La “sindrome della morte improvvisa” che, secondo l’incredibile versione di Putin (e infatti nessuno ci crede), ha colpito Aleksej Navalny nel lager siberiano dove il regime lo aveva rinchiuso perché non ne uscisse mai più, dovrebbe aiutare anche i più sprovveduti (ma ce ne sono davvero?) a capire definitivamente con chi abbiamo a che fare. E bisogna essere davvero sprovveduti, ai limiti e oltre della dabbenaggine, oppure, con maggiore probabilità, sostenitori, complici o sodali, per rifiutarsi di vedere l’evidente. Eppure c’è chi sfida il ridicolo (ogni riferimento ai leghisti nostrani è puramente casuale …). Gira sulla rete un collage di dichiarazioni (e sono tantissime, con video e audio originali) di Salvini, ed anche di Meloni, nelle quali si esaltano le doti di statista di Putin: roba di solo pochissimi anni fa. Fanno rabbrividire … Qualcuno ha paragonato questo ennesimo omicidio al delitto Matteotti, ma non serve andare tanto in là. I regimi dittatoriali eliminano i diss
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