricazione di chi ha il potere di sfidare chiunque a metterglisi contro. Vale per la nuova America di Trump, che ormai non ha più maschere da gettare, avendole disvelate tutte, vale per l’aggressività e l’...

Basta con l'anonimato!

  Il caso del sito sessista dal nome inequivocabile, che mostrava foto di donne famose (spesso politiche), esponendole a commenti volgari e trucidamente offensivi, pone di nuovo con forza il problema dei comportamenti degli utenti della rete. È innegabile che oggi la rete ospiti, oltre ai tanti contenuti utili, anzi ormai imprescindibili, anche il peggio della feccia umana, fornendole uno sfogatoio immenso, coperto dalla certezza dell’anonimato. Una volta questa sordida funzione era svolta solo dai cessi delle stazioni o degli autogrill, o dai muri di zone degradate, oggi la platea è amplificata in modo abnorme dalla diffusione della rete, dove di siti così ne esistono in abbondanza, e da moltissimi anni. L’ho scritto non so più quante volte, ho rotto gli zebedei anche a parlamentari nazionali ed europei, ho riscosso molto scetticismo, anche apprezzamenti e pacche sulle spalle, ma nessuno, dico nessuno, nel mondo politico ha ritenuto opportuno esporsi (lo fece Marattin anni fa e ma...

Chi ha paura della poltrona?

  Tanto per cambiare, c’è molta agitazione nell’area dei cosiddetti riformisti democratici. Difficile identificarli bene questi riformisti, sono sfuggenti, sono liquidi, spesso inclassificabili. Si trovano un po’ dappertutto, nel PD, in Italia Viva, in Azione, nel nuovo Partito LiberalDemocratico, nei socialisti, nei radicali, nell’area cattolica, devono essere tantissimi … Se li senti parlare, dicono tutti più o meno le stesse cose, fanno tutti le stesse proposte di buon senso, non creano illusioni (mica sono populisti …!), si vantano di essere concreti, sanno che il momento è difficile, sanno che non abbiamo affatto un Governo di cui andare fieri, anzi, se ne lamentano a gran voce (e ne hanno ben donde). Stanno tutti all’opposizione, seppure con stili e posture (oggi si dice così) diversi. Peccato che, secondo le migliori tradizioni, non ne trovi due che abbiano la stessa idea di come muoversi nell’arena politica. Alle prossime regionali, c’è chi va da solo, chi non si presenta a...

L'America contro

  Uno spettro si aggira per il mondo: è lo spettro dell’autoritarismo illiberale e, come quello del comunismo evocato da Marx ed Engels nel Manifesto del 1848, è destinato a lasciare un segno profondo nella storia della civiltà umana. Questo spettro non costituisce una speranza di giustizia sociale né un’ipotesi di emancipazione della società civile. Questo spettro vuole mandare al macero duecentocinquanta anni di civiltà democratica, dalle Rivoluzioni Americana e Francese di fine Settecento in poi. Fin d’allora l’Europa (ed il mondo) si era abituata a considerare gli USA un baluardo contro la tirannia, contro l’autoritarismo, contro la sopraffazione, un modello di società aperta, di uguali, di liberi e forti. Oddio, non è che gli USA siano sempre stati un fulgido esempio di trasparenza, di libertà, di tolleranza. Chi ha una certa età ha ben presente le molte occasioni nelle quali i democratici di tutto il mondo hanno dovuto accettare certe posture  “alla John Wayne” , si dice...