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Lo "spin"... e non solo

  Che cosa è lo “spin”? In inglese, “spin” significa “rotazione”. Nella meccanica quantistica, lo “spin” caratterizza lo stato di una particella. Nel tennis, è l’effetto dato con la racchetta alla palla, in modo da spingerla su una traiettoria non rettilinea. Nel moderno linguaggio della comunicazione e nella prassi politica contemporanea, lo “spin” è una pratica comunicativa che tende a modificare, selezionare, utilizzare alcune informazioni per costituire una struttura prefissata nella propaganda di un candidato, di un governo, di una lobby, … (la definizione è tratta dal sito governativo per la sicurezza). Insomma un tormentone che resta nella testa. Perché ne parlo? Perché, da settimane ormai, c’è uno “spin” molto potente che ci ha preso tutti e continua a trascinarci anche contro la nostra volontà e perfino contro la nostra razionalità. Lo “spin” in questione è quello della “crisi incomprensibile”. Lo so, ne ho già parlato ma, più andiamo avanti, più questo “spin” si fa vorticoso,

Il peso della storia

  Il recente vivace scambio di vedute tra Concita De Gregorio e Nicola Zingaretti getta una luce sinistra sui rapporti interni alla sinistra. De Gregorio è sicuramente persona appartenente a quell’area (ha persino diretto “L’Unità”, in un recente e tumultuoso passato), Zingaretti è l’attuale Segretario del Partito Democratico, eppure si azzuffano come pochi, a colpi di tweet, con scambi di accuse più che velenose: elitaria, radical chic a lei, galleggia come un sughero, Chance il giardiniere (per i non cinefili, è Peter Sellers, il sempliciotto ed evanescente protagonista di  “Oltre il Giardino” , che suo malgrado diventa una specie di guru) a lui. De Gregorio lamenta la scarsa, diciamo, incisività del Segretario, Zingaretti l’accusa di essere parte della rovina della sinistra. De Gregorio lamenta la scomparsa dell’anima di sinistra dal PD, sovrastata dall’anima popolar-democristiana, Zingaretti, che ha vinto un Congresso chiedendo scusa per i supposti errori precedenti, invece la rive

L'elicottero del Presidente

  Ah, poter salire su un elicottero e sollevarsi verticalmente sui vortici tempestosi della nostra politica! Guardare dall’alto, cambiare prospettiva, ma non per staccarsi dalle meschinità e dalle bassezze che abbiamo intorno, che pure sono tante ...! No, sarebbe impossibile: non è andando verso l’alto che si risolve il nostro angoscioso presente. “Hic Rhodus, hic saltus!” , raccontava Esopo. Questa è la prova da superare e qui ed ora va superata. Però guardare da un’altra prospettiva ci farebbe senz’altro cogliere aspetti diversi, ci darebbe chiavi interpretative diverse, forse ci suggerirebbe anche spiegazioni diverse e ci proporrebbe nuove possibilità per andare avanti. È quello che credo debba fare, che spero stia facendo, il Presidente Mattarella, nelle cui mani e nella cui saggezza è riposta ogni speranza di venire fuori da una situazione oggettivamente difficile. Non sto qui a ripetere come e perché essa sia difficile, né come e perché si sia arrivati a tanto. Diamo per buono ch

L'impossibile

  So che chiedo l’impossibile, ma ve l’immaginate quanto sarebbe confortante sapere che le trattative per il nuovo Governo si svolgeranno parlando solo di “cose da fare”? Un Governo (non a caso si chiama anche “Esecutivo”) deve “fare”, è lì per quello; deve eseguire diligentemente ed in modo efficiente un programma concordato preventivamente tra le forze politiche che lo sostengono e affrontare le emergenze che eventualmente si presentano. Il capo del Governo “promuove e coordina l'attività dei Ministri”. I Ministri sono esecutori del programma concordato e devono essere garanti della sua corretta e tempestiva realizzazione. La macchina amministrativa dello Stato deve fornire servizi e strumenti alla collettività che produce ricchezza, consuma, paga le tasse (in realtà lo Stato lo fa anche per chi le tasse non le paga, ovvero per i parassiti che vivono sulle spalle degli altri). Insomma, la  “Res Publica”  è un’organizzazione che, con il suo funzionamento, deve tendere a farci vive

Chi sono i Responsabili?

  So di andare parecchio controcorrente, ma lo dico chiaro ugualmente: Giuseppe Conte, Il Movimento 5 stelle ed il Partito Democratico si stanno accollando la responsabilità di precipitare nel disastro questo Paese, bloccando le sue residue capacità di reazione e rovinando i già precari rapporti con l’Europa, che visibilmente mal tollera le manfrine della nostra politica. So bene che loro dichiarano di volerlo salvare, il Paese, che cercano “responsabili” per questo, che alimentano in ogni modo la convinzione che ben altre sono le irresponsabilità e ben altri sono i colpevoli della situazione che si è venuta a creare; ma io credo che si stia andando deliberatamente a sbattere contro un muro per puro puntiglio, per puro spirito di vendetta. Altro che responsabili! Si rifiutano cocciutamente, stolidamente, di prendere in considerazione l’unica via razionale e percorribile, quella di riaprire trattative serie con la maggioranza esistente e stipulare un vero e completo patto di legislatura

Il blog ...

  Un altro blog in rete? Ma sì, ce ne sono tanti, uno più uno meno ... Cari lettori, innanzitutto grazie per essere qui. Qualcuno di voi ha già ricevuto oltre 250  newsletter  negli ultimi due anni abbondanti: un plauso alla straordinaria pazienza dimostrata. Qualcun altro seguiva i miei scritti su  "Uomini & Business" , giornale online fondato e diretto da  Giuseppe Turani , che ci ha inopinatamente lasciato il 6 gennaio scorso. Si tratta di un vuoto impossibile da colmare: la sua competenza, la sua arguzia, la sua capacità di analisi schietta e libera, la sua onestà intellettuale non sono sostituibili. Chi lo stimava, come uomo e giornalista, e chi come me ha perfino avuto la fortuna di averlo come sobrio mentore, sa che ha lasciato un'impronta indelebile, che può e deve ispirare, ma che non si può nemmeno lontanamente tentare di imitare. E allora eccomi qui, col mio  quaderno di ET - pensieri e parole dal pianeta Terra . Non vengo da chissà dove, sono ben piantato

Cari parlamentari di IV ...

  Cari parlamentari di Italia Viva, è un momentaccio, lo so. Nei prossimi giorni voi tutti sarete (o lo siete già stati …) sottoposti a forti pressioni da parte del PD e dintorni, pressioni tendenti a farvi rientrare nei ranghi, assicurando in qualche modo il vostro voto al Governo Conte bis bìs (o non so come chiamarlo …). Non c’è motivo di credere che non sarà così, visto il precario equilibrio della ex-maggioranza dopo il voto al Senato. Non c’è neanche motivo di esserne scandalizzati: dopotutto siete stati eletti nelle fila del PD ed è comprensibile che in questo frangente il PD vi esorti a sostenere il Governo, tanto più che il PD stesso si è preso la responsabilità di non supportare in alcun modo (almeno così è parso dal di fuori) la vostra azione, l’azione di Renzi e di Italia Viva, tesa a provocare quello scatto in avanti, quel cambio di passo, a parole da tutti invocato, ma in realtà rimasto finora nel limbo delle buone intenzioni. Si è preferito rovesciare la responsabilità s

Incomprensibile?

  Va molto di moda dire, scrivere, affermare che la crisi è “incomprensibile”. Rocco Casalino, con gli spin doctors dell'avvocato Conte, ha puntato tutta la comunicazione istituzionale su questo concetto semplice e diretto, nella speranza di farlo passare senza discussione. Ed infatti è passato. Tutti dicono che la crisi è incomprensibile: media, social, uomini, donne, preti, tutti. Anche persone intelligenti, anche persone in buona fede, sinceri democratici, colti e raffinati pensatori, davvero affezionati alle sorti del Paese. “Tutti dicono: I love you!”  (Woody Allen, 1996). Vogliamo però fare un piccolo passo in avanti? O indietro, fate voi. Cosa significa “incomprensibile”? La lingua italiana suggerisce che la crisi sarebbe molto difficile o impossibile da comprendere, da inserire in un corretto e logico ragionamento. E cosa c’è da comprendere e razionalizzare? Le sue motivazioni? Il suo svolgimento? I possibili (ed incerti) esiti? Le sue possibili (e nefaste) conseguenze? Di

Il mondo ci guarda ...

  Un pericoloso banchiere cripto-renziano, annidato prima nel board della BCE ed adesso Presidente della Société Générale in Francia, tale Lorenzo Bini Smaghi (qualcuno lo ricorderà quando, una decina di anni fa, oppose una certa resistenza a uscire dal board della BCE per far entrare un francese e dare spazio al futuro Governatore Mario Draghi – insomma un tipino bello tosto, che sa il fatto suo e che risolse la situazione direttamente al telefono con l’allora Presidente Sarkozy), dicevo Bini-Smaghi ha rilasciato a Repubblica un’intervista sul nostro Recovery Plan, che pare scritta, per contenuti ed anche per i toni niente affatto diplomatici, proprio dall’insopportabile rompipalle di Rignano. Uno stampo e una figura, come si dice. Leggetela, se non ci credete. Si aggiunga l’austero ed autorevole quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ), che qualche giorno fa si preoccupava che in Italia i soldi del Next Generation EU potessero finire in distribuzioni clientelari invece che in

I modi di Renzi

  Lasciamo temporaneamente da parte Marco Travaglio e la sua corte che, come è evidente a tutti, vivono in una bolla mediatica abilmente costruita e manutenuta con ogni mezzo. Lasciamolo da parte. Dobbiamo però constatare che praticamente tutti i commentatori di ogni media, che sia piccolo, grande, di città o di provincia, direi perfino di destra o di sinistra, concordano che l’azione del Governo è insufficiente, che il Piano di Rinascita e Resilienza è ancora largamente inadeguato (e lo era ancora di più nella ridicola stesura di dicembre), che si procede troppo lentamente sulla strada della gestione della crisi e del risanamento del Paese, e via così. A parte Travaglio, che è un caso a sé, nessuno si azzarda a sostenere che le cose stanno andando bene, che tutto procede speditamente, che strategia e tattica sono le migliori, che la strada è giusta e che bisogna solo andare avanti verso un luminoso futuro. Nessuno. Ultimo esempio, il direttore de “La Stampa” Giannini che, in un lungo