In questi caldi (in tutti i sensi) giorni dopo-referendum, la Segretaria del PD Elly Schlein viene sottoposta ad ogni tipo di critica, ironia, perfino compassione … Non che non ce ne sia motivo …! In effetti, si è cacciata, lei col suo Partito, un po’ entusiasta, un po’ recalcitrante (nel PD è normale la coesistenza degli opposti, in barba ad Aristotele …), in un pasticcio di non piccola entità. Ha scelto di accodarsi ai fallimentari referendum di Landini (uno specialista del settore fallimenti …), pur sapendo che mai avrebbero raggiunto il quorum (e, se non lo sapeva e si è illusa, vuol dire che di politica davvero capisce proprio poco …), con la speranza di tenersi a contatto e marcare stretta l’ala più radicale e massimalista della sinistra, oltre che i populisti dell’azzimato Giuseppe Conte. D’altronde, è la missione che si è data sin dalla sua rocambolesca elezione a Segretaria di un Partito che non si è mai risolto del tutto ed è sempre restato in mezzo al guado...
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