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Incubi e sogni

  Arriva il momento in cui bisogna alzare lo sguardo, cercare con insistenza la luna e trascurare le innumerevoli dita che la indicano da molto più in basso. La realtà è asfittica, il Governo farfuglia, si gloria di nulla, fa la vittima, cerca nemici da combattere a favore di telecamera, prova di tutto, e goffamente, per distogliere l’attenzione dalla marginalità nella quale ha fatto piombare il Paese. Le prodi gesta della dirigenza RAI che, per solerte piaggeria ed eccesso di zelo, gonfia dal nulla un odioso caso di censura, del ministro Urso che impedisce all’Alfa Romeo di chiamare  Milano  un’auto perché fatta in Polonia (come se la  Gran Torino  di Clint Eastwood fosse uscita da Mirafiori e non da Detroit), del cognato Lollobrigida che vuole il formaggio obbligatorio al ristorante, della  Premier-in-capo  che insegue le sue verità di comodo su un fantomatico non riscontrabile benessere del Paese, …, insomma tutto il personale politico è impegnato a far dimenticare che intanto abbia

Satira e sogni: chi non ricorda è perduto ...

  Non faccio mai promozioni, ma questa è un’eccezione che merita …. Come ricorderete, da pochi mesi è mancato un grande, ma grande davvero:  Sergio Staino da Scandicci, anarchico riformista . A caldo testimoniai così il legame che mi univa a lui: Sabato mattina ci ha lasciati Sergio Staino, 83 anni, una persona, un maestro, al quale ero fortemente legato e dalla cui amicizia ho tratto un grande arricchimento politico e culturale. Abbiamo litigato di brutto mille volte, ci siamo criticati e sfottuti (lui un gigante e io un nano …), ma il suo acume e la sua onestà intellettuale erano impareggiabili. Era riuscito a navigare indenne attraverso esperienze politiche mirabolanti e indescrivibili, dal marxismo-leninismo albanese a Tango ( “chi s’incazza è perduto!”  era il suo motto), fino al renzismo militante e poi dopo ad un anti-renzismo passionale e largamente irrazionale, passando attraverso decenni di tumultuosa evoluzione politica, creando linguaggi e personaggi che radiografavano gli

Giustizia è fatta ...

  Una società organizzata, qualunque sia la sua forma istituzionale, democratica o meno, non può fare a meno di chi amministra la giustizia. Perché c’è gente che commette reati e va scoperta, processata ed eventualmente condannata alla pena conseguente (giustizia penale) e c’è gente che litiga per qualcosa e ci vuole qualcuno che dirime le controversie, dispensando torti e ragioni (giustizia civile). Il compito è essenziale per la vita di ogni organizzazione sociale, che altrimenti sarebbe in balìa della sopraffazione dei più forti, dell’aleatorietà dei giudizi di ognuno. dell’arbitrio dei potenti. Ovviamente in una società illiberale è tutto semplice perché quello che conta è il volere dell’autocrate di turno, che dà indirizzi, detta regole, nomina giudici e investigatori, arrogandosi il diritto di giudicare e decidere per tutti. In una società democratica (uno Stato di diritto) le cose sono invece e per fortuna un po’ più complesse: si richiede che la giustizia sia amministrata nel r

La forza e la ragione

  Ma davvero dobbiamo adattarci a vivere nel caos totale? Davvero il mondo è destinato a sprofondare sempre più nella confusione e nella violenza? Davvero è impossibile auspicare un ordine globale ispirato al rispetto della dignità delle persone, dell’ambiente, orientato all’emancipazione dei popoli, al miglioramento delle condizioni di vita e del benessere di ognuno? Libertà, uguaglianza e solidarietà  sono principi assoluti, ma ormai abbiamo capito che la loro coniugazione non è affatto univoca. Non c’è e non ci può essere un unico modo di intendere l’organizzazione sociale. Ogni pezzo di mondo ha il diritto di elaborare le sue proprie modalità di convivenza e nessuno può e deve imporre i propri modelli a nessun altro. Ho spesso sostenuto che la democrazia, al contrario di quanto pelosamente sostenevano George W. Bush e Dick Cheney, non si esporta, che la democrazia si conquista e, per conquistarla, bisogna desiderarla, assumerla come obbiettivo, bisogna farsene una ragione di vita.

... a volte ritornano

  A vent’anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell’età … (Francesco Guccini – Eskimo, 1978). Correva il 1978, che veniva dopo il 1977 del “movimento”, che veniva dopo il 1968 del Maggio Francese, insomma un periodo che oggi può sembrare lontanissimo, pur se ammantato da un’epica romantica. Chi oggi ha tra i settanta e gli ottant’anni (i maledetti  boomers  …) allora era  giovane davvero  e di  balle per la testa  ne aveva tante. C’era chi manifestava con il libretto rosso di Mao Zedong (allora si scriveva Tse Tung), chi inneggiava all’Albania di Enver Hoxha, chi analizzava pensoso l’esperienza di Pol Pot e dei Khmer Rossi in Cambogia (milioni di morti assassinati), chi riteneva l’URSS di Breznev un’involuzione controrivoluzionaria, chi si accontentava del romantico mito del Che, morto ammazzato da una decina d’anni. Patetiche infatuazioni per quanto di peggio la politica mondiale poteva offrire, come la Storia successiva non avrebbe mancato di dimostrare, oltre ogn

Un brutto discorso

  La guerra è sempre un brutto discorso. Pur essendo l’attività alla quale l’essere umano si è sempre dedicato con maggiore solerzia e puntualità, fin dalle sue lontanissime origini e ben prima che diventasse anche un’industria, alla guerra nessuno dovrebbe mai fare l’abitudine. Purtroppo intere aree del pianeta sono in guerra da sempre, decine o forse centinaia di milioni di persone non hanno mai conosciuto la pace nella loro vita, sono cresciute con la guerra, vivono in uno stato di guerra perenne. Sicuramente a loro sembrerà strana la pace … A noi no. Nel nostro mondo sono ormai pochi quelli che l’ultima guerra mondiale l’hanno vissuta per davvero, presenti e coscienti; tutti gli altri, me compreso, ne hanno solo sentito parlare e vi assicuro che per tutta, tutta la mia infanzia (sono del 1952), non ho sentito altri ricordi dalle persone che avevo intorno che non fossero ricordi, storie, aneddoti collegati alla guerra, anche se era ormai finita da ben quindici anni. D’altronde, allo

Fare chiarezza

  Va be’, in Abruzzo è andata come è andata. Si poteva fare meglio, forse, ma il risultato non è positivo. Ora andiamo avanti. Ma come? Cerco di dirlo in modo molto chiaro: la situazione delle opposizioni è assolutamente insostenibile. Uso il plurale perché le opposizioni oggi sono tante, scollegate e soprattutto irriducibili tra loro. Inutile illudersi: fino a quando non si farà chiarezza su connotati, radici, obbiettivi, strategie, non si andrà da nessuna parte. Inutile pure cianciare di campi larghi, lunghi, giusti, extra-larghi, ristretti, …, tempo perso. Ora le europee sopiranno il problema per un po’ perché permetteranno a tutti di misurarsi singolarmente col proporzionale, ma passeranno anche le europee e in Italia bisognerà ragionare sul futuro, se non vogliamo rimanere nelle mani della destra per vent’anni, come hanno fatto in Inghilterra (ma con una destra più presentabile della nostra). Il PD soprattutto deve fare chiarezza al suo interno. Ci crede davvero in un indistinto c

Cari elettori abruzzesi ...

L’Abruzzo è la mia terra d’origine. Lì ho le mie radici … Niente paura! Non sto scimmiottando il celebre  messaggio-con-la-calza  di Silvio Berlusconi nel 1994. Sto solo enunciando perché oggi vi intrattengo sull’Abruzzo, una ridente (si dice sempre così, anche se c’è poco da ridere…) Regione affacciata sul mare Adriatico, e questo malgrado il suo attuale ma anche aspirante Governatore Marco Marsilio, in una accorata dichiarazione tempo fa, le abbia aggiunto pure lo Ionio ed il Tirreno, così, per fare bella figura (sembra una bufala, ma è proprio vero …). L’Adriatico comunque basta e avanza per renderla una Regione marina, ma anche montana: questo sì. Chi c’è stato sa che in meno di un’ora si passa dalla spiaggia agli oltre 2.000 metri di quota sulla Maiella. Chi non c’è stato, vada a controllare di persona e vedrà che si troverà bene e non se ne pentirà. Fatto lo  spot , passiamo alle cose serie. In questi giorni tutti parlano dell’Abruzzo, Regione di cui normalmente non parla quasi m

I nostri soldi ...

  Mi corre l’obbligo, direi anzi il dovere morale, di dare la massima diffusione ad alcuni dati macroeconomici diffusi da  Luigi Marattin , deputato e responsabile economico di Italia Viva. Parliamo di  spesa pubblica , la fonte è l’ISTAT. Ci si chiede se sia proprio vero che, come sostengono in molti nelle aree populiste associate, l’Italia venga da  “30 anni di austerità/liberismo selvaggio” . Si parte dal 1995, per arrivare agli ultimi dati appena pubblicati, relativi al 2023. La  spesa pubblica  considerata è quella  “corrente primaria” , ovvero la spesa pubblica senza gli investimenti e senza gli interessi sul debito, che sono fuori dal controllo del Governo. Dal 1995 ad oggi, quella spesa è aumentata in termini reali, ovvero scontando l’inflazione, del  76,1% , cioè più del  2,6%  ogni anno, a fronte di una crescita del PIL reale mediamente pari allo  0,7%  annuo. Vale a dire che la  spesa corrente primaria  è aumentata ad una velocità media annua pari a quasi  4 volte  l’aumento

Domande ...

  Si può condannare la Polizia che ha manganellato senza pietà il corteo di ragazzini a Pisa, senza con questo sposare le improbabili tesi del genocidio dei palestinesi, tanto care ai ragazzini stessi ed alle pelose sinistre di tutto il mondo, pronte a dimenticarsi del 7 ottobre? Si può condannare il governo estremista e la politica aggressiva di Netanyahu con i suoi sodali fondamentalisti, senza passare per antisemiti filonazisti e pure sostenitori dei criminali macellai di Hamas? Si può chiedere di armare la resistenza dell’Ucraina contro l’aggressione di Putin senza essere tacciati di bellicismo, di essere guerrafondai, di fare gli interessi delle industrie belliche? Si può solidarizzare con i poliziotti aggrediti da una cinquantina di anarchici a Torino mentre traducevano (quelli veri dicono così…) un conclamato e pluricondannato delinquente, senza per questo diventare un pericoloso fascistoide nostalgico della repressione alla Tambroni? Si può gioire per la sconfitta di un improba