La calunnia è un venticello un’auretta assai gentile che insensibile, sottile, leggermente, dolcemente, incomincia, incomincia a sussurrar. Piano piano, terra terra, sottovoce, sibilando, va scorrendo, va ronzando nell’orecchie della gente s’introduce, s’introduce destramente e le teste ed i cervelli fa stordire e fa gonfiar. Dalla bocca fuori uscendo lo schiamazzo va crescendo, prende forza a poco a poco, vola già di loco in loco, sembra il tuono, la tempesta che nel sen della foresta va fischiando, brontolando, e ti fa d’orror gelar. Alla fin trabocca e scoppia, si propaga, si raddoppia, e produce un’esplosione come un colpo di cannone, un tremuoto, un temporale, un tumulto generale che fa l’aria rimbombar. Chiedo scusa a Sterbini, a Beaumarchais, e pure a Gioachino Rossini, per la lunga citazione, ma questo vuole essere solo un auspicio. Non c’entra nulla la calunnia, ma c’entra il fatto che i meccanismi sociali di propagazione dei messaggi sono implacabili, nel bene e nel male, ogg
Pensieri e parole dal pianeta Terra